mercoledì 2 settembre 2009

LA CADUTA DEGLI DEI È VICINA…

A differenza dell’opinione espressa dal mio maestro Giovanni Sartori in una intervista concessa al Pais il 27/06/09, il discepolo Catone ritiene che mai, come in questo momento siamo vicini alla caduta degli Dei.
Gli dei trovano sempre la pappa pronta. Nel loro cammino si presentano sì ostacoli, ma questi vengono sempre superati o con un giro di boa o con un giro di mazzette. Partiti da una stradina comunale con una “seicento” si ritrovano, dopo pochi anni a sfrecciare in autostrade con una “seimila di cc.” L’edilizia è la loro prima base. Con le speculazioni e la cementificazione si fanno i primi milioni, perchè quelli poi alla fine ci vogliono per comprarsi il nome e la rispettabilità. E quando gli affari cominciano ad andar male resta la risorsa della politica che sistema tutto, anzi li porta nell’Olimpo del Pianeta. Il populino consumatore diventa sempre più loro cliente, cade dalla loro labbra, le loro parole mendaci sono fagocitate come manna, i loro sorrisi beffardi ammaliano le casalinghe di Voghera (ndr: è un modo di dire che non vuole in alcun modo oltraggiare le donne di quella città), , i loro “faso tuto mi”, parole sparse ai quattro venti per non cambiare nulla, se non a proprio vantaggio, sono infine la nuova bandiera del paese di Egoland, una penisola diventata la barzelletta del mondo, patria dell’individualismo e dell’egocentrismo più sfrenato e spietato. A questi nuovi Dei dell’Olimpo nostrano è permesso, ogni vizio e capriccio, specie i più squallidi, fino a tollerare, con benevolenza che instaurino



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E l’Alto Magistero di Roma ?



Concordo qui con il mio maestro Sartori che dice:” Sta molto attenta, ma lui la lascia comandare sempre più. Non ci sono relazioni stato-chiesa, ma solo potere-potere. Anche loro mangiano sulla sua Italia, sulle scuole, sulla fine della vita... È comprata come gli altri. Per questo tace e sopporta. Ecco cos'è la chiesa.”

Ma Sartori, da eminente politologo dovrebbe sapere che a volte basta una palla di neve al posto della valanga per far cadere il birillo. L’ennesimo scivolone avviene sempre nel momento meno opportuno e nel modo più usuale. Alla vigilia di importanti incontri a livello internazionale, su un palcoscenico mondiale preparato per l’autocelebrazione del Capo Supremo degli Dei, ecco sull’asfalto già viscido per le abbondanti piogge di giugno apparire all’improvviso una buccia di gnocca che fa traballare le gambe settuagenarie del Padrone del Vapore. Una gnocca qualunque, una delle tante, una di cui non ricorderebbe neanche il nome, dopo l’inciucio, gli presenta il conto che non ha saldato, per pigrizia o per superficialità o per supponenza. Deux non paga le meretrici, al massimo le redime.

Vizi privati e pubbliche virtù.

“Non sono un Santo”.

Eccolo, il talento di Berlusconi. La battuta autoassolutoria, il declinare i propri difetti a simpatiche manchevolezze. “Non sono un Santo”: in un colpo solo ha cancellato mesi di bugie, pettegolezzi, sconcezze. Nulla esiste più, la bomba è disinnescata. C’è pure l’autoironia di fondo: l’Unto del Signore che, per un attimo, nega la sua essenza divina.

E l’italiano medio ride, ci si rivede, pensa che “anche lui è come me”. Anche lui pensa che la famiglia sia sacra, sì, ma poi si sa che l’uomo è cacciatore e la donna preda (quindi non ci rompete le scatole coi vostri moralismi).

Nel momento stesso in cui il Capo degli Dei ammette di non essere un santo si unisce al coro dei questuanti suoi servitori e si immedesima con le mal celate loro aspirazioni di essere come lui: finalmente liberi di fare di tutto e di più, inganni, porcherie, retorica populista e affari privati. Le intime aspirazioni del populino ricevono una conferma: “siamo come LUI e LUI è come noi “, una immedesimazione totale con il DIO Supremo.

E’ la summa del leader che incarna al meglio il peggio degli italiani. Quello che è sempre più furbo degli altri: che ce l’ha sempre più lungo degli altri.


resisto


INTERMEZZO 1
CAMILLERI

"Fino a quando a dare la misura di Dio sono stati San Tommaso o Sant'Agostino è andata benissimo.
Altrettanto bene è andata quando Dante ci ha detto del suo Dio. E quando Manzoni ci ha parlato del suo. Giganti del pensiero che però, davanti a Dio, hanno la coscienza di essere nani.
Il problema nasce quando i nani ci rappresentano il loro Dio. Allora sì che Dio diventa l'inquilino della porta accanto con il quale si può avere persino una lite di condominio. E il problema si fa ancora più grosso quando un nano si crede addirittura Dio.
Lei pensa che io stia alludendo? Non si sbaglia.".


INTERMEZZO 2

BERLUSCONI IRRISO ALL' ESTERO MA AGLI ITALIANI VA BENE COSI ?


Nei giorni del G8 ero in Corsica, ho comprato l’Express e sono sobbalzato. Il titolo di copertina recitava a tutta pagina: "Enquête sur le bouffon de l’Europe: Berlusconi". Era il culmine di una serie di pesantissime critiche portate al premier italiano da vari giornali europei americani, giapponesi, buona parte dei quali liberali: Financial Times, Daily Telegraph, Wall Street Journal, Herald Tribune, El Pais, El Mundo, Youmuri Shimbun, Vremia Novosti, Tagespiel, Le Monde, The Guardian, The New York Times. Poi il G8 è andato bene (nel senso che non è successo nulla di male) e Obama ha risdoganato, sul piano internazionale, Berlusconi definendolo una "leadership forte", ma i problemi posti dalla figura del Cavaliere al nostro Paese sono rimasti tali e quali. Sono quelli indicati dall’Express che, dopo il titolo irridente, si limita a farne una nuda elencazione.


1) Nel maggio del 1990, quando nessun "accanimento giudiziario" di tipo politico poteva essere ipotizzato nei suoi confronti, Berlusconi è stato dichiarato "testimone spergiuro" dalla Corte d’Appello di Venezia (aveva cioè giurato il falso in tribunale dichiarando che stava nella P2 solo da tre giorni mentre era iscritto da tre anni). Fu salvato da un’amnistia voluta dagli odiati comunisti per ripulirsi delle loro rogne (finanziamenti illeciti da Mosca).
2) Proprietario di metà del sistema televisivo nazionale, là dove in nessun Paese liberaldemocratico un uomo politico può possedere nemmeno un giornale di quartiere. Per cercare di spiegare l’"anomalia" italiana, altrimenti incomprensibile ai suoi lettori, il columnist del New York Times Robert Mackey ha scritto:
"Immaginate un mondo dove Donald Trump possedesse la NBC, fosse presidente degli Stati Uniti, offrisse a Miss California, in cambio dei suoi favori, un seggio al Senato, e sarete solo a metà per capire che cosa succede in Italia".
3) Un colossale conflitto di interessi che si estende dalla Tv all’editoria di carta stampata (è proprietario della più grande casa editrice italiana e di un importante quotidiano) al settore immobiliare, finanziario, assicurativo e persino al calcio, che Berlusconi promise di risolvere nel 1994 ma che da quindici anni sta lì e pesa come un macigno sulla vita politica ed economica italiana.
4) Una serie di leggi "ad personam" e "ad personas" per cavare dagli "impicci giudiziari" sè e i suoi amici, leggi che hanno scardinato codici penali italiani rendendo quasi impossibile il perseguimento di alcuni reati. Berlusconi è stato processato per falso in bilancio, fondi neri, frode fiscale, finanziamenti illeciti, corruzione della Guardia di Finanza, corruzione di magistrati. In alcuni casi se l’è cavata abolendo, per legge, il reato di cui era imputato, in altri con la prescrizione, ma almeno in due occasioni la Cassazione, giudicando sul processo connesso, ha accertato che il Cavaliere quei reati li aveva commessi anche se non erano più perseguibili per il decorso del tempo.
5) "Lodo Alfano" che sottrae il premier a ogni tipo di processo (anche per omicidio) fino alla conclusione del suo mandato, violando il principio-cardine della liberaldemocrazia: l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.
6) Sentenza di primo grado del Tribunale di Milano che ha accertato che Berlusconi ha corrotto con 600mila dollari un testimone, l’avvocato inglese David Mills, perchè rendesse testimonianze false (testimonianze che gli hanno consentito di essere assolto in altri processi).
7) Cena con due giudici della Suprema Corte che dovranno decidere sulla costituzionalità del "lodo Alfano".
8) Intercettazione delle telefonate Berlusconi-Saccà da cui si evince che il premier usa la Rai-Tv, Ente di Stato, per piazzare favorite, sue o dei suoi amici
Domenica scorsa il Daily Telegraph, quotidiano conservatore britannico, ripercorrendo questa lista ha scritto: "In qualsiasi altro Paese Berlusconi, come politico, sarebbe morto e sepolto da tempo". Agli italiani invece va bene così. “
Massimo Fini
Fonte: http://www.massimofini.it/
Uscito su "Il gazzettino" il 31/07/2009


INTERMEZZO 3

LE MILLE BALLE BLU SARDO-ABRUZZESI DELL’ESTATE DI SILVIO
“CERCO CASA A L’AQUILA”, “PASSERÒ AGOSTO A COPPITO” “VENDO VILLA CERTOSA” - “ESTATE AD ARCORE”, “LE MIE CASE AI TERREMOTATI” “VERTICE DEL GOVERNO IN ABRUZZO”. - IN PELLEGRINAGGIO DA PADRE PIO - MI METTO A DIETA -

BERLUSCONI LE SPARA SEMPRE PIÙ GROSSE E MAI NESSUNO GLIENE CHIEDE CONTO.

INTERMEZZO 4

INSABBIARE

Non potendo rispondere, se non con la menzogna, Silvio Berlusconi ha deciso di portare in tribunale le dieci domande di Repubblica, per chiedere ai giudici di fermarle, in modo che non sia più possibile chiedergli conto di vicende che non ha mai saputo chiarire: insabbiando così - almeno in Italia - la pubblica vergogna di comportamenti privati che sono al centro di uno scandalo internazionale e lo perseguitano politicamente. E' la prima volta, nella memoria di un Paese libero, che un uomo politico fa causa alle domande che gli vengono rivolte. Ed è la misura delle difficoltà e delle paure che popolano l'estate dell'uomo più potente d'Italia. La questione è semplice: poiché è incapace di dire la verità sul "ciarpame politico" che ha creato con le sue stesse mani e che da mesi lo circonda, il Capo del governo chiede alla magistratura di bloccare l'accertamento della verità, impedendo la libera attività giornalistica d'inchiesta, che ha prodotto quelle domande senza risposta. In questa svolta c'è l'insofferenza per ogni controllo, per qualsiasi critica, per qualunque spazio giornalistico d'indagine che sfugga al dominio proprietario o all'intimidazione di un potere che si concepisce come assoluto, e inattaccabile. Berlusconi, nel suo atto giudiziario contro Repubblica vuole infatti colpire e impedire anche la citazione in Italia delle inchieste dei giornali stranieri, in modo che il Paese resti all'oscuro e sotto controllo. Ognuno vede quanto sia debole un potere che ha paura delle domande, e pensa che basti tenere al buio i concittadini per farla franca.


Tutto questo - la richiesta agli imprenditori di non fare pubblicità sul nostro giornale, l'accusa di eversione, l'attacco ai "delinquenti", la causa alle domande - da parte di un premier che è anche editore, e che usa ogni mezzo contro la libertà di stampa, nel silenzio generale. Altro che calunnie: ormai, dovrebbe essere l'Italia a sentirsi vilipesa dai comportamenti di quest'uomo. Ezio Mauro


INTERMEZZO 5

PAPA RATZINGER SCRIVE A PAPI BERLUSCONI



Ho intercettato questo breve scritto confidenziale del papa a papi Berlusconi e ho la gioia di presentarlo in anteprima ai miei lettori e lettrici. Leggetelo con devozione come distillato di libertà profetica.

penitenze


Caro, caro fratello in Cristo

in questi giorni non t'ho più visto,

ma sappi che ti sono vicino:

con me sei sempre tanto carino.

Cattivi giornali vogliono spodestarti:

io ti scrivo, invece, per esortarti.

La tua famiglia si è allargata,

dimostri un'accoglienza smisurata.

Corrono a te moltissime donne.

Del resto non si vive solo di madonne.

Da vero cristiano ami la vita comunitaria:

apri le tue ville a gente assai varia.

Vergini o meno, giovani e straniere

in carne ed ossa, proprio donne vere.

Del resto Gesù amava le meretrici,

era il grande amico delle peccatrici.

Generoso tu offri persino un tetto

e metti a disposizione anche un letto.

C'è chi va e chi viene dalle tue ville

rubandoti le poche ore tranquille.

Come sei carino ed accogliente.....

come ti apprezza la tua gente.

Ti raccomando a Maria Immacolata,

madre celeste da te tanto amata.

Difensore della famiglia e della cristianità,

sei uno specchio trasparente di castità.

Finchè sarai dell'Italia l'imperatore,

detterò legge da gran signore.


Papa Benedictus una cum indulgentia plenaria et cum remissione omnium peccatorum.


Fonte

messia


CONCLUSIONE



  • Non sarà certo l’opposizione PD ( intenta solo a lottare contro sè stessa per occupare poltrone all’interno di un partito che esiste solo sulla carta ) a far cadere Deux

  • Non sarà certo la Chiesa (visto che i peccati possono essere cancellati con leggi che favoriscono l’ interesse economico-dogmatico-integralista di Caput Mundi) a far cadere Deux

  • Non sarà certo la crisi economica ( un’invenzione della stampa comunista nostrana, che sparge solo pessimismo ) a far cadere Deux

  • Non sarà certo la stampa estera, sempre pronta a criticare gli alti ..meriti del nostro leader ( sobillata e forse prezzolata dalla stampa comunista nostrana ) a far cadere Deux

  • Non sarà certo il continuo proliferare di dichiarazioni e smentite ( i beoti guardano solo, ma non sanno ascoltare, quell’elettrodomestico chiamato TV) a far cadere Deux

  • Non sarà certo il parto continuo di gaffes, che fanno vergognare di essere italiani, a far cadere Deux

  • Non sarà certo l’aumento del debito pubblico ( dall’inizio di quest’anno sta aumentando di 600 milioni di euro al giorno) a far cadere Deux

  • Non sarà certo l’ira dei terremotati d’Abruzzo ( per aver perso la loro identità in scatole di cemento che certo non rispecchiano lo spirito della vita di una città come l’Aquila) a far cadere Deux

tombarolo


Sarà invece la somma di tutte queste cose. Deux ha lavorato sì per sè stesso, ma , come tutti quelli che si ritengono superiori e pensano quindi di potersi permettere tutto, ha lavorato, grazie ai suoi limiti e difetti, soprattutto contro sè stesso. Il Deux sommo parvenue ( e lo dimostra la sistematica sostituzione della meritocrazia con la mignottocrazia) ha creato le condizioni perchè alla fine anche i suoi deux minori ( arroganti e presuntuosi) si spintonino tra loro per avere un proprio spazio, per darsi visibilità, per crearsi centri di potere alternativi e spodestare questa presenza ormai divenuta ingombrante e fastidiosa, quanto i suoi amati alleati politici del bar dello sport xenofobo ( parlo della razza leghista).


La storia insegna che il signore di turno deve circondarsi di collaboratori intelligenti e capaci, non di prezzolati giullari di corte, perchè sono sì sempre pronti a tessere le lodi del loro signore, ma sono altresì sempre pronti a pugnalarlo alla schiena.



maschera

2 commenti:

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Bellissimo post: le conclusioni prendiamole come auguri :)

Anonimo ha detto...

dopodomani sarà passato un anno, e ancora siamo qui, a sperare in agendo.Ciao Catone come vedi a volte riorno melo avevi chiesto no?
P.S. i simboli sono molto importanti io rivedrei quel Catone i simboli sono stringatissimi compendi del pensiero, voli pindarici, anche se iconici...ci si risente!

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