giovedì 9 luglio 2009

YES WE CAMP

Mentre il Summit del G8 si apriva ieri al’Aquila sulla collina Roio - visibile dalla caserma di Coppito che ospita i capi di stato e dall´autostrada Roma-L´Aquila - è apparsa l´enorme scritta “Yes We Camp!” realizzata da comitati cittadini, associazioni nazionali e sindacati in alternativa al summit ufficiale, nell’ambito delle mobilitazioni per contestare da una parte la scelta del governo di spostarlo in Abruzzo, ma soprattutto per contestare il G8 come luogo stesso di governance globale.

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Yes We Camp per ribadire che mentre il circo mediatico del G8 invade una città già martoriata dal sisma e dalla scellerata gestione della ricostruzione, i cittadini de L´Aquila continuano a vivere da tre mesi in tenda scontando disagi di ogni tipo, e le prospettive per i prossimi mesi sono pessime.
Intanto ieri a L´Aquila nel campo allestito dal comitato 3e32 si è tenuto un importante momento di discussione, il “Forum per la ricostruzione sociale” promosso da comitati cittadini, associazioni nazionali - tra cui A Sud - e altri sindacati di categoria appartenenti alla Cgil.. Il Forum ha visto la partecipazione di rappresentanti dei movimenti territoriali vicentini (No Dal Molin) e campani (No alla discarica di Chiaiano) oltre che di Padre Alex Zanotelli, del giornalista argentino Sergio Ciancaglini e di docenti universitari di economia ed urbanistica.
Il Forum è stata la risposta dei movimenti e della società civile per esprimere sostegno attivo e solidarietà ai cittadini e alle cittadine de L´Aquila vittime del terremoto e della speculazione che prima e dopo il 6 aprile è stata e continua ad essere compiuta a danno della popolazione.
Il Forum è stato diviso in due sessioni, la prima su “Emergenza e democrazia”, moderata dal giornalista di Carta Gigi Sullo, la seconda su “Crisi ed emergenza: quale ricostruzione”, moderata da Gabriele Polo di Il Manifesto. Secondo Rinaldini, della Fiom «La crisi che colpisce giornalmente lavoratori e lavoratrici è un dramma, che registra una totale mancanza di alternative concrete che difendano diritti e lavoro allo stesso tempo. Il rischio, in assenza di tali alternative, è quello di una guerra tra poveri.”
Sara Vegni, di A Sud e del comitato 3e32 ha ricordato che «occorre che il mondo sappia che qui a L´Aquila nonostante la propaganda che tenta di far passare un´immagine secondo cui tutto va bene, si vive ancora nelle tende, e che questo non è che l´ennesima violazione dei più elementari diritti della popolazione». «Vogliamo rompere questa oscena vetrina mediatica che il governo ha imposto a questa città in ginocchio e che avvertiamo come una violenza – ha aggiunto Mattia Lolli, sempre del 3e32 - e soprattutto vogliamo chiedere una ricostruzione altra, partecipata, non imposta dall´alto senza tenere in conto la volontà della cittadinanza ma solo i profitti delle solite imprese».
Secondo Giuseppe De Marzo, portavoce di A Sud «è il paradigma di civilizzazione della shock economy quello che si sta provando ad applicare qui a L´Aquila. Speculazione da un alto, e dall´altro criminalizzazione delle variegate esperienze di società in movimento che il nostro paese sta vivendo e che rappresentano il punto più alto della democrazia».
Padre Alex Zanotelli, arrivato a L´Aquila per il Forum, ha avvertito la popolazione abruzzese: «Quello che vedo a L´Aquila in questi mesi mi ricorda molto quello che è accaduto in Campania dopo il terremoto. Quello che accadde allora è tra le principali cause della situazione disastrata che vive ora la città campana. Questi sono momenti in cui bisogna lottare con determinazione per i propri diritti e per una idea altra di cittadinanza, senza chinare il capo. Il problema centrale a L´Aquila come a Napoli come ovunque nel mondo – ha aggiunto il missionario comboniano – è il profitto, che è diventato più importante dei diritti, della Madre Terra, della vita stessa».

Fonte: http://www.greenreport.it

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