mercoledì 5 maggio 2010

LIBERTÀ DI STAMPA IN ITALIA

Per RSF l’Italia é al 49° POSTO PER LA LIBERTÀ DI STAMPA”
L’anno scorso era al 44esimo.
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Nella classifica, il nostro Paese è dopo Argentina, Spagna, Francia, Cile, Slovenia, Costa Rica, ma prima di Bulgaria, Brasile, Croazia. L’annuncio questa mattina da parte del Vicepresidente nazionale dell’Associazione “Reporters sans frontieres, per la libertà di stampa”, Domenico Affinito, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta in Piazza Duomo, all’Aquila in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa, decretata dall’Unesco. Sono intervenuti il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, i rappresentati del comitato 3e32 e del “popolo delle carriole”, i giornalisti Tiziana Ferrario, membro del direttivo italiano di Rsf, Paolo Di Giannantonio e il vicepresidente di Reporters sans Frontières Italia Domenico Affinito.
ITALIA: La scheda riassuntiva di Reporters sans frontières
ITALIA: Mesi di attacchi alla stampa libera
REPORTERS SANS FRONTIERES: lista dei 40 “Predatori della Libertà di Stampa nel mondo”
From Rsf Italia 3 Maggio 2010
Fonte
E per Freedom House?
Secondo il rapporto 2010 sulla “Libertà di stampa nel mondo” redatto dalla Freedom House, l’Italia è diventato un paese “parzialmente libero”. Siamo 72mi nel mondo ed ultimi nella Zona dell’Euro. Tutto grazie a Silvio Berlusconi.
Anche quest’anno Freedom House l’organizzazione non governativa che si occupa del grado di “libertà” dell’informazione nei singoli Stati, ha pubblicato il suo consueto rapporto sulla “Libertà d’informazione nel mondo”.

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Con quello pubblicato nel 2010 siamo già alla 30ma edizione ed anche in questa occasione non mancano le sorprese. L’Italia è l’unico paese della Zona Euro ad essere classificato come “parzialmente libero” (partly free), attestandosi così ancora una volta oltre la settantesima posizione – 72ma per la precisione – a pari merito con India e Benin, dietro persino al Cile e alla Corea del Sud.
ITALIA, PARZIALMENTE LIBERA -In Italia la situazione è peggiorata“, scrive Katin Deutsch Karlekar, cofondatrice e presidente onoraria di Freedom House nel suo rapporto, specificando come questo severo giudizio trova fondamento nel fatto che “il Primo Ministro Silvio Berlusconi si è scontrato con la stampa per la copertura della sua vita personale, che ha portato a querele contro i media esteri e locali e alla censura di ogni contenuto critico da parte della TV di stato“. E ancora “Il ritorno al potere di Berlusconi - si legge nel rapporto – nell’aprile 2008 gli ha permesso nuovamente di poter controllare fino al 90% delle emittenti televisive nazionali, mediante gli sbocchi alle televisioni pubbliche e le sue partecipazioni ai media privati“. Soffermandosi poi sul noto conflitto d’interessi che, come sappiamo, oramai crea scandalo soltanto all’estero, la Karlekar scrive: “Il primo ministro risulta essere il principale azionista di Mediaset, del principale editore nazionale Mondadori e della più grande concessionaria di pubblicità Publitalia“. Un ulteriore causa del nostro declassamento secondo l’organizzazione americana sarebbero: “le limitazioni imposte dalla legislazione, per l’aumento delle intimidazioni nei confronti dei giornalisti da parte del crimine organizzato e di gruppi dell’estrema destra, e a causa di una preoccupante concentrazione della proprietà dei media“. Secondo Freedom House, nella classifica sulla libertà di stampa l’Italia ottiene solo 32 voti su 100. E’ l’unico Paese europeo a perdere posizione e soprattutto a retrocedere dalla categoria dei Paesi “free” a quella dei paesi “partly free,” ossia dove la libertà di stampa è parziale, in compagnia d’Israele e Taiwan.
I PIÙ VIRTUOSI E FORTUNATI - Nella classifica redatta dalla Freedom House (letteralmente Casa della libertà) troviamo invece in pole position il terzetto scandinavo Finlandia, Norvegia e Svezia a cui si affianca l’Islanda dove proprio una puntuale campagna di stampa ha permesso ai cittadini di quel paese di scoprire per tempo quanto fosse seria la situazione dei loro conti pubblici e certe operazioni non proprio limpidissime condotte da alcuni istituti bancari islandesi. Venendo ai grandi paesi industrializzati del continente, meglio di noi fanno praticamente tutti gli altri. La Germania è 15ma, l’Inghilterra 17ma, la Francia 21ma e la Spagna 22. L‘Italia in Europa è 24ma, dietro persino a Cipro, Malta e la Grecia.
I CATTIVI DEL MONDO - Dal rapporto di Freedom House emerge come, per l’ottavo anno consecutivo, nel mondo c’è una sostanziale diminuzione della libertà di stampa. Meno del 15% dei cittadini del mondo possono dire di vivere in paesi dove è garantita piena libertà di stampa e quindi d’espressione. Nell’ultimo anno un leggero miglioramento si riscontra solo in Asia mentre la situazione appare particolarmente grave nelle ex repubbliche sovietiche a cominciare dalla stessa Russia, in Africa e in Sud America in paesi come il Venezuela. I paesi che si aggiudicano la poco onorevole qualifica di “non liberi”, sono in tutto 47. Tra questi, le posizioni peggiori sono occupate da un gruppo di 10 dittature a cominciare dalla Corea del Nord, la Birmania, l’Iran, il Turkmenistan, la Libia e Cuba. “In questi stati - si legge nel rapporto – i media indipendenti non esistono o sono messi in condizione di non poter praticamente operare“. Un quadro preoccupante di cui l’Italia non può andare di certo fiera. Ma tanto quale telegiornale vi racconterà stasera di questo rapporto?
 Fonte

1 commento:

il monticiano ha detto...

Ciao, sono passato per leggere il tuo post e per salutarti.
aldo.

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