Il valzer. Dal 1997 è in atto un valzer diplomatico-finanziario tra i due governi coinvolti e la grande impresa affamata dell'oro, l'argento e degli altri preziosi minerali che i millenari ghiacciai Toro I, Toro II ed Esperanca nascondono gelosamente sotto un manto di rocce e ghiaccio. "Per poter sviluppare il progetto in questa zona - spiega il Comitato No Pascua Lama - era necessario poter contare su una legge che concedesse facoltà speciali alle aziende, sopra ogni altra legge nazionale. Per questo, la Barrick Gold redasse un testo legale che venne approvato nel '97 sia da Carlos Menem (presidente argentino) che da Eduardo Frei (il suo omologo cileno)". E iniziarono le esplorazioni, per rendersi conto di cosa e come poteva venire ricavato da quel paradiso che i popoli indigeni e i creoli, finora, mai avevano osato toccare. "Era una regione che i nostri popoli per secoli avevano curato e rispettato", spiegano dal Comitato, precisando che si tratta della zona che comprende la Regione di Atamcama, in Cile, e la provincia di San Juan, in Argentina. Il Trattato minerario che venne sottoscritto da Frei e Menem fu di importanza strategica per la Barrick Gold e per tutte le multinazionali del settore, "perché apriva le porte dell'intera regione, concedendone la sovranità, il controllo delle risorse idriche (e la cordigliera è la madre della nostra acqua) e di quelle minerarie. Un tesoro lasciato alla mercé della volontà predatrice delle transnazionali". Si tratta di un accordo che, per le proteste degli abitanti e dei movimenti ambientalisti nazionali e internazionali, è rimasto congelato fino a oggi, ma che se, come sembra, sarà finalmente lasciato libero di agire, "creerà imperi economici intoccabili" con danni ambientali fuori misura.
Il governo. Dopo l'incontro tra i vertici della Barrick Gold e i governi di Cile a Agentina, infatti, pare alle porte l'avvio dei lavori. Il tira e molla tra gli interessi immani della multinazionale, la contropartita politica e i movimenti di protesta sembra purtroppo arrivato al capolinea. Dopo il tète-à-tète dell'8 maggio scorso tra la presidente argentina Cristina Kirchner e il direttivo della multinazionale canadese, sembra prospettarsi la possibilità che la miniera venga inaugurata il prossimo settembre. "Questo progetto, nell'ambito del Trattato di integrazione mineraria argentino-cileno getta le fondamenta per lo sviluppo minerario nella zona di frontiera", ha commentato altisonante il segretario della mineria Jorge Mayoral. "Si costruirà Pascua Lama, uno dei principali progetti auriferi del mondo, sostenibile dal punto di vista ambientale e che genererà sostanziali benefici per lo sviluppo della regione", ha aggiunto Aaron Regent, rappresentante della Barrick Gold. Si parla infatti di tremila milioni di dollari di investimenti, 5.500 posti di lavoro per la costruzione della miniera a cielo aperto, e 1600 per la produzione. Non solo. Con l'Argentina è stato raggiunto un accordo che prevede l'esenzione dei tributi da versare al paese e una serie di ribassi d'imposta e facilitazioni doganali, se solo la multinazionale estrarrà il metallo dal suo territorio, invece che da quello cileno. Un accordo che ha scandalizzato non solo i movimenti e gli ambientalisti, ma anche buona parte del Parlamento. Primo fra tutti il deputato Miguel Bonasso, uno dei propulsori della Legge di protezione dei ghiacciai, approvata all'unanimità ma, evidentemente, destinata a restare lettera morta. "L'accordo con la Barrick Gold è corruzione del più alto livello", ha commentato.Gli indiani. "Il progetto, che prevede lo "spostamento" dei tre ghiacciai, rischia di mettere in pericolo l'ecosistema dell'intera valle del Huasco, andando a toccare le fonti d'acqua primarie di una regione semidesertica - spiegano i responsabili dell'Associazione per i popoli minacciati - Lo spostamento dei ghiacciai, che più correttamente dovrebbe essere chiamato distruzione degli stessi, andrebbe a stravolgere le falde acquifere e il corso dei fiumi che dai ghiacciai nascono, mentre l'attività mineraria, che fa uso di cianuro e di metalli pesanti, rischia di contaminare ciò che resterebbe delle risorse idriche. A ciò si aggiunge poi l'enorme consumo di acqua da parte della futura miniera (360 lt/s), in una regione per l'appunto già caratterizzata dalla scarsità d'acqua". E che dire degli indigeni? La zona che verrà squartata dalla Barrick Gold è territorio ancestrale dei Diaguita, 70mila persone che vivono solo di agricoltura, come la maggior parte degli abitanti delle due regioni argentina e cilena. Uno sconvolgimento e avvelenamento delle acque porterebbero disastro umanitario, non solo ambientale.
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3 commenti:
Una vergogna che il progetto è stato approvato all'unanimità in Cile. La sete di denaro fa acquistare la coscienza delle persone. :(
Ciao.
Sill
Ed il silenzio mediatico circonda queste notizie...
:-(
infatti, i media dove sono?
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