venerdì 6 marzo 2009

IL TRISTE DESTINO DELL’ACCIUGA


Oceana, la più grande organizzazione internazionale per la salvaguardia degli oceani, ha denunciato che la pesca eccessiva di acciughe e sgombri ha lasciato senza cibo i predatori naturali come i delfini e i tonni.
Lo sfruttamento di queste specie ittiche è cresciuto nell’ultimo secolo danneggiando la catena alimentare naturale e gli ecosistemi marini. Nel rapporto pubblicato dalla Fao sullo stato della pesca e dell’acquacultura si legge che la percentuale di cattura a livello mondiale è quadruplicata rispetto agli anni Cinquanta.
Il 90 per cento di specie come il tonno rosso, il pesce spada e altre minacciate d’estinzione è scomparso a causa del sovrasfruttamento. La cattura dei pesci di cui si nutrono i predatori è destinata all’alimentazione umana e un terzo viene utilizzata per produrre oli e farine di pesce per l’acquacoltura del salmone e del tonno. Il resto è impiegato per il bestiame e per la produzione di prodotti farmaceutici.
Fonte: Modus Vivendi.



1 commento:

Sabatino Di Giuliano ha detto...

E' l'uomo il tumore della Terra. Spezziamo ogni catena naturale...
Tristezza

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