Né Messico né Colombia. Il Paese più violento dell'America Latina è El Salvador, che nel 2009 ha registrato 4365 assassinii su una popolazione di circa 6 milioni di abitanti (nel Messico in guerra contro il narcotraffico sono stati meno del doppio, 7724, con, quasi 110 milioni di abitanti). Ci sono 71 omicidi ogni 100mila abitanti: secondo l'Organizzazione Mondiale della Salute, basta una media di 10 omicidi ogni 100mila per parlare di epidemia. Probabilmente se consideriamo cosa succederebbe in altri Paesi, se avessero un tasso di omicidi come quello di El Salvador, possiamo avere un'idea delle dimensioni pazzesche della violenza nel Paese: negli Stati Uniti si registrerebbero 225mila assassinii all'anno, in Spagna 32mila e nel Messico 78mila.
E il dato peggiore non è tanto questo numero incredibile di 4365 persone morte assassinate, quanto il fatto che questo è il peggior risultato degli ultimi 10 anni, con un aumento del 37% rispetto ai 3179 morti del 2008. A cosa è dovuta tanta violenza? Mauricio Ramírez Landaverde, vicedirettore della Policia Nacional Civil, che ha diffuso i dati, la attribuisce alle maras, le terribili bande di giovani delinquenti che, coinvolte in business malavitosi sempre più violenti, terrorizzano la popolazione: "Le maras si stanno evolvendo, adesso si sono legate a reati più lucrativi e utilizzano anche i minorenni" spiega.
Le più pericolose, secondo le autorità, sono le bande Mara Salvatrucha e Mara 18, le più grandi del Paese, legate al narcotraffico.
Il mese più violento dell'anno è stato ottobre, con 435 uccisi. Un mese dopo Mauricio Funes, il primo leader di sinistra al governo del Paese dopo 20 anni di governo ininterrotto della destra, in carica dal 1° giugno 2009, ha inviato a pattugliare le strade delle città più colpite dalla violenza anche 2000 soldati. Ma finora non ha ottenuto grandi risultati. Al governo da sei mesi, il presidente non ha ancora un piano chiaro sulla sicurezza, nonostante abbia promesso in campagna elettorale di "sconfiggere la delinquenza e il crimine organizzato" e di voler fare di El Salvador "un Paese in cui la vita familiare e comunitaria si possano svolgere libere dalla paura".
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