martedì 31 maggio 2011

PIANTAGIONI DI MARIJUANA E DEFORESTAZIONE MINACCIANO IL PARCO NAZIONALE DI VIRUNGA

gorilla di montagna
Il Parco Nazionale di Virunga si estende su un  territorio di confine tra la Repubblica Democratica del Congo, il Ruanda e l’Uganda. Il parco é composto da un immenso patrimonio forestale e faunistico, da una catena di vulcani[1], e dalla presenza dei gorilla di montagna. Per queste sue particolaritá é un’importante meta turistica riconosciuta a livello internazionale.
Flora e fauna della parte del parco di Virunga che sono all’interno dei confini ruandesi e ugandesi sono ben protette e valorizzate dai due paesi, contribuendo all’industria turisticamo nazionale. Stesso non dicasi per la parte che si trova nel confine del Congo, nonostante gli sforzi di varie organizzaioni ambientalistiche internazionali.
Nella parte del Congo, da anni il parco é divenuto territorio per numerose milizie congolesi o ruandesi che lo usano per stabilire le loro basi e sfruttano le risorse naturali presenti[2].
Negli ultimi due anni le varie milizie e le popolazioni locali hanno iniziato un forte processo di deforestazione per creare del carbone e successivamente dei campi di coltivazione della marijuana. Queste attivitá illegali stanno distruggendo l’habitat naturale dei gorilla di montagna, soprattutto nella zona attorno al vulcano Nyamulagira.
Tonnellate di carbone sono prodotte illegalmente bruciando gli alberi della foresta. Il carbone prodotto dagli alberi viene venduto nelle vicine cittá di Goma, Beni e Bunia.
Questa attivitá illegale viene compiuta dalle popolazioni congolesi che vivono nelle prossimitá del parco protette dalle milizie soprattutto quella hutu ruandese genocidaria, la famosa FDLR.
I paesani congolesi pagano la FDLR (che controlla gran parte del territorio del parco) affiché gli permetta l’accesso alla foresta per produrre il carbone. I ribelli FDLR assicurano, sempre sotto compenso, anche il trasporto del carbone dalla foresta ai centri urbani, effettuato da “onesti” commercianti congolesi.

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Quando un’area forestale viene completamente distrutta per produrre il carbone, il terreno viene successivamente trasformato in coltivazione di marijuana, favorita dal suolo reso fertile dalle ceneri. A differenza della produzione di carbone, le piantagioni di marijana sono di esclusiva proprietá dei ribelli FDLR che vendono il raccolto per comprarsi cibo, attrezzature logistiche, armi e munizioni.
Pur non rappresentando la principale fonte di finanziamento[3], la produzione e il commercio della marijuana offre ottimi guadagni, poiché sta progressivamente diventando uno tra i principali poli di produzione per il mercato regionale.  La marijuana di Virunga é commercializzata fino nella lontana Tanzania.
L’impatto sull’ecosistema é devastante e sta restringendo sempre di piú l’habitat naturale dei gorilla di montagna. A questo si affianca il bracconaggio per vendere parti del corpo di questi animali, come la testa o le mani. Nel solo 2007 l’attivitá di braconaggio ha fatto registrare la morte di sette gorilla di montagna.
Un manipolo di guardie forestali in difesa del parco.
Nonostante che il Parco di Virunga rappresenti una forte fonte di guadagno per l’industria turistica del paese, il Governo Congolese é totalmente assente nella protezione del parco. Complicitá locali con i ribelli ruandesi, mancanza di mezzi finanziari del governo, e un’esercito nazionale quasi inesistente e corrotto, impediscono ogni rafforzamento della lotta contro le attivitá illegali che stanno distruggendo un patrimonio naturale mondiale.
La difesa del parco viene lasciata ad un manipolo di guardie forestali sostenute finanziariamente da associazioni ambientalistiche internazionali come la tedesca Frankfurt Zoological Society con sede di coordinazione regionale a Goma, capoluogo della Provincia del Nord Kivu.
L’unica operazione militare di rilievo contro i ribelli del FDLR é stata attuata nel 2009 dall’esercito regolare ruandese che aveva ottenuto il permesso da Kinshasa di entrare nell’est del paese per debellare la minaccia dei ribelli genocidari hutu.
L’intervento militare ruandese, seppur registrando un discreto successo, é stato successivamente vanificato dal Governo Congolese che é venuto a meno all’accordo di assicurare una presenza militare per impedire al FDLR di riorganizzarsi.
In assenza dell’esercito congolese i ribelli ruandesi si sono riorganizzati e hanno ripreso il controllo dei territori perduti durante l’offensiva dell’esercito regolare del Ruanda.
I rangers congolesi, armati di armi automatiche, sono le uniche unitá militari in difesa del parco. Per la vastitá della riserva naturale e la scarsitá dei mezzi, i rangers controllano solo una piccola percentuale del parco, assicurando la protezione di flora e fauna e l’accessibilitá ai turisti che vengono a vedere i famosi gorilla di montagna.
I rangers congolesi pagano un duro prezzo per difendere il parco. Recentemete 15 rangers che pattugliavano l’area di Kibumba sono caduti in un’imboscata organizzata dai ribelli hutu ruandesi per proteggere una piantagione illegale di marijuana. Un ranger é stato ucciso e quattro feriti.
Imboscate come quella di Kibumba non sono rare nella zona.
I rangers sono stati costretti a rivedere le loro strategie di protezione del parco affiancando ai pattugliamenti di routine, un servizio di intelligence tra la popolazione per raccogliere informazioni sulla presenza dei ribelli, delle produzioni di carbone o delle piantagioni illegali.
E’ doveroso far notare che questa opera di intelligence é limitata e si scontra con la reticenza a collaborare e l’omertá delle popolazioni congolesi che hanno piú interesse a continuare la produzione di carbone, visto che il governo non offre loro nessuna alternativa finanziaria.
La popolazione dei gorilla in aumento.
Nonostante l’azione dei ribelli la popolazione dei gorilla di montagna ha registrato negli ultimi anni un aumento del 26% arrivando agli attuali 480 esemplari. Secondo Emmanuel de Merode, il Direttore del Parco di Virunga nel confine Congolese questo aumento della popolazione dei gorilla é dovuto agli sforzi dei rengers di proteggere il parco.
Un futuro incerto.
Di parere contrario é un mio amico della Guardia Forestale Ugandese. Durante un incontro amicale in un pub di Kampala precedente al mio viaggio a Goma, mi ha espresso il suo punto di vista.
Secondo lui l’aumento del 26% dei gorilla, rivendicato dalle associazioni ambientalistiche internazionali, seppur vero, riguarda per la maggioranza dei casi esemplari che vivono nella parte ugandese e ruandese del parco. Secondo la guardia forestale ugandese l’aumento di nascite tra la popolazione dei gorilla in territorio congolese sarebbe di gran lunga inferiore.
Il mio amico, come del resto il Governo Ugandese, é molto scettica sul futuro del parco. Ammira il lavoro dei rangers congolesi che, secondo lui, sono dei veri e propri eroi visto che il governo non li sostiene.
E’ proprio questa mancanza di sostengno militare, politico e finanziario del Governo di Kinshasa che rende l’opera di protezione dei rangers congolesi dipendente dagli aiuti internazionali e quindi precaria.
Se questi aiuti dovessero finire o dimunire i rangers congolesi non potrebbero piú assicurare la protezione del parco per mancanza di sostegno logistico e finanziario.
Il Ministero Ugandese dell’Agricoltura e Ambiente e quello del Turismo prevedono che fauna e flora del Parco Nazionale del Virunga, col tempo, troverá una salvaguardia solo nella parte del parco all’interno dei confini ruandese e ugandese, se il Governo di Kinshasa continuerá a non agire debellando definitivamente i gruppi ribelli che controllano il parco nazionale.
Peccato, come sottolinea il mio amico, che il Parco Nazionale del Virunga per la maggior parte si estende sul territorio congolese. Nel futuro di questo immenso patrimonio forestale mondiale potrebberero rimanere solo ridotte riserve in  Uganda e Ruanda che, nonostante le entrate provenienti dal turismo sarebbero come le rovine di una bellissima casa data alle fiamme: il Parco Nazionale del Virunga.
Fulvio Beltrami
25 maggio 2011
Goma, Repubblica Democratica del Congo
fulviobeltrami@gmail.com
fulviobeltrami1966@gmail.com

[1] Alcuni di essi ancora attivi come il volcano di Nyaragongo che nel 2002 distrusse la metá della cittá di Goma nella Provincia del Nord Kivu, est del Congo.
[2] Dinnanzi all’offensiva militare dell’esercito ruandese nel 1996 i ribelli hutu trovarono rifugio nell’impenetrabili foreste del Parco di Virunga.
[3] La principale fonte di finanziamento del FDLR proviene dallo sfruttamento illegale delle miniere nei territori sotto il suo controllo
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