mercoledì 8 settembre 2010

PER I BAMBINI DEL PAKISTAN


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Alcuni bambini assaliti dalle mosche, accampati lungo una strada di Nowshera, nei pressi di Pesharwar. (AP Photo/Mohammad Sajjad)

Sono ad oggi circa 21 milioni le persone colpite dalle catastrofiche inondazioni in Pakistan: una popolazione equivalente a quella di Belgio, Austria e Svizzera. Il numero delle vittime accertate, ancora provvisorio, è di 1.752; quello delle case distrutte è di 1.8 milioni.
Nelle aree più colpite (le due province di Khyber-Pakhtunkhwa e del Punjab, dove si concentra il 70% degli sfollati), le autorità stanno incoraggiando la popolazione a rientrare nei centri abitati, dove l’acqua ha iniziato a ritirarsi. Ma per molti, semplicemente, la casa non c’è più.

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Su una strada di Khan Garh, provincia del Punjab. (AP Photo/Aaron Favila)

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Le lacrime di un bambino in un campo per gli sfollati. (AP Photo/Shakil Adil)

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Una bimba a Thatta, presso Hyderabad .(AP photo/Shakil Adil)

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La sete in un campo di accoglienza di Sukkur .(AP Photo/Andrew Winning, pool)

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Un campo sfollati a Hazrat Mosa Wala, provincia del Punjab. (AP Photo/Aaron Favila)

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Acqua potabile a Makli, provincia del Sindh. (AP Photo/Vincent Thian)

Fortemente a rischio è la salute degli sfollati, a cominciare dai bambini, i soggetti di gran lunga più vulnerabili. L’UNICEF non cessa di lanciare l’allarme per la loro situazione. In carenza di acqua pulita, si diffondono a dismisura malaria e diarrea: la prima perché l’acqua stagnante favorisce la proliferazione delle zanzare portatrici dell’infezione, la seconda perché il delicato organismo dei più piccoli è vittima dei microbi e dei batteri contenuti nell’acqua impura.

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In cerca di acqua potabile a Sujawal, provincia del Sindh. (AP Photo/Vincent Thian)

Nei centri di accoglienza, oltre quattro milioni di persone hanno dovuto ricorrere a cure mediche per una serie di malattie legate all’acqua infetta e alla scarsa igiene. Metà di esse erano bambini e donne incinte.

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Una tazza di tè a Thatta, presso Hyderabad. (AP photo/Shakil Adil)

Nonostante gli sforzi profusi, l’UNICEF denuncia che la maggior parte di coloro che ne avrebbero bisogno non sono stati raggiunti dagli aiuti, semplicemente perché le scorte non sono sufficienti per i milioni di persone in stato di necessità: una popolazione di gran lunga superiore a quella colpita dalle più grandi emergenze umanitarie degli ultimi anni, come lo tsunami dell’Oceano Indiano o il terremoto di Haiti.

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Rizwana Abid, 5 anni, ad Hazrat Mosa Wala, provincia del Punjab. (AP Photo/Aaron Favila)

Il direttore dell’UNICEF Anthony Lake ha rilanciato un accorato appello alla solidarietà internazionale affinché contribuisca a finanziare l’ingente somma (141 milioni di dollari) necessaria per gli interventi a tutela dell’infanzia. Nonostante la gravità della situazione, l’UNICEF ha ricevuto finora soltanto un quarto della somma richiesta.

È possibile contribuire ad aiutare i bambini del Pakistan con una donazione online.

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