Nel pacchetto di accordi che il governo del nostro Paese ha stipulato con la Libia, è prevista la costruzione di un muro elettronico lungo i confini sahariani del Paese nordafricano. Munito di sofisticati sensori, il progetto è affidato a Selex sistemi integrati, azienda di Finmeccanica, controllata dal ministero dell’economia e costa 300 milioni di euro. Metà a carico dei contribuenti italiani e metà a carico di quelli europei.
A questo si aggiunga il risibile capitolo di bilancio che anche quest'anno è stato dedicato alla cooperazione internazionale e si comprende bene che la volontà politica chiara è quella di restringere in una prigione di miseria gli abitanti dell'Africa. Parlando della sciagura africana dobbiamo sempre tener conto che quella condizione non è il frutto del destino avverso o di una maledizione divina, quanto delle scelte economiche di rapina e sfruttamento decise dai paesi ricchi. Se i Paesi poveri avessero installato per tempo un muro elettronico per impedire ai banditi dell'economia di mercato, agli agenti delle imprese del Nord e ai signori della guerra di entrare in Etiopia, Sudan, Niger, Ruanda, Congo... oggi i ricchi sarebbero loro.
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