Chi colmerà “il divario dell’acqua”?
Il terzo rapporto sullo sviluppo delle risorse idriche dell'Onu “Water in a changing world” (L’acqua in un mondo che cambia), diffuso il 16 marzo a Istanbul in occasione del Forum mondiale sull’acqua, dipinge una prospettiva disastrosa sulle risorse idriche del pianeta.Un terzo della popolazione mondiale non ha accesso all'acqua potabile e a servizi igienico-sanitari adeguati. La crescita demografica, in aumento in tutti i continenti, rischia inoltre di essere la causa della probabile ed imminente crisi del settore idrico. Entro il 2025, si stima che circa 1 miliardo e 800 milioni di esseri umani vivranno in paesi o regioni dove mancherà l'acqua. In Africa fra i 75 e 250 milioni di persone non avranno accesso a questo bene vitale.
I lavori dei delegati che partecipano al V Forum mondiale sull'acqua in programma nella capitale turca fino al 22 marzo (Giornata mondiale dell'acqua) dovranno partire da qui, il tema di questa edizione è infatti ''Colmare il divario per l'acqua''. Il Forum, organizzato dal Consiglio mondiale dell'acqua e dalla Banca mondiale, ha cadenza triennale ed è il più grande evento ufficiale sul tema. Riunisce i ministri dell'ambiente di 180 Paesi, oltre a parlamentari, autorità locali e funzionari governativi, più di 3.000 organizzazioni e circa 20.000 professionisti del settore per, si afferma, trovare soluzioni sostenibili alle sfide idriche mondiali.
Ma nonostante queste belle dichiarazioni, difficilmente ad Istanbul si troveranno soluzioni sostenibili per un'equa distribuzione dell'acqua: a muovere le decisioni dei politici che partecipano al Forum sono più gli interessi economici che quelli delle comunità che rischiano di restare a secco. Anche perché i rappresentanti della società civile non sono stati invitati.
Il controforum: perchè l'acqua è di tutti
Dal 20 al 22 marzo, sempre a Istanbul, i movimenti per l'acqua hanno organizzato un Forum alternativo promosso dai numerosi movimenti mondiali che non riconoscono la legittimità del Consiglio mondiale dell'acqua, accusato di essere un'agenzia privata succube della Banca mondiale, delle multinazionali dell’ acqua e sottomessa alle politiche dei governi delle economie più potenti. Attivisti, rappresentanti di enti locali, studiosi, ong internazionali, discuteranno di proposte sostenibili per una distribuzione equa dell'acqua. L’obiettivo finale del Forum alternativo è di proporre un’ulteriore giornata internazionale per concordare le strategie con i governi e gli enti locali che partecipano al Forum ufficiale, favorevoli al riconoscimento del diritto all'acqua.
Dighe contro lo sviluppoTra i temi che verranno discussi al contro-forum quello del devastante impatto ambientale e sociale delle dighe in molti paesi in via di sviluppo. Recentemente infatti la Banca mondiale ha ripreso a finanziare questi progetti, con l'intenzione dichiarata di promuovere la produzione di energia “pulita” in tutti quei paesi che hanno tanto bisogno di energia quanto di infrastrutture per produrla.
Le imprese delle potenze occidentali si sono subito proposte per realizzare questi grandi progetti, che consente loro di ottenere molteplici vantaggi: in base al protocollo di Kyoto, finanziare la costruzione di dighe, e quindi di energia pulita e rinnovabile, permette di non diminuire le emissioni di gas e di CO2; inoltre, spesso buona parte dell'energia prodotta è diretta ai paesi finanziatori delle dighe. Il trasporto comporta una dispersione fino al 30%, e implica un'enorme produzione. Ecco che a piccoli progetti di dighe che potrebbero fornire tranquillamente le comunità locali con un impatto ambientale contenuto, si preferiscono costruzioni imponenti, che devastano l'ambiente, destabilizzando flora, fauna ed economie locali, imponendo spesso il trasferimento di interi villaggi.
In occasione della giornata mondiale contro le dighe, che si celebra il 14 marzo, la Campagna per la riforma della Banca mondiale ha presentato una pubblicazione su 4 progetti di questo tipo in Africa (Dighe contro lo sviluppo): la diga di Bujagali in Uganda, di Inga in Rd Congo, il Lesotho Highlands Water Project, il Gilbel Gibe in Etiopia. Con Caterina Amicucci, della CRBM, abbiamo parlato delle conseguenze della realizzazione di queste dighe, e delle responsabilità dell'Italia, che risolta coinvolta in tutti e 4 i progetti. Ascolta l'intervista.
Il Tribunale dell'AcquaNel programma del Forum alternativo si inseriscono anche le indagini del Tribunale dell'Acqua che si è riunito sempre ad Istanbul dal 10 al 14 marzo. La corte, supportata dalla fondazione Heinrich Böll Stiftung e dall’organizzazione Tribunale dell’acqua dell’America latina, ha esaminato quattro casi di conflitti correlati all'acqua.
Sul banco della giuria sono finiti i progetti delle dighe che verranno costruite a Yusufeli, Hasankeyf e Munzur sul Trigri e l’Eufrate in Turchia. A creare particolare preoccupazione è la costruzione del bacino idrico a Hasankeyf che, oltre a sommergere completamente la cittadina, comporterà la scomparsa di 250 siti archeologici di grande rilevanza storica. L'opposizione turca e gli attivisti che si battono contro il progetto hanno organizzato manifestazioni in occasione del Forum ufficiale. Il 16 marzo, giornata di apertura dei lavori, la polizia ha disperso i manifestanti con violenza, caricando la folla e arrestando 17 attivisti. Il 18 marzo due attiviste turche che avevano esposto uno striscione contro la costruzione delle dighe sono state espulse dal paese.
Il Tribunale ha discusso inoltre, il piano di costruzione di una diga sul Consorzio bim della Valle d’Aosta . Il programma, in occasione della Giornata mondiale, prevede la proiezione di alcuni cortometraggi, una giornata di formazione con i tecnici del Comune di Aosta e un convegno.
La Regione Toscana, invece, parteciperà al Forum mondiale sull’acqua con il suo progetto "I luoghi dell’acqua per un museo diffuso" una sorta di censimento di tutte le fonti idriche presenti nel territorio dai tempi dei romani ai giorni nostri. Sono molte inoltre le campagne in corso in Italia per il consumo critico delle risorse idriche. Il Imbrocchiamola, lanciata dal sito Altreconomia, in collaborazione con Legambiente. La campagna promuove l'uso dell'acqua di rubinetto sia nei locali pubblici che in casa per evitare, smettendo di consumare l’acqua in bottiglia, inutili sprechi di energia e risorse, la produzione di rifiuti plastici e l’emissione di CO2 causata dai trasporti.
Se pensate che l’acqua debba essere considerata un diritto universale e non una merce valutata per il potere economico non vi resta che diventare Portatori d’acqua, il movimento mondiale fondato da Danielle Mitterrand che, partendo dalle iniziative locali vuole sensibilizzare ad una nuova etica sull’uso delle risorse idriche.
Sara Milanese e Stefania Berlasso
3 commenti:
Se volessi stilare una classifica su quale male perpetrato dall'uomo contro l'umanità sia il più inumano, sena dubbio, il problema della privatizzazione dell'acqua va al 1° posto. Su questa storia occorrerebbe un vero e proprio sommovimento universale.
Concordo con River. Seppure nel suo complesso ogni atto a limitare la libertà umana è un crimine umano senza se e senza ma.
Passo per la prima volta e noto un blog molto interessante.
Questo post affronta un tema delicato ed importante: l'acqua, vera ricchezza dell'umanità e probabilmente motivo di future guerre fra popoli che se ne contenderanno il diritto allo sfuttamento come risorsa. La privatizzazione dell'acqua è decisamente una cosa scandalosa!
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