Il Balucistan, definito ‘il posto in cui dio ha gettato tutta la spazzatura del creato’, conquista sempre più spesso le prime pagine dei giornali internazionali per essere adesso, e con ottime ragioni, il posto in cui i servizi segreti e i terroristi di mezzo mondo hanno gettato le loro basi organizzative.
In Balucistan si troverebbe mullah Omar con tutta la sua shura, una buona fetta di componenti di al Qaida, il comandante del Jundullah Rigi. La regione, travagliata da sempre è stata divisa nel diciannovesimo secolo in East Balucistan, sotto il controllo dell’impero britannico, e West Balucistan rimasto a far parte dell’impero persiano. L’Est baluchistan, che coincideva più o meno con i confini dell’allora Khanato di Kalam, godeva di una certa autonomia all’interno dell’impero britannico mentre il West Balucistan, occupato dagli iraniani, è praticamente scomparso dalla carta geografica trasformandosi in una provincia di Teheran.
In Iran, le istanze indipendentiste dei nazionalisti baluci sono state tenute, fino alla caduta dello Scià nel 1979, sotto controllo dal governo di Teheran che ha sempre usato il pugno di ferro, l’esercito e la polizia segreta per evitare che si formassero movimenti nazionalisti organizzati. i capi delle organizzazioni sono stati costretti a rifugiarsi all’estero, e nelle zone che costituivano l’ex Balucistan sono state installate basi permenenti dell’esercito. Soprattutto si è incoraggiata l’immigrazione interna per tenere le eventuali rivolte sotto controllo mettendo la popolazione locale in minoranza.
Il Balucistan è, assieme al Kurdistan, la regione più povera e meno sviluppata del paese. la caduta dello Scià ha dato nuova vita ai movimenti nazionalisti e alla creazione di una nuova forza politica all’interno della regione. L’East Balucistan è diventata difatti l’attuale provincia del Pakistan, e una regione di vitale importanza sia in senso economico che militare e strategico. Nella regione sono concentrati tre impianti in cui si effettuano test nucleari e sei laboratori per la costruzione e i test di missili a testata nucleare, protetti da sei basi dell’aviazione militare e tre della marina.
La popolazione locale, tenuta in stato di arretratezza e di povertà dal governo centrale, è stata negli anni scorsi protagonista dell’ennesima rivolta soffocata col sangue da Islamabad con la benedizione degli americani. Il che ha fatto risorgere l’idea del ‘baluch watan’, la nazione baluca. E’ stato addirittura instaurato un governo in esilio e eletto re del Balucistan mir Suleman Dawood Khan. il governo ha sede a Gerusalemme, ed è supportato anche finanziariamente da una organizzazione no-profit, la Baloch Society of North America, con sede negli Stati Uniti. il governo in esilio considera il Balucistan uno stato militarmente occupato da Pakistan, Afghanistan e Iran, e chiede la riunificazione dei territori e la creazione di uno stato indipendente.
Non è la prima volta che Teheran e Islamabad arrivano ai ferri corti a proposito dei gruppi di resistenza baluci e del Jundullah in particolare. I legami che uniscono i due paesi sono difatti piuttosto altalenanti. Sono stati entrambi alleati degli Stati Uniti durante la guerra fredda fino a quando, dopo la caduta dello Scià si sono trovati dai lati opposti della barricata. Per motivi religiosi, il Pakistan è in maggioranza sunnita mentre l’Iran è sciita, ma soprattutto per motivi strategici e politici. Durante e dopo l’invasione russa dell’Afghanistan, l’Iran (assieme all’India) supportava l’Alleanza del Nord mentre il Pakistan (e gli americani) armavano i taliban.
Negli ultimi anni, il clima politico tra i due paesi è migliorato, nonostante Teheran accusi ancora il Pakistan di aver portato gli americani nell’area e sospetti il coinvolgimento di Islamabad in attività anti iraniane finanziate dagli Stati Uniti, come appunto il sostegno dato al Jundullah che, secondo gli iraniani, viene finanziato e sostenuto dagli Usa, da Israele e dai servizi segreti pakistani che lo userebbero come strumento di pressione nei confronti di Teheran per conto di Washington.
Il Jundullah, l’esercito di dio, è in realtà un gruppo estremista di confessione sunnita fondato nel 2005 e composto, come ha detto qualcuno, da ‘freelance della jihad’. Alleati di tutti e di nessuno mirano soltanto a destabilizzare il governo di Teheran e a vendicare i torti subiti dalla minoranza sunnita in Iran. il 28 maggio scorso, sempre a opera del Jundullah, era stata fatta saltare in aria una moschea sciita a Zahidan, la capitale della regione del Sistan-Balucistan. Tre degli attentatori, catturati e poi impiccati dal regime di Ahmadinejadh, avevano dichiarato di aver preso in Pakistan gli esplosivi adoperati per far saltare la moschea.
Sembra difatti che i membri dell’organizzazione siano addestrati, in Pakistan, dalla Lashkar-i-Jangvi: organizzazione con sede in Waziristan e nella Fata, sospettata di aver compiuto, assieme al Tehrik-i-Taliban, l’attentato all’hotel Merriot di Islamabad nel settembre 2008.
In maggio, Teheran aveva usato parole grosse con Islamabad sostenendo che la strage della moschea poteva essere tranquillamente evitata se le autorità pakistane avessero preso nota delle informazioni fornite dagli iraniani. E cioè che a
Abdulmalek Rigi, capo del Jundallah, si trovava nel Balucistan pakistano. Ma il Pakistan, si sa, ha una lunga e onorata tradizione nell’ignorare le informazioni fornite dai servizi segreti stranieri in merito all’indirizzo dei terroristi presenti sul suo territorio. L’iran si era inoltre dichiarato pronto a inseguire e catturare i terroristi del Jundullah anche in territorio pakistano, se Islamabad non avesse provveduto. e aveva chiuso la frontiera con il Pakistan. il che, evidentemente, non è bastato. Come non è bastata la minaccia, neanche tanto velata, di mandare a monte l’accordo per il famoso gasdotto (duramente contrastato dagli americani) Iran-Pakistan-India. Per dimostrare la propria buona volontà, i pakistani avevano addirittura consegnato all’Iran il fratello di Rigi.
L’ultimo attentato riporta però in primo piano una serie di cose: le relazioni tra Iran e Pakistan, sempre più dominate dalla politica americana nell’area e dall’asservimento quasi totale del governo Zardari. i doppi e tripli giochi giocati dal Pakistan ormai su troppi fronti e con troppi giocatori. E l’uso sempre più spregiudicato, da parte dell’esercito e dei servizi segreti pakistani, del terrorismo come elemento di politica estera. E dimostra come la storia, anche recente, non insegni nulla a nessuno. Trastullarsi con il Jundullah può rivelarsi difatti potenzialmente devastante nel lungo termine esattamente come lo è stato inventare, armare e sostenere i taliban e Osama bin Laden. Il Balucistan è, per molti motivi, una potenziale polveriera pronta a esplodere. E a trascinare con sé, con conseguenze devastanti, una buona fetta della regione..
Francesca Marino
http://temi.repubblica.it/limes/balucistan-la-polveriera-tra-iran-e-pakistan/7444?h=0
2 commenti:
Un'altra guerra che non conoscevo. Ma i giornali a cosa esistono a fare??
Catone, quando ho aperto tuo blog oggi ha venuto un "warning" per virus che sta in in italiana.directory.
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