“Allevati e nutriti per la morte,
noi siamo come branchi di maiali
da scannare a sorte.”
noi siamo come branchi di maiali
da scannare a sorte.”
L' Olivo nell' antica Grecia era l' albero consacrato ad Atena, e le corone di olivo consacravano i vincitori dei giochi olimpici
“Sette a terra eran caduti;
inseguiti li afferrammo.
Fummo in mille ad ammazzarli.”
inseguiti li afferrammo.
Fummo in mille ad ammazzarli.”
“Non è che commedia la vita e gioco.
O lasci la saggezza e impari il gioco,
o sopporti i dolori.”
O lasci la saggezza e impari il gioco,
o sopporti i dolori.”
“L’uomo buono più d’ogni cosa povertà lo piega,
più della grigia vecchiaia, più della febbre.
Un uomo da povertà oppresso, nulla dire
né fare può, ma la lingua ha legata.”
più della grigia vecchiaia, più della febbre.
Un uomo da povertà oppresso, nulla dire
né fare può, ma la lingua ha legata.”
“Forse che morti non viviamo solo
in apparenza noi greci caduti
nella sventura, immaginando il sogno
vita? O viviamo ora che vita è morte.”
in apparenza noi greci caduti
nella sventura, immaginando il sogno
vita? O viviamo ora che vita è morte.”
Questo lo diceva Paolo Silenziario, che scriveva in greco ma era un bizantino e quindi alla fine un romano. Che fosse un europeo dei primordi? Tutti i bei versi sopraccitati non sono andata a cercarli chissà dove. Stavano stampati sopra la mia antologia del liceo, che conservo da trent’anni. Leggendo quello che pensavano i greci più di 2500 anni fa, vacilla la convinzione che sia giusto trattarli come li stiamo trattando. Ho come l’impressione che finché non aiutiamo il greco che c’è in ognuno di noi (ce ne sarà traccia anche nei tedeschi, magari) tutti i discorsi sull’Unione Europea sono e restano parole a vanvera. Dicono che non bisogna mischiare l’economia con la poesia. Chi lo dice sarà in buona fede, non si discute. Ma sarà vero? Intanto questi versi sono arrivati fin qui, intanto.
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