lunedì 20 aprile 2009

NOBEL DELL'AMBIENTE

Hanno sfidato i governi e le industrie per proteggere il nostro pianeta: rappresentano i sei continenti

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Sei dei premiati: da sinistra Eduards, Speranskaya, Jabini, Ismawati, Hasan, Gunnoe (Ap)

Dalle foreste pluviali dell'Africa alle miniere di carbone della West Virginia, sette attivisti per l'ambiente che hanno sfidato i governi e le industrie per proteggere il pianeta hanno vinto il prestigioso riconoscimento Goldman Environmental Prize

Questo premio, che viene considerato il Nobel del settore ambientalista, è andato agli attivisti di sei continenti che si sono occupati di campagne legate all'ecologia. In passato tra i vincitori del premio, istituito nel 1990 da due filantropi statunitensi, c'è stato anche lo scrittore Ken Saro-Wiwa, impiccato nel 1995 dopo aver guidato le proteste contro le compagnie petrolifere in Nigeria.
I PREMIATI - Quest'anno il vincitore per l'Africa è Marc Ona Essangui, che si è impegnato per contrastare il progetto di una compagnia di Stato cinese di avviare una miniera di minerali ferrosi in una foresta pluviale del Gabon, nell'Africa occidentale. Ona, costretto su una sedia a rotelle a causa di una poliomielite, ha ricevuto molte minacce, è stato arrestato e cacciato da casa. «Le minacce non dovrebbero impedirti di portare avanti la tua lotta - spiega -. Il progetto potrebbe distruggere la più bella foresta dell'Africa centrale». La sua campagna ha contribuito a rivedere il progetto, attualmente bloccato, secondo quanto spiegato dagli organizzatori del premio. Il vincitore per il Nord America è Maria Gunnoe, ex cameriera che si batte contro l'impatto sull'ambiente delle miniere di carbone sulle cime della catena montuosa degli Appalachi nella West Virginia. In Europa, il premio è andato a Olga Speranskaya, scienziata russa il cui gruppo Eco-Accord si batte per eliminare dalle repubbliche dell'ex Unione Sovietica i rifiuti tossici un tempo utilizzati nell'industria e nell'agricoltura. Gli altri vincitori, che riceveranno 150mila dollari, sono: per l'Asia Rizwana Hasan, del Bangladesh, che ha fatto conoscere i pericoli legato alla rottamazione delle vecchie navi; per il Sud e Centro America Hugo Jabini e Wanze Eduards, del Suriname, che hanno aiutato la popolazione locale a mobilitarsi contro il disboscamento nelle proprie terre; per le isole Yuyun Ismawati, che si batte per una miglior gestione dell'immondizia in Indonesia. (Reuters)




1 commento:

Le Favà ha detto...

Onore a questi uomini e donne che sanno lottare contro dei titani. Davvero.

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