Harry Zehnder davanti ad uno dei negozi «Eau Miracle», con una cliente che ha appena acquistato quattro galloni d'acqua (Erwin Dettling)
Harry Zehnder ha avuto l'idea di lanciarsi nel commercio di acqua nel 2001: «Da anni vedevo che molte persone, soprattutto bambini, si ammalavano perché la loro famiglia non poteva permettersi di acquistare acqua potabile e doveva perciò accontentarsi di acqua contaminata», spiega a swissinfo.ch.
L'imprenditore svizzero, che vive da 25 anni sull'isola, ha perciò cercato – e trovato – il modo per sbaragliare la concorrenza in questo settore. «Mi sono chiesto: come posso vendere acqua potabile e nello stesso tempo diminuire i prezzi?». La risposta stava nell'imbottigliamento.
Ridurre i costi di produzione del 50%
Riempiere delle bottiglie di plastica alla fonte e in seguito trasportarle nei quattro angoli del paese costava troppo. «Rinunciando a portare le bottiglie al consumatore ho potuto ridurre i costi di produzione del 50%», spiega Harry Zehnder.
La soluzione è stata la creazione di piccoli punti vendita per la sua «Eau Miracle» e di installare sui tetti delle grandi cisterne, nelle quali pompare acqua resa potabile grazie a un sistema di filtrazione ad osmosi inversa e trasportata da autocisterne.
I proprietari dei negozi dell'«Eau Miracle» vendono l'acqua ai privati, che arrivano con le loro bottiglie e bidoni vari. «Io sono responsabile di tutto ciò che concerne gli aspetti tecnici di questi negozi, i proprietari delle botteghe si occupano invece della vendita.» Cinque galloni (circa 19 litri) di Eau Miracle costano 25 Gourdes, che corrispondono a circa 75 centesimi di franco. L'acqua venduta da Zehnder costa la metà di quella della concorrenza.
Non tutti i concorrenti si sono resi conto dell'offensiva portata avanti da Harry Zehnder. «Uno dei tre grossi venditori del paese ha dovuto cessare le attività», osserva l'imprenditore elvetico.
Terremoto, etica ed affari
Il sisma del 12 gennaio scorso ha naturalmente colpito Harry Zehnder. Circa 20 punti vendita sono andati distrutti o sono rimasti danneggiati. La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (l'ente governativo svizzero che si occupa di aiuto allo sviluppo) ha aiutato l'«Eau Miracle», versando 1'800 franchi per ogni negozio danneggiato dal terremoto. A patto, però, che dopo il ripristino del negozio l'acqua venisse venduta per un certo tempo a un prezzo più basso.
Ma dopo una catastrofe come quella che ha colpito Haiti, non è indecente monetizzare un bene come l'acqua? Harry Zehnder non lo ritiene per nulla immorale: «Siamo i soli ad aver mantenuto costante il prezzo dell'acqua negli ultimi cinque anni. Tutti hanno guadagnato grazie al nostro commercio».
L'imprenditore svizzero è pure convinto che il sistema da lui ideato per distribuire l'acqua contribuisca allo sviluppo sostenibile di Haiti. Piuttosto che essere gettate nei greti dei fiumi per poi finire in mare durante la stagione delle piogge, le bottiglie di plastica vengono infatti riutilizzate.
Il fatto di essere straniero non costituisce un ostacolo insormontabile. « Non ho problemi, poiché i venditori nei negozi sono haitiani e do lavoro a diverse persone nello stabilimento dove viene purificata l'acqua ».
Nuovi settori
Dopo il terremoto, la vendita di acqua è aumentata. Il sisma ha lasciato senza tetto moltissime persone e l'approvvigionamento idrico è diventata una delle principali priorità delle organizzazioni d'aiuto umanitario. «Posso garantire una qualità ineccepibile dell'acqua, trattata con sistemi che ne garantiscono la stabilità e permettono di prevenire la proliferazione dei batteri», assicura Zehnder.
L'imprenditore svizzero intende inoltre esplorare nuovi campi d'attività. I negozi «Eau Miracle» fino ad oggi vendevano esclusivamente acqua. «Ciò potrebbe però cambiare», afferma Harry Zehnder. I punti vendita disseminati in tutto il paese potrebbero infatti servire anche per smerciare derrate alimentari e beni di uso quotidiano.
Erwin Dettling, Port-au-Prince, swissinfo.ch
(traduzione di Daniele Mariani)
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