mercoledì 21 luglio 2010

TRAFFICI UMANI

La schiavitù esiste ancora

Sambath è un ragazzo di 13 anni proveniente dal villaggio di Snoul Koang (nella provincia cambogiana di Battambang), nato con una deformazione agli arti superiori.

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Sambath, il ragazzo cambogiano di 13 anni. Fotografo: Sergio Grande. (Fonte: Mani Tese)

La sua famiglia - estremamente povera - è composta dalla madre e da numerosi fratelli e sorelle. Non ha potuto frequentare la scuola ed è poi stato vittima di trafficking verso la Thailandia affinché chiedesse l’elemosina per sostenere economicamente la sua famiglia. La sua permanenza in Thailandia è durata circa un anno, poi è stato identificato e arrestato dalla polizia thailandese. Le autorità thailandesi l’hanno successivamente trasferito al Poipet Transit Centre (PTC), al confine tra Thailandia e Cambogia, che a sua volta lo ha indirizzato verso il Centro di Accoglienza di Damnok Toek a Poipet, dove vengono solitamente inviati i ragazzi che hanno meno di 13 anni.
Sambath è rimasto per sei mesi presso il Centro di Accoglienza di Damnok Toek, dove ha avuto la possibilità di ricevere un sostegno psicosociale e un rifugio sicuro dopo le esperienze traumatiche vissute. Successivamente è stato indirizzato al Centro di Damnok Toek a Phnom Penh, che accoglie bambini con disabilità. Da quando è arrivato al Centro di Phnom Penh gli è stato fornito un sostegno psicologico ed è stato iscritto alla scuola La Valla.
Inoltre Damnok Toek gli fornisce anche assistenza medica, cibo, alloggio, sostegno psico-sociale, la possibilità di svolgere attività ricreative e di godere di un’istruzione sia all’interno sia all’esterno del centro.
Sambath oggi è autonomo: può mangiare, lavarsi, disegnare, scrivere, utilizzare la tastiera di un computer e svolgere numerose altre attività. È un ragazzo molto intelligente, molto bravo negli studi e nella pittura. Attualmente frequenta la VI° classe presso la scuola La Valla e l’anno prossimo frequenterà la scuola pubblica.
La storia di Sambath è una delle tante testimonianze di ragazzi vittime di trafficking sostenuti attraverso l’attività congiunta di Mani Tese e dei partner locali.
Il Trafficking - o tratta di essere umani - rappresenta una delle principali violazioni dei diritti umani che colpisce le fasce più vulnerabili della popolazione, in primis bambini e donne.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) stima che nel mondo siano almeno 12,3 milioni i bambini e gli adulti costretti al lavoro forzato, alla schiavitù e all’asservimento a scopo di sfruttamento sessuale. Di questi, l’ILO stima che 1,39 milioni siano vittime di trafficking (nazionale e internazionale) a scopo sessuale. Il 56% delle vittime di trafficking sono donne e bambini.
Questo fenomeno è maggiormente sviluppato in situazioni di estrema povertà o dove la discriminazione di genere e/o etnica è forte. Vengono colpite le fasce di popolazione più deboli e propense a cedere all’inganno di false promesse di una vita migliore attraverso un buon impiego, la possibilità di studiare o un matrimonio agiato.


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Poipet, Cambogia. Da oltre cinque anni Mani Tese è impegnata, attraverso partnership con Ong locali, in progetti di protezione, di sostegno all’istruzione primaria dei bambini che vivono e lavorano in strada, di accoglienza dei bambini vittime di trafficking rimpatriati nel Paese d’origine, progetti a sostegno delle madri dei bambini di strada e sensibilizzazione sulla tematica. Fotografo: Sergio Grande. (Fonte: Mani Tese)

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Poipet, Cambogia. Azioni di informazione e sensibilizzazione anche nel Nord del mondo e di educazione allo sviluppo: in primis perché gli utilizzatori finali delle vittime del trafficking possono anche essere persone provenienti dal nord del mondo. Fotografo: Sergio Grande. (Fonte: Mani Tese)

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La Campagna comprende i Paesi di origine, transito e destinazione della tratta di esseri umani: Filippine, Cambogia, Thailandia, Birmania/ Unione di Myanmar. Il fenomeno della tratta di esseri umani, infatti, è per sua natura spesso un fenomeno transnazionale, e richiede un’azione sinergica sia per prevenirlo sia per affrontarne le conseguenze. Fotografo: Sergio Grande. (Fonte: Mani Tese)

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Poipet, Cambogia. La campagna InTRATTABILI di Mani Tese vuole offrire sia alle potenziali vittime, sia alle vittime e alle famiglie d’origine, sia alle autorità locali, ai gestori di attività commerciali e ai turisti, gli strumenti per riconoscere il fenomeno, i suoi potenziali rischi. Fotografo: Sergio Grande. (Fonte: Mani Tese)

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Poipet, Cambogia. Al centro di Damnok Toek circa 45 bambini al mese vengono aiutati attraverso cure mediche di base, attività ludico-formative, mentre per i più grandi sono previsti corsi di formazione professionale e di avviamento al lavoro. Fotografo: Sergio Grande. (Fonte: Mani Tese

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Poipet, Cambogia. Al Centro di Accoglienza di Damnok Toek, partner locale di Mani Tese, si garantisce ai bambini vittime di trafficking accesso all’istruzione, cure mediche e supporto psicologico, ma anche sostegno alle madri, attraverso la creazione di attività generatrici di reddito. Fotografo: Sergio Grande. (Fonte: Mani Tese)

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Poipet, Cambogia. Il trafficking di esseri umani trova terreno fertile ove le condizioni di vita sono più povere, o dove la discriminazione di genere e/o etnica sia più forte, andando a colpire le fasce di popolazione maggiormente vulnerabili e maggiormente propense a cedere all’inganno di false promesse di una vita migliore attraverso un buon impiego, la possibilità di studiare o un matrimonio agiato. Fotografo: Sergio Grande. (Fonte: Mani Tese)

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Poipet, Cambogia. L’estrema povertà ha trasformato la città in un terreno fertile per il diffondersi della tratta di esseri umani, sfruttamento a fini commerciali o sessuali dei bambini, abuso di droghe, prostituzione, violenza domestica, diffusione altissima di HIV/AIDS, occupazione illegale di terreni, contrabbando e corruzione. Fotografo: Sergio Grande. (Fonte: Mani Tese)

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Poipet, Cambogia. Città di confine con la Thailandia, Poipet è stata raggiunta negli ultimi anni da migliaia di cambogiani alla ricerca di condizioni di vita migliori. Fotografo: Sergio Grande. (Fonte: Mani Tese)

a cura di clip_image021

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