lunedì 26 luglio 2010

LA TRATTA DEGLI SCHIAVI BAMBINI

Africa, Benin.

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Si bagna nel golfo di Guinea, s’appoggia a est sul gigante nigeriano ed è alieno da certi stereotipi del continente nero: Paese democratico dopo la fine del regime comunista; ignaro di guerre civili, tragedie umanitarie, epidemie di Aids. Povero, certo (il reddito medio è 490 euro l’anno; il 47 per cento degli 8 milioni di abitanti vive con meno di un dollaro al giorno): quando era colonia francese, seppelliti i regni sanguinari del Dahomey, si dava arie da “quartiere latino dell’Africa occidentale” snobbando le fatiche dei campi per darsi al commercio.
E si esportano bambini. Dai 5 anni in su. Venduti da genitori disperati a trafficanti professionisti per l’equivalente di 40, 60 euro, o affidati a parenti che promettono studi e carezze e invece sono intermediari delle mafie: li trascinano in Nigeria, Gabon, Costa d’Avorio, Congo, per piazzarli come domestici, nelle cave, fra le bancarelle dei mercati.
Nel 2001 il mondo leggeva del battello Etireno, che vagava nel golfo di Guinea con il suo carico umano: i baby-schiavi erano solo 43, ma bastò per indagare e accorgersi che il Benin era, e rimane, la piattaforma della tratta di bambini nell’ovest africano. Un rapporto del governo e dell’Unicef indica oltre 40mila giovani vittime ogni anno. Provengono dalle campagne e dai villaggi di palafitte sul lago Nokoué, dove si campa vendendo pesce a Dantokpa, il più grande mercato dell’Africa occidentale sdraiato nella laguna di Cotonou. Otto su 10 attraversano, senza documenti, frontiere di burro: via terra in Nigeria, per mare in  Gabon. L’86 per cento sono femmine.
«I numeri non sono che stime per difetto» ammette il sottosegretario al ministero per la Famiglia e l’infanzia,  Rigobert Hounnouvi, un omone in tunica blu elettrico. Ci parla della legge del 2006 che finalmente punisce i mercanti d’infanzia, e dell’accordo con la Nigeria per frenare l’emorragia umana. Ma fa intendere che il budget ridicolo del suo ministero paralizza l’azione, e il fatto che solo il 60 per cento dei nuovi nati sia registrato all’anagrafe produce eserciti di baby fantasmi.

[testo tratto da Missionari d'Affrica]
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