Una lezione che il Brasile ha dato al mondo sviluppato: così il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha definito una legge da lui approvata la scorsa settimana che regolarizzerà decine di migliaia di immigrati e che si muove in senso completamente opposto alla ‘filosofia’ che ha guidato il parlamento italiano all’approvazione negli stessi giorni del cosiddetto ‘pacchetto sicurezza’ contenete norme restrittive e controverse sull’immigrazione.
Lula ha parlato nel corso della trasmissione radiofonica ‘A colazione con il presidente’ che tiene ogni settimana e che in questo caso è stata spunto per un confronto tra le politiche in materia di immigrazione del grande paese latino-americano e quelle dei paesi ricchi che sempre più spesso preferiscono alzare barriere piuttosto che affrontare il fenomeno alla radice.
“Daremo agli immigrati gli stessi diritti dei cittadini brasiliani – ha detto Lula – ad eccezione del voto e della possibilità di occupare una carica pubblica che restano un’esclusiva dei detentori della nazionalità”. Con questa legge, ha continuato il presidente brasiliano, “diciamo ai migranti che sono nostri fratelli e che si trovano qui per aiutare il Brasile a crescere”.
Lula ha anche annunciato che in occasione del G8 dell’Aquila, che comincia oggi e dove sarà presente, illustrerà ai ‘grandi’ del pianeta “il modo in cui il Brasile tratta gli immigrati”.
La nuova legge consentirà di regolarizzare almeno 50.000 immigrati, secondo fonti ufficiali, fino a 200.000 secondo altre fonti. Essa prevede che gli stranieri arrivati in Brasile prima del 1° Febbraio possano ottenere un permesso di residenza provvisorio che potrà diventare permanente dopo due anni; garantisce inoltre, tra le altre cose, libertà di circolazione, pieno accesso al lavoro remunerato, all’istruzione, alla sanità pubblica e alla giustizia.
“Lavoro e dignità – aveva detto Lula al momento della firma del provvedimento – sono la risposta che il Brasile offre agli immigrati di fronte all’intolleranza dei paesi ricchi”.
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