martedì 23 giugno 2009

IL TURISMO MINACCIA LA NATURA

Bahia%20de%20las%20aguilas Bahía de las Águilas, nel Parco Nazionale di Jaragua

Foto: Valeria Vilardo/IPS

PEDERNALES, Repubblica Dominicana. Il Parco nazionale di Jaragua, famoso per ospitare il rettile più piccolo al mondo, sarà in grave pericolo se verranno approvati i grandi progetti alberghieri, invece di iniziative di ecoturismo e sviluppo sostenibile, sostengono alcuni ecologisti locali.

Gli interessi turistici, rivolti ai grandi hotel “all inclusive”, hanno messo gli occhi sulle spiagge di sabbia bianchissima e le acque cristalline di questa zona della Repubblica Dominicana.
Il Parco nazionale di Jaragua, lungo la frontiera con Haiti, nella provincia sudoccidentale di Perdernales, è l’area che ospita la maggiore biodiversità delle Antille. Nei suoi 1.374 chilometri quadrati si trovano foreste, spiagge e isole.
Qui si conservano specie endemiche, come le iguane rinoceronte (Cyclura cornuta) e di Ricord (Cyclura ricordi), a rischio di estinzione. Dal novembre 2002, il parco è uno dei tre nuclei della riserva di biosfera designata dall’Unesco, insieme ai parchi Lago Enriquillo e Sierra de Bahoruco.
Qui è stato scoperto il rettile più piccolo al mondo, il “geco nano” (Sphaerodactylus ariasae), di appena 16 millimetri di lunghezza.
Sulle spiagge del Parco di Jaragua, tartarughe marine depongono le loro uova, come la tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), ed è anche l’habitat della tartaruga d’acqua dolce delle Antille (Trachemys decorata), anch’essa in pericolo d’estinzione.
Il nome “Jaragua” deriva dagli indigeni Taíno, per i quali la zona apparteneva al Caciccato di Xaraguá. È l’unica area protetta della antica formazione geologica nota come Paleoisola del Sud, una delle due che si riunirono 20-30mila anni fa per formare quella che oggi è La Hispaniola (l’isola condivisa da Haiti e Repubblica Dominicana).
La Sierra de Bahoruco, la montagna che ricopre l’intero parco e si estende verso Haiti, era una formazione a parte, e questo spiega perché conservi tante specie endemiche e sia servita come centro di colonizzazione e diffusione di specie vegetali e animali in tutte le Antille, spiegano gli esperti.
Bahía de las Águilas, una spiaggia vergine di sette chilometri lungo la costa occidentale del Parco, ha attirato in diverse occasioni imprese straniere interessate in investimenti turistici.
Il governo sta studiando alcune proposte. Sta già valutando dallo scorso aprile il progetto di un’impresa mineraria canadese, di cui non è stato divulgato il nome - per un investimento di 850 milioni di dollari nella costruzione di due hotel con campi da golf a Pedernales, molto vicino al Parco di Jaragua.
Il progetto si svilupperebbe a Cabo Rojo, a pochi chilometri dalla Bahía de las Águilas, ha spiegato il sottosegretario del Turismo per la zona sud, Altagracia Santana.
Sebbene non sia compreso del Parco, Cabo Rojo fa parte dello stesso ecosistema ed è incluso nella riserva di biosfera protetta dall’Unesco (Organizzazione Onu per l’educazione, la scienza e la cultura).
“Prima di qualunque valutazione, le imprese interessate alla costruzione di hotel hanno l’obbligo di presentare uno studio di impatto ambientale che includa tutti gli elementi previsti dalla Legge 64-00”, ha detto Joselin Livian, vice segretario per l’ambiente della vicina provincia di Barahona.
Sempre a Cabo Rojo, l’impresa mineraria Sierra Bauxita Dominicana estrae bauxite. Un enorme impianto minerario e portuale da cui si esporta il minerale altera il paesaggio di spiagge e oceano blu, e ha cacciato le tartarughe marine che prima deponevano in questa zona.
Per proteggere da altre minacce le tartarughe di Cabo Rojo e le altre spiagge del Parco, il Gruppo Jaragua, l’organizzazione non governativa più attiva nella tutela della zona, lavora per frenare i continui furti di uova e la cattura degli esemplari di tartaruga embricata, dal guscio molto pregiato.
Ma il turismo è un’altra cosa. “L’impatto dell’arrivo di un gran numero di turisti minaccerà non solo le specie endemiche che vivono nell’area, ma l’intero ecosistema, che è unico al mondo”, ha detto Yvonne Arias, direttrice del Gruppo Jaragua.
Il turismo è la seconda principale fonte di reddito del paese caraibico, che ha 676 impianti alberghieri, e che nel 2007-2008 ha accolto otto milioni di visitatori, secondo i dati della Banca centrale. La Repubblica Dominicana ha una popolazione di 9,5 milioni di abitanti.
“Bisogna promuovere lo sviluppo di microimprese locali e infrastrutture amiche dell’ambiente per un utilizzo equo di queste aree, che includano la popolazione locale spesso esclusa dai benefici generati dal turismo all inclusive”, ha osservato Arias.
L’ecoturismo sostenibile potrebbe essere una strategia efficace per lo sviluppo di questa provincia, abitata per oltre il 60 per cento da nuclei familiari poveri.
La mortalità dei bambini fino a cinque anni di età è del 38 per cento a Pedernales, mentre la malnutrizione cronica colpisce il 15 per cento dei minori tra i sei e i 59 mesi di vita - cinque punti percentuali in più rispetto alla media del paese, secondo l’Ufficio nazionale di statistiche.
L’alto tasso di disoccupazione è un altro problema serio, che colpisce ben il 30 per cento degli individui tra i 15 e i 24 anni
.
L’empowerment della popolazione e delle istituzioni locali sono una delle strategie per promuovere la conservazione ambientale dell’area.
È questo l’obiettivo del Progetto Araucaria-Enriquillo, in atto dal 1999 con il sostegno della Agenzia spagnola per la cooperazione internazionale allo sviluppo, che lavora in diverse regioni del sud del paese per rafforzare la gestione pubblica dello sviluppo sostenibile nella riserva di biosfera.©IPS(FINE/2009)
Valeria Vilardo


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Posti incantevoli ma anche qui dovremmo iniziare a preoccuparci, sono centinaia gli scarichi di acque nere che ci sono lungo i nostri litorali, per non parlare di alcuni casi di abusivismo dove si arriva a costruire fino a due metri dal mare. Viva l'Italia!

il monticiano ha detto...

Venire a conoscenza di queste notizie fa capire come ogni tipo di speculazione non produce altro che desolazione, distruzione e inquinamento, per non parlare degli altri danni recati a molte specie di animali in via di estinzione.

catone ha detto...

@ Skiri
Per quanto riguarda l'Italia, la battaglia è ormai persa da tempo e mi rammarico di questa nostra voluta incoscienza.

@ Il monticiano
L'uomo risce sempre a distruggere ciò che la natura gli ha portato in dote.

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