40 nuove misure contro la tratta di esseri umani
Ieri la Commissione europea ha adottato la Strategia Ue per l'eradicazione della tratta di esseri umani (2012-2016), «Un insieme di misure concrete e pratiche da attuare nei prossimi 5 anni, fra cui l'istituzione di unità nazionali di contrasto specializzate nella tratta di esseri umani e la creazione di squadre investigative comuni europee incaricate di perseguire i casi di tratta transfrontaliera».
Con la Strategia dell'UE per l'eradicazione della tratta di esseri umani (2012-2016) la Commissione si concentra su azioni concrete che sosterranno e completeranno l'attuazione della normativa dell'Unione sulla tratta (direttiva 2011/36/UE), il cui termine di recepimento è aprile 2013. Le misure previste dalla strategia sono il risultato di ampie consultazioni di esperti, governi, società civile e organizzazioni internazionali, parti sociali e mondo accademico, e riflettono le loro principali preoccupazioni così come quelle delle vittime, allo scopo di completare le iniziative già in corso.
Presentando la strategia, la commissaria Ue agli Affari interni, Cecilia Malmström, ha detto: «Disgraziatamente la schiavitù non è stata ancora confinata ai libri di storia. È spaventoso vedere come ancor oggi gli esseri umani siano messi in vendita e costretti al lavoro forzato o alla prostituzione. Scopo centrale della nostra iniziativa è fare in modo che le vittime ottengano sostegno e che i trafficanti siano consegnati alla giustizia. Siamo ancora lontani dall'ottenerlo, ma il nostro fine non può che essere questo: eliminare la tratta di esseri umani».
Secondo stime recenti dell'International labour organisation (Ilo) «In tutto il mondo sono 20,9 milioni le vittime di lavoro forzato, compreso lo sfruttamento sessuale, tra cui 5,5 milioni di minori». Secondo Europol, «I minori costretti a compiere attività criminali, come l'accattonaggio organizzato, sono acquistati come merci al prezzo di 20.000 euro».
La Commissione Ue calcola che «Nelle economie sviluppate (Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, Norvegia e paesi dell'Ue) i lavoratori forzati siano circa 1,5 milioni, il 7% del totale mondiale. La tratta di esseri umani frutta ogni anno alle organizzazioni criminali internazionali di tutto il mondo profitti superiori a 25 miliardi di euro. Molte delle vittime provengono da paesi terzi, ma la tratta interna all'UE (cioè i cittadini dell'Unione vittime di tratta nell'Unione stessa) sembra in crescita».
Nella civile Europa ogni anno centinaia di migliaia di esseri umani, donne e uomini, ragazzi e ragazze in situazioni vulnerabili, sono vittime delle nuove schiavitù a scopo di sfruttamento sessuale, per il lavoro forzato, per l'espianto di organi, l'accattonaggio forzato, la servitù domestica, il matrimonio forzato, l'adozione illegale e altre forme di sfruttamento. La Commissione sottolinea che «I dati preliminari raccolti dagli Stati membri a livello dell'Ue sono coerenti con quelli forniti da organizzazioni internazionali quali l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) e indicano che tre quarti delle vittime individuate negli Stati membri dell'Unione sono oggetto di tratta a scopo di sfruttamento sessuale (il 76% nel 2010), mentre altre sono costrette allo sfruttamento del lavoro (il 14%), all'accattonaggio (il 3%) e alla servitù domestica (l'1%).
In una prospettiva di genere, i dati preliminari a disposizione mostrano che le donne e le ragazze sono le vittime principali della tratta di esseri umani: tra il 2008 e il 2010 le vittime erano per il 79% di sesso femminile (e il 12% di queste erano ragazze) e per il 21% di sesso maschile (di cui il 3% ragazzi). Eppure sono troppo pochi i colpevoli che finiscono dietro le sbarre, mentre le vittime lottano per recuperare e reintegrarsi nella società: i risultati preliminari di raccolte di dati recenti mostrano che il numero di condanne in casi di tratta è diminuito da circa 1 500 nel 2008 a circa 1 250 nel 2010. Gli europei sono convinti che si debba fare qualcosa: secondo l'ultima indagine, il 93% dei cittadini conviene che gli Stati membri dell'Ue debbano cooperare per combattere la tratta di esseri umani».
La strategia europea comprende la prevenzione, la protezione e il sostegno alle vittime e l'azione penale nei confronti dei trafficanti. Identifica 5 priorità per ognuna delle quali espone una serie di iniziative, tra le quali: Sostenere l'istituzione di unità nazionali specificamente dedicate al contrasto della tratta di esseri umani; Creare squadre investigative comuni e coinvolgere Europol ed Eurojust in tutti i casi di tratta transfrontaliera; Fornire alle vittime informazioni chiare sui diritti di cui godono in virtù della legislazione dell'Ue e della normativa nazionale, in particolare il diritto all'assistenza e alle prestazioni sanitarie, il diritto di ottenere un permesso di soggiorno e i diritti nel campo del lavoro; Creare un meccanismo dell'Ue per individuare, indirizzare, proteggere e assistere meglio le vittime della tratta; istituire una Coalizione europea delle imprese contro la tratta di esseri umani per migliorare la cooperazione tra imprese e portatori d'interesse; Istituire una piattaforma a livello dell'Ue di organizzazioni e di prestatori di servizi della società civile che operano nel campo dell'assistenza alle vittime e della loro protezione negli Stati membri e nei paesi terzi; sostenere progetti di ricerca che studino Internet e le reti sociali in quanto strumenti di reclutamento sempre più attivi a disposizione dei trafficanti.
La Commissione continuerà a valutare i progressi compiuti nella lotta contro la tratta e ne riferirà ogni due anni al Parlamento europeo e al Consiglio. La prima relazione, che sarà pubblicata nel 2014, comprenderà una valutazione intermedia della strategia.
La strategia sarà ora discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell'Ue.
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