Parla NOAM
CHOMSKY
È a Roma il grande linguista e notissimo
pensatore politico, da sempre su posizioni radicali. Lo studioso statunitense
ha partecipato a una ‘talk opera’ in suo onore all'Auditorium Parco della
Musica nell'ambito del Festival delle Scienze. Per la sua conferenza sono già
da tempo esauriti i biglietti. Chomsky, si legge in una nota della Fondazione
Musica per Roma, ha dato “un giudizio assai drastico sulle democrazie europee,
'al collasso totale', spesso gestite da 'burocrati di Bruxelles”
Noam Chomsky
all'Auditorium Parco della Musica di Roma
ROMA -
Noam Chomsky, il maggior linguista vivente, l'autore del capolavoro ‘Il
linguaggio e la mente’, a 86 anni ha mantenuto una lucidità di pensiero che non
lascia spazio a dubbi e illusioni. "Le nostre società stanno andando verso
la plutocrazia. Questo è neo-liberismo" dice Chomsky, in Italia per il
Festival delle Scienze all'Auditorium Parco della Musica di Roma dove è
protagonista di due appuntamenti ‘sold out’ in sale di 700 e 1.200 posti.
Chomsky ricorda che "secondo uno studio della Oxfam, l'ong umanitaria
britannica, 85 persone nel mondo hanno la ricchezza posseduta da 3,5 miliardi
di individui. Questo era l'obiettivo del neoliberismo" di cui parla come
di "un grande attacco alle popolazioni mondiali, il più grande da 40 anni
a questa parte".
In Italia "la democrazia è
scomparsa quando è andato al governo Mario Monti designato dai burocrati seduti
a Bruxelles, non dagli elettori" spiega il linguista di Filadelfia, che
vive vicino a Boston ed è a Roma con la raccolta di testi inediti in Italia su
oltre 40 anni di lotte e pensiero 'I padroni dell'umanità' (Ponte alle Grazie).
Sono saggi politici dal 1970-2013 dove i principali accusati dello sfruttamento
politico e delle guerre, dal Vietnam alla Serbia e all'Iraq, restano gli Stati
Uniti e la società dominata dalle multinazionali.
In generale, "le democrazie
europee sono al collasso totale indipendentemente dal colore politico dei
governi che si succedono al potere perché sono decise - sottolinea Chomsky
– da banchieri e dirigenti non eletti
che stanno seduti a Bruxelles. Questa rotta porta alla distruzione delle
democrazie e le conseguenze sono le dittature". "Mario Draghi -
continua - ha detto che il contratto sociale è morto. Ciò che conta oggi
è la quantità di ricchezza riversata nelle tasche dei banchieri per
arricchirli. Quello che capita alla gente normale ha valore zero. Questo è
accaduto anche negli Stati Uniti ma non in modo così spettacolare come in
Europa. Il 70% della popolazione non ha nessun modo di incidere sulle politiche
adottate dalle amministrazioni". E da chi è composto questo 70%? "Da
quelli che occupano posizioni inferiori sulla scala del reddito. Quell'1% che
sta nella parte superiore ottiene a livello politico ciò che desidera. Questa è
la plutocrazia".
Da sempre punto di riferimento per la sinistra internazionale, Chomsky nei
suoi saggi invita a riflettere sulla manipolazione dell'opinione pubblica. Dei
new media dice: "Hanno portato ad una maggior vivacità di opinioni
rispetto ai media ortodossi" ma un effetto negativo è "la tendenza a
sospingere gli utenti verso una visione del mondo più ristretta perché quasi
automaticamente le persone sono attratte verso quei nuovi media che fanno eco
alle loro stesse vedute. Se uno si informa solo sui blog le prospettive saranno
molto più ristrette". Inoltre, la proliferazione di informazioni ha avuto,
secondo il linguista, come "contraltare la riduzione del livello dei
reportage".
Tra i pensatori più autorevoli del nostro tempo, Chomsky non risparmia
critiche agli intellettuali che, spiega, "hanno tutte le responsabilità
degli altri esseri umani: cercare di incentivare il bene comune e del resto del
mondo". La sfida del futuro è "non limitarci a osservare il corso
degli eventi" e per farlo, conclude, "bisogna eliminare la struttura
di quelle istituzioni che perseguono il 'tutto per noi stessi, niente per gli
altri', non colpire il singolo perché verrà semplicemente buttato fuori dal
sistema".
Nessun commento:
Posta un commento