In testa alla classifica ci sono i partiti politici. E la cosa non suona come una novità. Stando ai dati del "Barometro della corruzione globale", nel mondo e in particolare nel nostro Paese, il binomio politica-mazzette appare sempre più solido. Le cifre parlano chiaro: alla domanda su quale organizzazione sia in assoluto la più corrotta in Italia, il 44% ha risposto i partiti politici. Complessivamente settore privato, Parlamento, media e magistratura non arrivano al 30%. Nessuno, insomma, è immune dalla corruzione. I dati parlano chiaro: in una scala che va da zero (assenza di corruzione) a cinque (estremamente corrotto), i partiti arrivano a 4,1; il privato a 3,2, i media a 3,4 e la magistratura a 3,5.
L'indagine condotta dal Transparency International ha coinvolto 73mila persone in 69 nazioni. A tutti è stato chiesto che tipo di percezione avessero della corruzione e come questa influenzasse le loro vite. I risultati vedono il primato, tutt'altro che invidiabile, dei partiti politici. Sono loro l'istituzione più corrotta. Ma anche il privato ha poco da sorridere: rispetto a cinque anni fa, l'aumento è stato dell'8%. Da notare che mentre in Italia solamente il 7% degli intervistati ritiene che il settore privato sia corrotto, la media europea è del 23% (+16%), con picchi di oltre il 50% nel nord Europa. Ed ancora: più della metà degli intervistati considera la corruzione come un mezzo di pressione illecita ma praticato da parte dei privati per influenzare le politiche governative. Mazzette, dunque. Che più del 10% ammette di aver pagato (un quarto alla polizia).
Significativa poi la tabella che spiega quali siano i settori più colpiti dalla corruzione a seconda delle nazioni. I partiti politici si piazzano in testa, tanto per citare solo alcuni Paesi, in Argentina, Italia, Cile, Serbia, Gran Bretagna, India, Venezuela, Ungheria, Israele. Il settore privato viene additato nel Brunei, in Pakistan, Spagna, Svizzera, Danimarca, Norvegia. I magistrati si piazzano al primo posto in Armenia, Bulgaria, Macedonia, Kosovo, Perù, Senegal e Uganda. Mentre il Parlamento si aggiudica il primato negli Stati Uniti, Panama, Romania e Indonesia.
Se poi si passa alla percentuale dei cittadini costretti a pagare una mazzetta negli ultimi 12 mesi, si vede che in testa si piazzano saldamente il Camerun, la Liberia, la Sierra Leone e l'Uganda.
Altro aspetto da segnalare il paragone tra la ricerca fatta nel 2006 e quella odierna. L'aumento è generalizzato, in particolare quello che riguarda la giustizia dove c'è una crescita della corruzione di 6 punti percentuali.
A fronte di questo, inoltre, spicca un dato preoccupante. Pochissimi decidono di denunciare. Tre quarti delle persone testimoni di comportamenti illeciti hanno tenuto la bocca chiusa. Una tendenza legata alla sfiducia nei confronti delle politiche governative contro la corruzione: solo il 31% le considera efficaci, contro un 56% che non le lega ad alcune risultato. In Italia, poi, le cose vanno ancora peggio: solo il 16% reputa efficace il contrasto, mentre il 69% lo giudica totalmente inefficace. Una cifra ben al di sopra della media europea che vede il 24% soddisfatto (+8% rispetto all'Italia) e il 56% del tutto insoddisfatto (-13% rispetto all'Italia).
Nessun commento:
Posta un commento