"Non mi sposterò da questa tenda finché la legge non mi darà ragione. Questa terra, santa per cristiani, ebrei e mussulmani, quella che io chiamo Palestina, è così bella che la vogliono tutti, ma non per questo possono portarmi via di forza da casa mia.”
Fawzieh continuava a scandire con voce calma e determinata queste parole alle persone che si avvicinavano alla sua nuova casa, una tenda piantata nel mezzo di un parcheggio, per dimostrarle il loro appoggio. E’accaduto a Shiek Jarrah, Gerusalemme Est, e la casa dove Fawzieh al Khurd viveva dal 1956 è una delle 28 abitazioni che il governo giordano e le Nazioni Unite avevano costruito per ospitare le famiglie palestinesi che nel 1948, anno della naqba, erano state costrette a scappare dalle loro case. Con il passare del tempo però il governo israeliano si è rifiutato di riconoscere questa decisione ed ha iniziato a rivendicare un diritto di proprietà su queste terre sulle quali si vuole costruire l’ennesima colonia all’interno dei territori palestinesi.
Quando la polizia israeliana ha sfondato la porta della casa di Fawzieh erano le 3 e mezza di mattina del 10 novembre scorso; Fawzieh è stata legata, suo marito, paralizzato e gravemente malato, è stato abbandonato davanti alla porta dei vicini. I soldati hanno preso i mobili e hanno chiuso la casa, lasciando la donna e i suoi cinque figli in mezzo ad una strada.
Fawzieh, il cui marito è morto pochi giorni dopo, si è trasferita nella sua nuova dimora, una tenda costruita con l’ aiuto delle altre 27 famiglie del quartiere che, sapendo che da un momento all’altro avrebbero subito lo stesso trattamento, hanno cercato di richiamare l’attenzione internazionale. E’ anche per questo che nella settimana successiva all’accaduto, le forze israeliane hanno smantellato due volte la tenda che era diventata un simbolo visibile della protesta e della resistenza dei palestinesi di Gerusalemme Est.
L’eco della violenza israeliana è arrivato fino a Bruxelles dove, a fine novembre, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione nella quale ha accusato Israele di agire contro il diritto internazionale. Non solo il governo di Israele non potrebbe espandere la sua giurisdizione su Gerusalemme Est, ma le sue continue incursioni all’interno dei territori di competenza palestinese sono state descritte come un chiaro esempio della crescita dell’attività illegale che i coloni ebrei portano avanti all’interno del territorio palestinese.
di Azzurra Meringolo
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1 commento:
Bellissimo pezzo! Grazie per l'informazione e per il link!
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