giovedì 9 aprile 2009

TRA I PENAN MINACCIATI DA DIGHE E BIOCARBURANTI

Penan

“Assistere alla devastazione della terra dei Penan e rendersi conto della velocità con cui il disastro sta avanzando è stato terrificante”. “Intorno alle loro comunità, i disboscatori hanno già distrutto gran parte della foresta facendo fuggire gli animali e rendendo davvero difficile la ricerca del cibo.”

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“Nelle aree disboscate, oggi sorgono piantagioni di palma da olio per la produzione di biocarburanti e altri prodotti. Per i Penan, le piantagioni sono un nemico ancor più temibile della deforestazione stessa perché sono talmente estese da non lasciano loro alcuno spazio per cacciare e raccogliere, così che il loro stile di vita diventa praticamente impossibile”.

”E non è tutto. Nel Sarawak è stata progettata la costruzione di dodici imponenti dighe idroelettriche che sommergeranno i villaggi dei Penan e di altri popoli indigeni. La prima diga è già in costruzione e ai Penan che vivono nella zona è già stato chiesto di andarsene”.

”Sono anni che i Penan cercano di impedire la devastazione della loro terra e delle loro vite erigendo barricate umane e blocchi stradali. Tuttavia, ‘le nostre voci sono poca cosa a paragone di quelle del governo e delle compagnie’ denunciano i loro leader.”

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“I Penan chiedono aiuto per costringere il governo ad ascoltarli, prima che sia troppo tardi ”

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Per noi la foresta è come una banca. Noi non siamo come la gente nelle città che ha soldi e può comprare le cose. La foresta è la nostra vita. Se perdiamo lei e tutto quello che ci fornisce, noi moriremo’.”




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