Il rapporto, redatto dalla Food Commission per conto della BHF e primo nel suo genere, illustra nello specifico le modalità con cui i prodotti per la colazione e la merenda dei bambini vengono proposti ai genitori.
Questo studio rivela le cinque principali tecniche utilizzate dalle aziende alimentari per far breccia nelle paure e nelle aspirazioni dei genitori, manipolandone la capacità di operare le scelte più idonee per la salute dei figli. Eccole elencate:
- Dichiarare la qualità per nascondere i reali valori nutrizionali. Ad esempio alcune barrette di cereali e cioccolata sono definite "la scelta migliore per uno spuntino leggero" e sulla confezione l'immagine dell'uva e di un sandwich integrale rafforza l'idea di uno snack sano. In realtà le barrette hanno un elevato contenuto di zuccheri - 41g per 100g di prodotto - ma per meglio depistare i genitori viene riportato il fabbisogno nutrizionale giornaliero di un adulto.
- Dichiarare un singolo principio nutrizionale onde distrarre il genitore dal quadro completo. Ad esempio, sulla confezione di un formaggio da spalmare si legge "senza coloranti, conservanti e aromi artificiali" ma con un morso si arriva a coprire quasi un terzo della quota massima giornaliera di grassi saturi prevista per un bambino.
- Dichiarare un singolo beneficio per la salute è un altro sistema ingannevole. La pubblicità di alcuni cereali apparsa sulla rivista Sainsburys sosteneva che tali prodotti contribuiscono a "mantenere sane e forti le ossa dei [vostri] bambini", regalando loro un "risveglio pieno di energia". Non veniva fatto alcun riferimento ai 58,9 g di zucchero nascosti in 100 g di prodotto.
- Far presa sulle emozioni empatizzando con le difficoltà normalmente incontrate dalle madri nella gestione di una famiglia. Nella pubblicità di alcuni filetti di pollo impanati, l'azienda fa leva sul problema delle mamme che chiedono il contributo dei figli nelle faccende domestiche, mostrando alcuni bambini che riordinano volontariamente dopo aver consumato il pasto in questione.
- Utilizzare immagini simboliche per far presa sul genitore ed ingannarlo più facilmente. La pubblicità di un burger al formaggio mostra l'immagine di una mamma possente che dichiara "la battaglia per il pranzo è terminata". L'energica madre, ricoperta di utensili da cucina, invia il messaggio di un pasto sano come quelli fatti in casa, ma in realtà quel burger al formaggio contiene più di un quinto della quota massima giornaliera di grassi saturi prevista per un bambino.
Il rapporto redatto dalla Food Commission fa parte della campagna "Food 4 Thought" [nutrirsi con intelligenza] promossa dalla BHF per combattere l'obesità infantile, allarme sanitario a lungo termine oggi sempre più stringente. Secondo le ultime statistiche, si prevede che entro il 2050 i due terzi della popolazione infantile sarà in sovrappeso o obesa, e che le attuali giovani generazioni saranno le prime ad avere un'aspettativa di vita inferiore a quella dei genitori (1).
Il rapporto inoltre denuncia come le aziende del settore alimentare sfruttino le incongruenze insite nella normativa, per cui se i prodotti ad elevato contenuto di grassi, zuccheri e sodio non dovrebbero essere pubblicizzati durante la messa in onda di programmi per l'infanzia, solo una delle venti trasmissioni più seguite dai bambini si attiene al divieto. Genitori e figli in giovane età sono costantemente bombardati da messaggi pubblicitari fuorvianti messi in onda durante i programmi di prima serata seguito da un pubblico giovane (2).
La BHF ha così presentato al governo la proposta di vietare la messa in onda di spot che promuovano cibo-spazzatura prima delle 21, onde non esporre bambini e genitori a messaggi ingannevoli. Ha inoltre insistito sulla necessità di una normativa più coerente riguardo la promozione del cibo-spazzatura attraverso i media, e sull'obbligo di etichettatura dei prodotti alimentari onde consentire ai genitori di conoscere il valore nutrizionale dei prodotti acquistati per i propri figli.
Peter Hollins, Direttore Generale della BHF, commenta: "È chiaro che le aziende alimentari, per la vendita di prodotti ad elevato contenuto di grassi, zuccheri e sodio, fanno leva sui genitori ricorrendo ad ogni possibile scappatoia legale onde inventare tattiche sempre nuove per allettare bambini e genitori stessi. "Ci siamo rivolti direttamente al governo affinché venga rigorosamente limitata la vendita di prodotti insalubri e perché si adotti un'etichettatura chiara e coerente; abbiamo altresì invitato i genitori ad unirsi a noi nella campagna promossa contro le strategie di mercato che consentono alle aziende di prenderli in giro. Un bambino obeso sarà quasi sicuramente un adulto obeso, con gravi ripercussioni sul futuro tasso di patologie cardiovascolari. Sta a tutti noi fare qualcosa perché ciò non avvenga".
Natasha Hamilton, cantante della nota girl band Atomic Kitten e testimonial della campagna per il 2008 rivela: "Come mamma, sto sempre molto attenta alla salute e al benessere dei miei bambini. Abbiamo una grossa responsabilità nella costruzione del futuro dei nostri figli, ecco perché ho insegnato loro sin da piccolissimi l'importanza di una dieta equilibrata e che il cibo-spazzatura è concesso solo in rare occasioni. Sta a noi genitori mobilitarci sin da subito per la tutela della salute e del benessere dei nostri figli".
L'esempio inglese vale anche per l'Italia
Note
(1) Tackling Obesities: Future Choices, Foresight Report, ottobre 2007
(2) Government must switch on to TV ad failings, says Which?, comunicato stampa del 19 settembre 2008: http://www.which.co.uk/press/press_topics/campaign_news/food/barb_571_156546.jsp
Fonte: http://www.bhf.org/ e http://www.bambinonaturale.it/
4 commenti:
vergognoso
La pubblicità che inganna gli alimenti a basso contenuto di valore nutritivo.
Ciao.
L'inganno "positivo", e nessuno pone fine a questo crimine. Moltissimi anni fa (non c'entra quasi niente con questo post) abitavo in un piccolo condominio dove, dabbasso, insisteva un carrozziere che con le sue vernici, i suoi fumi e i suoi rumori, ci avvelenava la vita, ed era praticamente fuorilegge. Ben due esposti alla procura, all'Asl, non hanno sortito nessun effetto, denuncia agli ambientalisti, lettere dagli avvocati. Nessuno ha potuto farci niente: hanno continuato a lavorare inquinando. E per evitare esiti tragici, soprattutto a livello personale per me e la mia famiglia, fui costretto ad andarmene.
Morale della favola? Un po' come la truffa alimentare, no?
Sempre molto interessanti i tuoi post, grazie.
La pubblicità e i relativi danni che causa è un serio problema. Io, per non sbagliare, cambio canale quando la danno!
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