La deforestazione di Haiti, gli incendi nelle miniere di carbone in Cina, il petrolio disperso nel Niger, il prosciugamento del lago d'Aral e l'isola di immondizia nel Pacifico
Mentre la BP e il governo statunitense discutono se sia necessario o meno riaprire le valvole di sfogo della nuova cupola, e quindi non si sa ancora se la sciagura petrolifera del Golfo del Messico possa dichiararsi conclusa o meno, nel mondo sono diversi i disastri ambientali attualmente in corso, qualcuno da decenni, di cui si parla e scrive poco o nulla. Foreign Policy ne elenca cinque.
Nigeria Perdita di petrolio, in corso dal 1966
Le compagnie petrolifere, Shell in primis, incolpano ladri e sabotatori. Le associazioni ambientaliste rispondono accusando le stesse compagnie, secondo loro colpevoli di lavorare a bassissimi livelli di sicurezza.
A ruptured pipeline burns in a Lagos suburb after an explosion in 2008 which killed at least 100 people. Photograph: George Esiri/Reuters
E il problema non è solo ambientale: solo nel 2008, scrive Al Jazeera, sono morti più di cento lavoratori a causa delle esplosioni degli oleodotti.
Cina
Incendi nelle miniere di carbone, in corso dal 1962
Incendi nelle miniere di carbone, in corso dal 1962
La Mongolia Interna è la regione più colpita dagli incendi. In questa area quasi completamente deserta e larga 5000 chilometri negli ultimi cinquant’anni ci sono stati 62 grossi incendi, che hanno distrutto circa 20 milioni di tonnellate di carbone ogni anno — più di tutta la produzione annuale della Germania. Secondo le stime, questi incendi da soli contribuirebbero al 2/3 per cento dell’emissione di carbonio mondiale. E si tratta solo di una parte, per quanto ingente, degli incendi che avvengono in Cina.
L’amministrazione della Mongolia Interna, a statuto indipendente, ha in programma di dimezzare gli incendi entro il 2012.
Haiti
Deforestazione, in corso dal 1492
Deforestazione, in corso dal 1492
All’arrivo di Cristoforo Colombo circa i tre quarti della superficie di Haiti era coperta da alberi. Oggi, il 98% di quegli alberi sono stati abbattuti, soprattutto a causa dell’elevato uso di carbone vegetale, o carbonella, come fonte d’energia della nazione, che si ottiene mediante la combustione di legna in presenza di poco ossigeno.
La Repubblica Dominicana ha proibito l’abbattimento degli alberi per il carbone vegetale sostituendolo con il propano: la differenza tra le situazioni dei due paesi è chiara nelle fotografia satellitari della Nasa. Le radici degli alberi sono fondamentali per la solidità e la tenuta del terreno, ed è per questo che le catastrofi naturali hanno molto più effetto su Haiti che sulla nazione vicina.
Uzbekistan e Kazakistan
Prosciugamento del lago d’Aral, in corso dagli anni ‘60
Prosciugamento del lago d’Aral, in corso dagli anni ‘60
Oggi le provviste d’acqua nella zona sono pericolosamente basse e il terreno è avvelenato dai pesticidi delle fabbriche di cotone. Ogni anno il vento alza dal terreno e dal lago 75 milioni di tonnellate di polvere tossica e sale, che attraversano tutta l’Asia Centrale.
Il governo kazako negli ultimi dieci anni ha cercato di porre rimedio al disastro, costruendo delle dighe che in parte stanno ridando vita alla fauna della zona e ampliando la superficie della parte nord del lago.
Oceano Pacifico Pacific Trash Vortex (o: la Grande chiazza di immondizia del Pacifico), scoperta nel 1997
I pezzi di plastica spesso diventano cibo per pesci e uccelli, che finiscono anche per ingerire le sostanze chimiche della plastica disperse in acqua. Quegli stessi pesci finiscono poi sulle tavole degli americani e degli abitanti degli altri paesi circostante.
Secondo i dati del dipartimento ambientale dell’ONU, a causa di quei rifiuti — 11500 pezzi di plastica per chilometro quadrato — ogni anno nel mondo muoiono più di un milione di uccelli e 100 mila mammiferi marini.
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