LA SOLIDARIETÀ SIRIANA E IL COMUNE DESIDERIO DI PACE
Una fiaccolata di solidarietà per Gaza a Aleppo, Siria. Origine: pagina Facebook di Syria Stands with Palestine.
“La Siria è sotto attacco, da Aleppo a Gaza” è uno dei primi slogan dei manifestanti siriani in solidarietà con i palestinesi. “Gaza e Aleppo, gloria e orgoglio”, e “Daraa è con te, Gaza”, sono altri. Dal poeta siro-palestinese Raed Wahash agli attivisti dal cuore di Aleppo, dove le bombe continuano a cadere, si vede come la solidarietà tra siriani e palestinesi è costante.
La lotta palestinese è sempre stata molto presente in Siria, ma fino al 2011 i siriani non sapevano cosa la resistenza fosse davvero.
“Soffrire sotto le bombe che il regime continua a tirarci sopra ci avvicina agli attacchi subiti dalla popolazione di Gaza e all'intera lotta palestinese”, dice uno dei coordinatori della campagna “Syria Stands With Palestine” a SyriaUntold:
“Ci sentiamo vicini più che mai e più uniti, specialmente nel campo della disobbedienza civile e della resistenza pacifica.”
Un messaggio di solidarietà per Gaza su un edificio distrutto a Daraa, Siria. Il murales dice “Pazienza Gaza, questa è Daraa.” Fonte: Lens of a Young Horani
Questo bisogno di solidarietà internazionale è stato sottolineato anche dal blogger Syria Freedom Forever:
“Bisogna anche ricordare a tutti che la liberazione della Palestina può solo essere raggiunta attraverso il ribaltamento dei regimi autoritari nella regione, che sono complici nella sofferenza del popolo palestinese. (…) Questo è il motivo per cui opporsi a qualsiasi rivoluzione popolare nella regione non significa solo tradire la causa dei popoli della Siria, Egitto, Tunisia, Bahrain o qualunque altro, ma anche tradire la causa palestinese e il suo popolo.”
La campagna ha portato con sé anche una valanga di arte e creatività, promosse da The Syrian People Know their Way e dall'organizzazione umanitaria siro-palestinese Jafra, tra le altre. Fotografie, brochure, poster e adesivi sono stati condivisi in gran numero online, riflettendo l'unità delle due lotte.
“One concern” (unica preoccupazione) è il titolo dell'ultimo lavoro dell'artista Khaled Malek, che rappresenta un missile formato dalla combinazione delle bandiere della Siria e della Palestina. Ahmad Jalal, da Kafranbel, ha disegnato due bambini morti, uno siriano e uno palestinese, i cui angeli si tengono per mano.
Dipinto di Khaled Malek che raffigura un missile formato dalla combinazione delle bandiere palestinese e siriana. Origine: pagina Facebook dell'artista
La solidarietà non si limita ad essere espressa solo in rete. Il suo impatto è stato notato anche sul campo. Sit-in e fiaccolate si sono svolte in città come Aleppo, con gli slogan “Aleppo e Gaza, stesso orgoglio”, e “Noi non saremo sconfitti, malgrado i bombardamenti, la distruzione e i proiettili della morte.”
Anche i siriani delle Alture del Golan hanno espresso la loro solidarietà con i palestinesi. Comunque, l'immagine più chiara della resistenza è arrivata dal campo profughi di Yarmouk, dove i siro-palestinesi subiscono l'assedio del regime da oltre un anno ormai. “Il campo di Yarmouk resiste con Gaza contro l'aggressione sionista”, è lo slogan visto su dei cartelli in tutto il campo.
Anche dei personaggi famosi siriani hanno usato i social media per esprimere la loro solidarietà verso Gaza. Il legale Michel Shammas scrive: “Gaza, vittima dell'aggressione israeliana e dei calcoli sbagliati di Hamas”.
Il poeta Khawla Dunia ha criticato la posizione della comunità araba riguardo alla Palestina. “L'arabismo è una bugia utilizzata dai tiranni”, ha detto su Facebook.
Maher Sharaf al-Din ha messo a confronto la detenzione nelle prigioni israeliane e in quelle di Assad, collegando le due forme di occupazione. “I prigionieri dell'occupazione israeliana sono in sciopero della fame, quelli di Alawite muoiono di fame”.
La solidarietà della Siria per Gaza è l'unione del debole con il debole, dell'oppresso con l'oppresso, di quelli che cercano un mondo di pace creato per la pace, che non è mai stato testimone di pace.
Una madre col figlio sulle sue ginocchia, nel campo devastato di Yarmouk in Siria, grida “Dio proteggi la nostra famiglia a Gaza”, realizzato dall'artista Hani Abbas. Fonte: pagina Facebook dell'artista.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento