Questo permette alla nuova censura di conservare le apparenze della diversità e della democrazia.
Questa strategia di diversità si applica innanzi tutto ai telegiornali, prima fonte pubblica dell’informazione.
L’informazione senza informazioni…
E’dagli anni ‘90 che i telegiornali non contengono quasi più nessuna informazione. Si chiamano sempre “telegiornali” ma sarebbe più giusto chiamarli “riviste”.
Un TG contiene una media di 2-3 minuti d’informazione. Per il resto sono solo servizi su aneddoti, fatti diversi, inchieste “people”, reality-show della vita quotidiana.
…Censura senza censori
La finezza della censura moderna risiede nel fatto che non ha censori. Questi sono stati sostituiti con efficacia dalla “legge del mercato” e dall’ “indice di ascolto”. Dal semplice gioco di condizioni economiche abilmente create, le reti televisive non hanno più i mezzi per finanziare un vero lavoro giornalistico, mentre allo stesso tempo, le inchieste “people” ed i reality show fanno più audience con minore investimento.
Anche i fatti importanti vengono trattati in modo “people”, ridotti e minimizzati ad una visione molto ristretta rispetto alla realtà. Ad esempio, per una riunione internazionale al vertice, si vedrà l’intervista al capo cuoco in carica, immagini di sfilate di limousine e di saluti ufficiali, però nessuna vera informazione riguardo ai temi dibattuti dai capi dello Stato. Ugualmente un’attentato verrà trattato con delle inchieste popolari sul luogo del dramma, con le impressioni e testimonianze della gente o l’intervista dei membri delle squadre di soccorso o dei poliziotti.
A questa serie di fatti insignificanti si aggiungono lo sport, i fatti diversi, filmati bucolici su paesini della profonda Italia, senza dimenticarci delle pubblicità mascherate da prodotti culturali lanciati da una campagna promozionale (spettacoli, film, libri, dischi,…).
Un’informazione destrutturata per una memorizzazione minimale
Tutti gli psicologi e i neuroscienziati sanno che la memorizzazione delle informazioni viene sempre realizzata dal cervello in modo ottimale quando queste vengono presentate in un modo strutturato e gerarchico.
La strutturazione dell’informazione è uno dei principi fondamentali insegnati a chi studia giornalismo.
Da più di 15 anni i telegiornali fanno esattamente il contrario, infilando disordinatamente soggetti completamente diversi e di importanza variabile (fatto diverso, un po’ di politica, sport, un tema sociale, altro fatto diverso, ancora della politica, etc…) come se lo scopo di tutto ciò fosse di ottenere dal pubblico una pessima memorizzazione. Una popolazione colpita da amnesia è difatti molto più facile da manipolare…
Autore: ale drago
Giuditta - http://tuttouno.blogspot.com/
Titolo originale: Télévision: de l’info sans infos
Intanto l'attacco alla Rai prosegue con gli sgambetti allle trasmissioni di Santoro e Gabanelli.
Lo stesso discorso vale per la carta stampata.
La regola delle 5 W è la regola aurea dello stile giornalistico anglosassone. Le cinque W stanno per:
WHO (Chi)
WHAT (Cosa)
WHEN (Quando)
WHERE (Dove)
WHY (Perché)
che sono considerati i punti irrinunciabili che devono essere presenti nella prima frase (l'attacco o lead) di ogni articolo, come risposta alle probabili domande del lettore che si accinge a leggere il pezzo.
Ma in Italia l’informazione è asservita alla vita politica del paese.
Ora poi stiamo assistendo all’ultima battaglia settembrina contro la libertà di informazione e quindi contro la libertà di pensiero. In merito voglio segnalare un pezzo estrapolato da un post di Lorenzo Cairoli , che coglie molto bene il momento politico che stiamo vivendo, da battaglia finale contro tutti e tutto.
“Il vero Berlusconi sarà anche il barzellettiere incallito e il gaffeur con l’ossessione della Finlandia, l’uomo-cucù e la mitragliatrice umana, il collezionista di copricapi bizzarri e di tombe etrusche, ma il vero Berlusconi, quello senza maschera e cerone, è quello versione Putin che ringhia a Barroso e ai portavoce UE, è il peligro público – come lo ha definito ‘El Pais’ – che si scaglia contro quei pochissimi mohicani che ancora credono di poter informare liberamente nel nostro paese, è il Don Rodrigo disposto a qualunque colpo basso pur di eliminare chi gli sbarra la strada. Specialmente magistrati e giornalisti, verso i quali nutre un odio smisurato. Nel suo impero mediatico non c’è spazio per i giornalisti scomodi. O ci si piega alla sua manipolazione della realtà e si accetta di diventare megafoni servili, squadristi a mezzo stampa, utilizzatori finali di veline o si fa la fine della Svizzera nei sogni di Gheddafi. Chi pretende di continuare a fare informazione viene accerchiato dai legali del premier, intimidito da richieste di risarcimento astronomiche, assediato nel privato, diffamato, coperto di fango, massacrato. La censura infinita che Minzolini ha imposto al TG1 e il tank Feltri mandato a speronare Boffo sono i due casi più eclatanti, ma non passa giorno che telegiornali e i quotidiani ci offrano esempi di tentata effrazione della verità.”
Nel complesso l’informazione straniera riesce solitamente a far emergere notizie, informazioni, scandali a prescindere dal volere di chi governa, perlomeno in quelle che si definiscono “democrazie".
Da noi, invece, non si scrive per dare un’informazione a chi legge, ma per influenzarne il pensiero. L’esatto contrario del giornalismo, quello che si prefigge di poter dare una fotografia della realtà più possibile vicino a come si è vista, per poter permettere a tutti di costruirsi, maieuticamente, la propria opinione.
Una guerra mentale è in corso in Italia, condotta dall’esecutivo per tacitare, intimidendola, il controllo esercitato dalla stampa e per neutralizzare ogni sorta di contropotere..... segui leggendo
“Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda.”
Horacio Verbitsky
Link utili:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-censura-a-videocracy-e-lassalto-finale-a-rai-tre/
2 commenti:
Ricambio la visita e leggo con molto interesse il tuo post che mi trova pienamente d'accordo, su tutto. Ormai la manipolazione delle nostre è cosa fatta. Sapremo uscire da questo canto di Sirene? Oppure dobbiamo sperare che Don Rodrgio (come lo chiama Lorenzo Cairoli sia colpito da peste bubbonica!!!
Stanno maturando i tempi dell'autodistruzione. Tempi lunghi sì, ma non si sfugge al proprio declino, quando il piedistallo è d'argilla.
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