martedì 2 novembre 2010

LA “TERRA DEGLI UOMINI LIBERI E INTEGRI”

Thomas Sankara nasce quando ancora l’Alto Volta è una colonia francese, il 21 dicembre 1949, terzo di dieci fratelli. La madre Marguerite è di stirpe Mossi, il padre Joseph, di etnia Puel, era stato soldato dell’esercito coloniale francese. “Metà dei bambini nati nel mio stesso anno sono morti entro i primi tre mesi di vita. Io ho avuto la fortuna di sfuggire alla morte e di non cadere vittima di nessuna di quelle malattie che quell’anno fecero più vittime di quanti fossero i nati. Sono stato poi uno dei sedici bambini su cento che hanno potuto andare a scuola, altro enorme colpo di fortuna” Continua…

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Il grande Thomas Sankara nello storico discorso ad Addis Abbeba contro il debito estero e le armi
Ogni volta che ascolto queste parole non posso fare a meno di commuovermi, poi ridere, poi ritrovarmi ancora con la pelle d'oca...
E' il luglio 1987 e il coraggio straordinario di Sankara, l'allora presidente del Burkina Faso, emerge in tutta la sua forza in questo storico intervento al Summit di Addis Abbeba, nella sua consapevolezza dei rischi ai quali andava incontro con queste parole!
Appena tre mesi dopo infatti, il 15 ottobre 1987, Sankara sarebbe stato ucciso in un colpo di Stato.
Informato dei preparativi del colpo di stato aveva risposto: "in Burkina Faso ci sono altri sette milioni di Sankara"...
Ascoltate con attenzione le parole di questo video; vi troverete tutta l'ironia e la lucidità  di un uomo che aveva rinunciato ad ogni privilegio "per restituire l’Africa agli africani".


Per approfondire la figura unica di Sankara potete visitare questi siti:
http://www.giovaniemissione.it/index.php?option=content&task=view&id=1062
http://thomassankara.net/
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Frasi famose di Thomas Sankara

“Un popolo che ha fame e sete non sarà mai un popolo libero!”

Dobbiamo accettare di vivere all’africana, perché è il solo modo di vivere liberamente, il solo modo di vivere degnamente.”

Il nostro paese produce cibo sufficiente per nutrire tutti i burkinabè. Ma, a causa della nostra disorganizzazione, siamo obbligati a tendere la mano per ricevere aiuti alimentari, che sono un ostacolo e che introducono nelle nostre menti le abitudini del mendicante. Molta gente chiede dove sia l’imperialismo: guardate nei piatti in cui mangiate. I chicchi di riso importato, il mais, ecco l’imperialismo. Non c’è bisogno di guardare oltre.”

“Una delle condizioni per lo sviluppo è la fine dell’ignoranza. (...) L’analfabetismo deve essere incluso fra le malattie da eliminare il più presto possibile dalla faccia della Terra”.

Se la rivoluzione perde la lotta per la liberazione della donna, avrà perso il diritto ad una trasformazione positiva della società”; “Il peso delle tradizioni secolari della nostra società ha relegato le donne al rango di bestie da soma. Le donne subiscono due volte le conseguenze nefaste della società neo-coloniale: provano le stesse sofferenze degli uomini e, inoltre, sono sottoposte dagli uomini ad ulteriori sofferenze. La nostra rivoluzione si rivolge a tutti gli oppressi e gli sfruttati e quindi si rivolge anche alle donne”.

Crediamo che il mondo sia diviso in due classi antagoniste: gli sfruttati e gli sfruttatori”; “Non possiamo esimerci dalla ricerca ad oltranza della giustizia sociale”.


“La nostra rivoluzione è e deve essere l’azione collettiva di rivoluzionari per trasformare la realtà e migliorare concretamente la situazione delle masse del nostro Paese. La nostra rivoluzione avrà avuto successo solo se, guardando indietro, attorno e davanti a noi, potremmo dire che la gente è, grazie alla rivoluzione, un po’ più felice perché ha acqua potabile, un’alimentazione sufficiente, accesso ad un sistema sanitario ed educativo, perché vive in alloggi decenti, perché è vestita meglio, perché ha diritto al tempo libero, perché può godere di più libertà, più democrazia, più dignità”.

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