La maggior parte dei coltivatori di questo tubero, infatti, sono piccoli contadini che consumano solo una minima parte del raccolto per le proprie esigenze, vendendo il resto al mercato.
La cassava è un alimento jolly. Dalla lavorazione delle sue radici si ottiene una farina molto utilizzata nella preparazione di alimenti molto diffusi come il «lafun» nigeriano, strisce di radice essiccate al sole, o il «chickwange», ottenuto con l'impasto delle radici fermentate, e poi intinto nell'olio di palma. Con il suo amido si producono colla, medicinali, dolcificanti. E da qualche anno, con la corsa al rialzo nel prezzo del petrolio, la cassava è diventata materia prima promettente per la produzione di bio-carburanti.
Attualmente il virus, che rende inservibile la cassava anche per l'alimentazione animale, ha colpito più della metà delle coltivazioni sulla costa della Tanzania e nella zona attorno al lago Vittoria. Se dovesse attraversare il bacino del fiume Congo e diffondersi in Nigeria, principale produttore, le conseguenze potrebbero essere gravissime. La fondazione di Bill e Melinda Gates ha appena investito 22 milioni di dollari per promuovere una campagna di informazione ai contadini, con l'obiettivo di convincerli a tagliare le piante infette e bruciarle. Il commercio di radici, infatti, è la principale via di diffusione del virus, al quale per il momento nessuna varietà di cassava sembra essere immune.
Dal 2004 la pandemia si è diffusa ad una velocità sempre crescente, e non si può escludere il rischio di una sua diffusione anche al di fuori del continente africano, trasportata via aereo dalla mosca bianca, riconosciuta come portatrice del virus. Lo scenario è dei peggiori, e viene paragonato alla carestia che colpì la coltivazione di patate in Irlanda alla metà dell'Ottocento, conducendo alla morte per fame circa un milione di persone e costringendone all'emigrazione un numero ancora maggiore. Una bomba umanitaria che rischia di esplodere, aggravando le già precarie condizioni di vita di milioni di abitanti dell'Africa rurale.
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1 commento:
Speriamo bene! Se finisce pure la cassava siamo rovinati!!!
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