Thuli Brilliance Makama ha indagato su uccisioni bracconieri
Photo: John Antonelli
Fa l'avvocato in Swaziland, l'ultima monarchia assoluta d'Africa, e deve la sua fama non alle battaglie animaliste, ma alle sue indagini sulla morte di alcuni sospetti bracconieri. Ieri è risultata nel gruppo di vincitori del più prestigioso premio ambientale al mondo, il Goldman Prize. Alla guida del gruppo verde Yonmg Nawe, Makama ha lavorato al fianco delle comunità locali per aiutarle nella loro battaglia legale contro il fiorente business delle riserve di caccia private. Il comitato che le ha assegnato il premio afferma di averla scelta sulla base della sua vittoria nella campagna per aprire alla partecipazione pubblica l'Autorità ambientale dello Swaziland, ma Makama è più nota per la sua lotta contro le riserve di caccia private i cui guardiacaccia uccidono indiscriminatamente i bracconieri. Difendendo i bracconieri, può essere considerata una nemica dell'ambiente, ma si tratterebbe di un giudizio che non tiene conto delle complessità della politica africana. Il montagnoso regno dello Swaziland, incuneato tra Sudafrica e Mozambico, è teatro di un conflitto sempre più profondo tra la gente e i parchi. Metà della popolazione vive in povertà, mentre il regno è diventato una meta rinomata per safari a battute di caccia grossa. I parchi dello Swaziland non sono controllati dal governo, ma da una società, Big Game Parks, i cui guardiacaccia non sono perseguibili se agiscono per "proteggere la cacciagione". Il premio è visto da qualcuno come un affronto a quelle che è considerato il padre della difesa dell'ambiente in Swaziland, il proprietario e gestore di Big Game Parks, Ted O'Reilly. Figlio di un soldato britannico che si stabilì nella zona dopo la guerra Boera, O'Reilly ha convinto il precedente re a fondare dei parchi per proteggere la fauna selvatica dai bracconieri e dall'agricoltura intensiva. Big Game Parks ha ottime credenziali per la tutela faunistica, ma le sue tattiche sono discusse. Nel 1992 con l'aiuto della polizia sudafricana O'Reilly rintracciò in un hotel uomini che praticavano illegalmente la caccia al rinoceronte. Ne seguì una sparatoria e due di loro morirono. Le comunità locali, molte delle quali sono state sradicate dal proprio territorio per far posto ai parchi, lamentano il crescente numeri di sospetti bracconieri feriti o uccisi. Makama ha fatto causa a Big Game Parks, affermando che dal 1997, quando i suoi guardiacaccia hanno ottenuto l'immunità, sono state uccise 50 persone. Secondo O'Reilly senza la sua società i parchi dello Swaziland non esisterebbero e i suoi guardiacaccia agiscono all'interno della legge. "Un numero molto simile di guardiacaccia è stato ucciso da bracconieri" ha dichiarato. Secondo Makama la povera gente fatica a sopravvivere ai confini dei parchi e dipende dagli aiuti alimentari e dalla uccisione di qualche antilope. "Sono solo cacciatori e raccoglitori che ne hanno bisogno per sopravvivere, la gente viene uccisa per aver cacciato una piccola impala" dice l'avvocato. Ieri il comitato promotore del premio ha dato il suo verdetto: "per molti anni queste comunità hanno sopportato brutalità e soprusi ad opera dei proprietari di riserve, e molti sospetti bracconieri sono stati uccisi per preservare la fauna all'interno dei recinti delle riserve". Copyright APCOM (c) Fonte
Back row (from left to right): Lynn Henning (USA); Humberto Ríos Labrada (Cuba); Randall Arauz (Costa Rica) Front row: Thuli Makama (Swaziland); Tuy Sereivathana (Cambodia); Małgorzata Górska (Poland)
http://www.goldmanprize.org/
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