"La pena di morte è la punizione estrema. È crudele, inumana e degradante. Nel XXI secolo non dovrebbe esserci più posto per decapitazioni, sedie elettriche, impiccagioni, iniezioni letali, fucilazioni e lapidazioni"
Secondo il rapporto di Amnesty International, "Condanne a morte ed esecuzioni nel 2008", tra gennaio e dicembre dello scorso anno sono state messe a morte almeno 2390 persone in 25 paesi e sono state emesse almeno 8864 condanne alla pena capitale in 52 paesi. Il 93% delle esecuzioni interessa cinque Paesi. Oltre alla Cina nell’elenco figurano l’Iran (346), l’Arabia Saudita (102), gli Usa (37) e il Pakistan (36).
Il rapporto dell'organizzazione per i diritti umani segnala i paesi in cui sono state emesse condanne a morte al termine di processi iniqui, come Afghanistan, Arabia Saudita, Iran, Iraq, Nigeria, Sudan e Yemen; l'uso spesso sproporzionato della pena di morte nei confronti di persone povere o appartenenti a minoranze etniche o religiose in paesi come Arabia Saudita, Iran, Stati Uniti d'America e Sudan; il costante rischio che vengano messi a morte innocenti, come dimostrato dal rilascio di quattro prigionieri dai bracci della morte statunitensi. Molti prigionieri subiscono condizioni di detenzione particolarmente dure e sono sottoposti a forte stress psicologico. Ad esempio, in Giappone l'ordine d'impiccagione viene notificato ai prigionieri solo la mattina stessa dell'esecuzione, mentre i familiari vengono informati dopo che questa ha avuto luogo.
"La pena capitale non è solo un atto ma un processo, consentito dalla legge, di terrore fisico e psicologico che culmina con un omicidio commesso dallo stato. A tutto questo dev'essere posta fine" - ha sottolineato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International.
La maggior parte dei paesi del mondo si sta avvicinando all'abolizione della pena di morte: solo 25 dei 59 paesi che ancora la mantengono hanno eseguito condanne nel 2008. Amnesty International ammonisce tuttavia che, nonostante questa tendenza positiva, centinaia e centinaia di condanne a morte continuano a essere emesse in tutto il mondo.
Questi progressi sono stati anche sminuiti dalla ripresa delle esecuzioni a Saint Christopher e Nevis (le prime nel continente americano, esclusi gli Stati Uniti d'America, dal 2003) e dalla reintroduzione della pena di morte in Liberia per i reati di rapina, terrorismo e dirottamento.
"La buona notizia è che le esecuzioni hanno luogo in un piccolo numero di paesi. Questo dimostra che stiamo facendo passi avanti verso un mondo libero dalla pena di morte. La brutta notizia, invece, è che centinaia di persone continuano a essere condannate a morte nei paesi che ancora non hanno formalmente abolito la pena capitale" - ha concluso Khan.
Sommari regione per regione
Il maggior numero di esecuzioni nel 2008 è stato riscontrato in Asia, dove 11 paesi continuano a ricorrere alla pena di morte: Afghanistan (17), Bangladesh (5), Cina, Corea del Nord (15), Giappone (15), Indonesia (10), Malaysia, Mongolia, Pakistan (36), Singapore e Vietnam. Tokyo ha registrato nel 2008 il numero più alto di esecuzioni dal 1975. Solo in Cina hanno avuto luogo quasi tre quarti delle esecuzioni su scala mondiale, 1718 su 2390, dati che si teme potrebbero essere più elevati poiché le informazioni sulle condanne a morte e le esecuzioni restano un segreto di stato. A questi numeri vanno poi aggiunte le sentenze di morte non ancora eseguite, che portano a 8864 il numero accertato delle persone colpite dalla pena capitale. Nella sola Cina tuttavia il numero dei detenuti in attesa di esecuzione è stimato in almeno 7mila persone, cifra che Pechino condivide con Islamabad.
Il secondo maggior numero di esecuzioni, 508, è stato registrato nella regione Africa del Nord - Medio Oriente. In Iran sono state messe a morte almeno 346 persone, tra cui otto minorenni al momento del reato, con metodi che comprendono l'impiccagione e la lapidazione. In Arabia Saudita, le esecuzioni sono state almeno 102, solitamente tramite decapitazione pubblica seguita, in alcuni casi, dalla crocifissione.
Nel continente americano solo gli Stati Uniti d'America hanno continuato a ricorrere con regolarità alla pena di morte, con 37 esecuzioni portate a termine lo scorso anno, la maggior parte delle quali in Texas. Il rilascio di quattro uomini dai bracci della morte ha fatto salire a oltre 120 il numero dei condannati alla pena capitale tornati in libertà dal 1975 perché riconosciuti innocenti. L'unico altro stato in cui sono state eseguite condanne a morte è stato Saint Christopher e Nevis, il primo dell'area caraibica ad aver ripreso le esecuzioni dal 2003.
L'Europa sarebbe una "zona libera dalla pena di morte" se non fosse per la Bielorussia, dove l'uso della pena di morte è avvolto dalla segretezza. Le condanne vengono eseguite con un colpo di pistola alla nuca e non vengono fornite informazioni sulla data dell'esecuzione né sul luogo di sepoltura. Le esecuzioni nell'ex repubblica sovietica sono state quattro.
Nell'Africa sub-sahariana, secondo dati ufficiali, sono state eseguite solo due esecuzioni ma le condanne a morte sono state almeno 362. Quest'area ha registrato un passo indietro, con la reintroduzione della pena di morte in Liberia per i reati di rapina, terrorismo e dirottamento.
Ulteriori informazioni sulla pena di morte nel 2008, tra cui i dati sulle condanne a morte e le esecuzioni, sul numero di paesi abolizionisti e mantenitori e sugli sviluppi dell'ultimo anno, sono disponibili on line.
3 commenti:
Sono contro la pena di morte.
Spero tu non mi giudicherai male, ma non ho simpatia per i cinesi.E' un tipo di cultura che non comprendo e non capisco. E non solo per quanto riguarda le pene Capitali...stanno mandando in via di estinzione diverse razze di Animali. Scherzando dico sempre, che quando avranno finito con loro cominceranno con noi.
Oddio sono andata fuori tema:)
Ritornando al tema...Sono da sempre contraria alle Pene Capitali. Con quale diritto e logica si condannano altri uomini alla morte? Li si condanna per poi farli morire per giusta causa? Chi è carnefice e chi è vittima?
Ci sono tanti altri modi per far scontare i propri errori!
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