L'arma di Obama è l'opposizione interna, ma con ciò l'Occidente rischia di innescare un bagno di sangue e di fare come Ponzio Pilato.
Le chances per abbattere il regime dei mullah sono in mano all'opposizione. Chiederemo domani conferme a un blogger che vive in Iran, oggi è il momento dell'analisi. Ma prima è necessario un flash che ricordi la ferocia delle dittature. In questi giorni in Iran si è condannato un ragazzo all'escissione dei globi oculari, per un reato commesso all'età di 17 anni. Il Jerusalem Post pubblica un'altra testimonianza: "Per dieci anni, tutte le mattine a scuola, io e miei compagni di scuola dovevamo gridare Morte all'America, Morte a Israele!".
Il futuro inquieta: se il regime riuscisse a ottenere armi nucleari, sarebbe in grado di scatenare una guerra in tutto il Medio oriente, di fronte alla quale quanto visto in questo decennio sarebbe acqua di rose.
Il blog italo-iraniano Lilit scrive che la rivolta dell'Ashura ricorda "il sacrificio dei trecento spartani alle Termopili". L'Ashura è il simbolo stesso della rivolta contro la tirannia, perché celebra "la battaglia di Hossein, figlio di Alì, successore di Maometto, contro il califfo dell'epoca Yazid, una specie di Khamenei. Combatterono in 72, contro un esercito di 30.000 uomini, ed è per questo che nell'immaginario sciita sono un esempio di eroismo".
Per la prima volta, l'opposizione ha messo in crisi il regime, poliziotti e soldati hanno rifiutato di sparare contro la folla. I mujaheddin del popolo invece si rinforzano, mentre il nazionalismo dei curdi iraniani e dei baluci (che pensano a uno stato che sottragga territori a Iran, Pakistan e Afganistan) potrebbe saldarsi all'opposizione dei ceti medi e degli studenti, col risultato di una disintegrazione del vecchio impero persiano.
Di fronte a ciò, l'Occidente appare diviso. La Germania e gli USA hanno tensioni a causa dell'export tedesco in Iran, che viaggia oltre i 5,5 miliardi di dollari annui, col coinvolgimento di colossi come Deutsche Bank e Commerzbank. La Francia insiste per le sanzioni -come fece al tempo della dittatura di Saddam, ma le sanzioni rischiano di punire il popolo. La Cina è legata all'Iran con un filo doppio, dal momento che è riuscita a ottenere nel Balucistan pakistano l'utilizzo del porto di Gwadar, a pochi km. dal confine iraniano, con relative forniture di gas e petrolio. Obama prova a cercare un'alternativa alla guerra, e questo filo passa dal sostegno (occulto?) alla rivolta interna.
L'Iran si ritrova come nel 1979 alla vigilia di una rivoluzione?
Bernard Hourcade, su Le Monde, sostiene che l'opposizione contro lo shah era molto più forte. In questi giorni è stato assassinato il nipote di Moussavi e anche il fratello di un ex ministro riformatore, Abdullah Nouri, è stato ammazzato a Isfahan davanti ai suoi figli. Ibrahim Nazdi, leader del Movimento di liberazione dell'Iran, è finito in galera. Lo stesso è toccato al segretario della più grande organizzazione studentesca e ai collaboratori di Moussavi. Nella città natale di Montazeri è stato imposto il coprifuoco. Il clero non komeinista invita alla moderazione, perché il regime sarebbe pronto a uccidere "anche un milione di persone". Ma l'opposizione si radicalizza e ormai mira ad abbattere la Guida suprema Ali Khamenei. E' vero cha manca un vero leader, ma ciò, dopo l'esperienza komeinista, può essere un pregio. Il vero contropotere per ora è rappresentato da 25 milioni di iraniani che utilizzano il web e da 50 milioni di cellulari. Ecco i Kalashnikov del 2010, pronti a sparare fotografie contro la teocrazia dei mullah, e ridisegnare una nuova mappa dell'Oriente, diversa da quella progettata dalla Cia pochi anni fa, con nazioni nate dalla disintegrazione dell'Iran: il Balucistan, gli Emirati sciiti (Kuwait e dintorni), un grande Kurdistan e un più piccolo Pakistan. Oggi si può arrivare a una nuova Yalta, in accordo con Cina e Russia? La risposta non sta nelle armi di Israele e Stati Uniti, ma nelle mani dell'opposizione interna dell'Iran.
Prima però aspettiamoci delle sorprese. L'Egitto costruisce un Muro contro Hamas sul confine con Gaza: arriveranno reazioni. Turchi e siriani stringono accordi. Cambieranno molte cose, nel prossimo anno.
La cartografia del nuovo Medio Oriente (2006) diviso su basi etniche è opera del Lt Col Ralph Peters of the US National War Academy, who was posted to the Office of the Deputy Chief of Staff for Intelligence. Pubblicato su Armed Forces Journal col titolo di Blood Borders.
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