venerdì 3 luglio 2009

AMICO NEGRO

Non ho il coraggio
di guardarti negli occhi
profondi e sconfinati
come profondo e sconfinato
è il tuo continente.
Il tuo sguardo
tradisce ancora
il terrore dello scudiscio
che ha segnato a sangue
la tua pelle negra,
le piaghe delle catene
che hanno imprigionato
la tua libertà,
le sofferenze che
hanno marcato la tua anima
imprimendovi il marchio
di una schiavitù perenne.
Non ho il coraggio
di guardarti negli occhi
amico negro,
perchè bianca è la mia pelle
e temo di recarti nuova offesa.
Vorrei solamente
che una lacrima
potesse lavare l'onta
che per secoli e generazioni
hanno subìto milioni
di altri tuoi fratelli negri.
Ma ho solo il coraggio
di supplicare, a capo chino,
il tuo perdono,
amico negro.

di C. Rovini

12[1]

Oggi, finalmente, l’Italia è ufficialmente razzista. Con l’approvazione definitiva del Decreto Sic!…urezza e l’introduzione del reato di clandestinità, è caduta la maschera dietro cui si nascondeva il perbenismo bigotto e ipocrita di questa razza di nuovi barbari italiani che ha sotterrato il diritto dell’uomo sotto cumuli di ipocrite dichiarazioni in nome di un tanto paventato problema di sicurezza.

La penisola italica è abitata da un popolo dalla memoria labile, infatti non ricorda che per duemila anni è stato schiavo, per più di un secolo è stato emigrante, e che solo da una cinquantina d’anni gode di un discreto benessere che gli ha fatto dimenticare cosa voglia dire lasciare il proprio paese per andare lontano a guadagnarsi il pane.

Pregiudizio e guerra fra poveri. Nei momenti di crisi economica, è un copione che si ripete, propugnato dal potere economico-politico a danno delle parti sociali più deboli. La solita vecchia trappola in cui cadono i soliti beoti.

2 commenti:

➔ Sill Scaroni ha detto...

Solo posso dire: povera Italia. :(

amatamari© ha detto...

Siamo tutti clandestini.
Disobbedienza civile.

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