Uomini armati legati alla vecchia dittaura dei Duvalier girano per le strade della capitale indisturbati. Nel Paese ancora molte armi
Haiti è pronta a sprofondare nuovamente nel baratro? Sembra proprio di sì, secondo le ultime notizie che arrivano dall'isola.
La situazione politica è incrinata. Da una parte il presidente dall'altra i deputati dell'opposizione e la società civile che non vede di buon occhio la stretta amicizia che unisce l'attuale presidente all'ex dittatore Duvalier (figlio) rientrato in patria qualche mese fa, fra i dubbi di quelli che si ricordano il buoi degli anni della dittatura.
E sembra anche che per le strade della capitale siano ricominciate le ronde dei famigerati Tonton Macutes, paramilitari al servizio di "Papa Doc" e "Baby Doc" Duvalier, padre e figlio entrambi dittatori sanguinari. "Le notizie che abbiamo appreso direttamente da Haiti - racconta Roberto Codazzi di Coloresperanza, Ong che lavora sia in Haiti che nella Repubblica Dominicana - sono quelle della presenza di diversi gruppi di uomini armati fino al collo che girano indisturbati per la capitale Port au Prince e che sono riconducibili ai Tonton Macuotes".
Dunque una situazione che è ancora molto lontana da l'essere risolta e che potrebbe sfociare anche in disordini. "In effetti è l'evidente ritorno dei paramilitari legati alla dittatura. Non nella forma che avevano un tempo ma sotto forma di banda armata che però si riconosce in unamatrice politica di stampo duvalierista. Questa è la prova del legame fra l'attuale presidente e il vecchio regime dittatoriale" aggiunge Codazzi.
"Il mio timore e che tutto questo caos possa sfociare nell'ennesima guerra civile. D'altro canto penso che la cosa più rilevante sia stata l'empasse che è durata da maggio a inizio ottobre, dove lo Stato proprio non è esistito. La bocciatura ripetuta dei candidati a primo ministro proposte dal presidente e rifiutate dal parlamento hanno generato un forte inasprimento del confronto. Per cui non c'è stata un'autorità riconosciuta che potesse amministrare il Paese. Noltre, oggi Martelly si rende conto che non può andare avanti per tutto il tempo del suo mandato a governare con un parlamento che gli è ostile, visto che la maggioranza assoluta è del partito dell'ex presidente Preval" conclude Codazzi.
Martelly, il presidente cantante, sembra essere intenzionato a creare, o meglio ricostruire, l'esercito, abolito dall'ex presidente J.B.Aristide, a causa dei continui abusi e delle violenze contro la popolazione nel 1986. Tutto quello di cui Haiti in questo momento non ha bisogno. E per farlo ha chiesto un ulteriore finanziamento di 95 milioni di dollari che ai soldati dovranno arrivare. Di questi 95 milioni almeno 15 li vorrebbe utilizzare come fondo pensione per gli ex soldati, molti dei quali sono invischiati in tremende storie di violenza durante la dittatura.
Il pericolo c'è e si vede. Una forza militare (d'occupazione) nel paese esiste da sette anni e si chiama Minustah, Missione di Stabilizzazioni delle nazioni Unite per Haiti, i famosi caschi blu Onu che durante la loro permanenza sull'isola si sono resi protagonisti di violenze sulle donne, sugli uomini e di qualche omicidio che ancora oggi non è stato risolto. Il loro compito era quello di stabilizzare la situazione nel Paese. Non ci sono riusciti fino a oggi, difficilmente ce la faranno nei prossimi anni.
Alessandro Grandi
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