Volendo riassumere la questione, anche a rischio di un'eccessiva semplificazione, in questo paese si sta discutendo sulla possibilità di consentire lo sfruttamento di alcune vaste aree della foresta amazzonica per l'estrazione del petrolio. L'Amazzonia ecuadoriana non è nuova allo sfruttamento petrolifero, ma adesso il dibattito sembra aver acquistato maggior rilevanza rispetto al passato, arricchendosi di nuovi argomenti e molteplici punti di vista.
Da un lato, rappresentanti del governo e della società civile, hanno sostenuto in passato la necessità di una moratoria delle attività di estrazione del petrolio, in particolare nella zona del Parco Nazionale dello Yasunì (attraverso la proposta di conservazione del greggio nel sottosuolo in cambio della parziale copertura dei mancati guadagni da parte dei paesi industrializzati ndr).
Dall'altro lato, il dibattito si è ampliato, inserendosi in una cornice concettuale più ampia: quella dello sviluppo "oltre il petrolio". Il petrolio è destinato ad esaurirsi, prima o poi, e l'intenzione di sfruttare l'Amazzonia per estrarne quanto più possibile significa semplicemente voler raschiare con le unghie il fondo del barile. Per questa ragione, la proposta di numerose organizzazioni, movimenti ecologisti e cittadini era quella di ripensare il modello economico, incammindosi per un via alternativa "post-petrolio".
L'Ecuador è stato il primo paese dell'America Latina dove il dibattito sullo sfruttamento del petrolio ha cominciato ad essee tradotto in proposte concrete. Il governo ecuadoriano è stato il primo a creare un meccanismo finanziario destinato al conseguimento di fondi per compensare, almeno in parte, i guadagni mancati a causa della non estrazione del grezzo. Da allora, la questione è andata via via ampliandosi, fino a inglobare interrogativi sul cambiamento climatico, sulla protezione dei popoli indigeni, sul ruolo delle multinazionali del settore estrattivo ecc.
Negli ultimi mesi è stata condatto sull'argomento un'analisi dettagliata cui hanno partecipato Alberto Acosta (Ecuador), Esperanza Martinez (Ecuador) e Joseph Vogel (Portorico). Alberto Acosta è stato ministro dell'energia in Ecuador e ha svolto un ruolo chiave nella presentazione della proposta; Esperanza Martinez ha preso parte alla ricerca in qualità di membro dell'associazione ambientalista Accion Ecologica; Joseph Vogel è un apprezzato economista esperto in questioni ambientali.
Il risultato dello studio è raccolto in un documento che presenta alcuni dei temi centrali della riflessione sull'idea di una moratoria del petrolio nell'Amazzonia ecuadoriana. L'obiettivo principale della ricerca è quello di promuovere il dibattito su queste tematiche, nella convinzione che la tutela del patrimonio dello Yasunì e la moratoria del petrolio debbano costituire punti imprescindibili dell'agenda pubblica. La legislazione dell'Ecuador in materia di ambiente e la Nuova Costituzione Politica dello Stato contengono spunti e quadri normativi indispensabili. "Il nostro principale interesse è quello di stimolare una riflessione pubblica sui temi in questione, non solo denunciando alcuni aspetti preoccupanti ma anche elaborando possibili soluzioni, al di là di sterili tecnicismi o visioni squisitamente mercantilistiche. Crediamo, in conclusione, che sia necessario analizzare la questione e indicare vie d'uscita praticabili attraverso una ferma e decisa azione politica".
Per scaricare il documento
http://www.ambiental.net/noticias/politicas/AcostaGudynasMartinezVogelITTEc09.pdf
Eduardo Gudynas - Accion y Reaccion
Traduzione di Francesca Casafina
1 commento:
Il petrolio è sfortuna e fortuna per il paese che ce l'ha. Come l'acqua lo sarà fra molto poco tempo.
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