lunedì 16 marzo 2009

DISCORSO DEL CACIQUE GUAICAIPURO CUATÉMOC

Barcellona : riunione dei capi di stato della comunità europea

front

"Ebbene, io Guaicaipuro (1) Chuautemoc (2) sono giunto fin qui per incontrare coloro che stanno celebrando l'incontro dei nostri due mondi. Ordunque, io, discendente di quelli che popolarono l'America 40mila anni fa, sono venuto fin qui per incontrare quelli che la trovarono solo 500 anni fa. In definitiva, qui finalmente ci incontriamo tutti. Sappiamo quel che siamo, e questo é giá tanto, perché non avremo mai nessun'altra cosa.
Il fratello poliziotto delle frontiere europee mi chiede una carta stampata con un visto, affinché io possa scoprire quelli che ci scoprirono. Il fratello usuraio europeo mi chiede il pagamento di un debito contratto da Giuda, che mai autorizzai a vendermi. Il fratello leguleo europeo mi spiega che ogni debito si paga con interessi , quantunque sia vendendo essere umani o paesi interi senza il loro assenso. Queste sono le cose che sto scoprendo. Peró anch'io posso reclamare pagamenti , e posso reclamare interessi.
Nell'Archivio delle Indie, carta dopo carta, ricevuta dopo ricevuta, e firma dopo firma, risulta che solamente dall'anno 1503 al 1660 arrivarono a San Lucas de Barrameda ben 185 mila chili d'oro e 16 milioni di chili d'argento, provenienti dall'America.
Si trattó di saccheggio? No, io non lo credo! Perché significherebbe pensare che i fratelli cristiani non rispettano il loro settimo comandamento.
Fu una espropriazione? Che Tonatzin mi guardi dall'immaginare che gli europei , al pari di Caino, uccidono e disconoscano il sangue dei loro fratelli!
Genocidio? Con ció si darebbe credito ai calunniatori, quali Bartolomé de Las Casas (3), che qualificarono lo storico incontro come "distruzione delle Indie", o a estremisti come Arturo Uslar Pietri (4) che sostiene che il decollo del capitalismo e l'attuale civiltá europea sono frutto dell'alluvione di metalli preziosi.
No, non é cosí! Questi 185 mila chili d'oro e i 16 milioni di chili d'argento, devono essere considerati come il primo di una lunga serie di amichevoli prestiti che l'America ha destinato allo sviluppo europeo. Qualsiasi ipotesi, autorizzerebbero a presumere l'esistenza di crimini di guerra, e ció potrebbe legittimare non solo la restituzione immediata, ma anche il risarcimento dei danni materiali e morali. A me, Guaicaipuro Chuautemoc, piace credere nella meno offensiva di queste ipotesi.
Questa favolosa esportazione di capitali non fu altro che l'inizio di un Piano Marshall-tezuma per garantire la ricostruzione della barbara Europa, rovinata dalle deplorevoli guerre contro i colti musulmani, creatori dell'algebra, della poligamia, del bagno quotidiano, nonché altre superiori conquiste della civiltá. Perció, mentre si celebra il V Centenario del Prestito, potremmo chiederci: i fratelli europei hanno fatto un uso responsabile, razionale o almeno produttivo delle risorse che con generositá sono state anticipate dal Fondo Indoamericano Internazionale? Con dolore dobbiamo rispondere che no.
Sul piano strategico , lo dilapidarono nelle battaglie di Lepanto, in armate invincibili, in terzi reich, e in altre forme di mutuo sterminio, con il risultato di finire sotto l'occupazione della truppa gringa della Nato, ossia come Panama, peró senza il canale.
Sul piano finanziario, sono stati incapaci -dopo una moratoria di 500 anni- di restituire tanto il capitale come pure i relativi interessi, e persiste la dipendenza dai flussi esterni di liquiditá, dalle materie prime e dall'energia a buon mercato a cui provvede il Terzo Mondo.
Questo deplorevole quadro non fa che confermare una asserzione di Milton Friedman, secondo la quale una economia sovvenzionata giammai potrá funzionare, e ció ci obbliga a reclamare -per il suo stesso bene- il pagamento di quei capitali con relativi interessi che, con magnanimitá, abbiamo tardato tutti questi secoli a mettere all'incasso.
Dicendo questo, chiariamo ai fratelli europei che non ci abbasseremo a pretendere i vili e sanguinari tassi di interesse del 20, e persino del 30 per cento, che i fratelli europei esigono dai popoli del Terzo Mondo. Ci limiteremo ad esigere la restituzione dei metalli preziosi che anticipammo, piú il modico interesse fisso del 10 per cento accumulato, applicato solamente agli ultimi 300 anni, con 200 anni di grazia.
Su questa base, applicando la formula europea dell'interesse composto, rendiamo edotti gli scopritori che ci devono come prima rata del debito, una massa di 185 mila chili d'oro e 16 milioni di chili d'argento, con entrambe le cifre elevate alla trecentesima potenza. Equivale a un numero che per essere integralmente e correttamente espresso, si devono usare piú di trecento cifre, e corrisponde ad un peso che supera grandemente quello del pianeta terra. Quanto peserebbe calcolato in sangue?
Addurre che l'Europa, in mezzo millennio non ha potuto generare ricchezze sufficienti per rimborsare questo modico interesse, sarebbe come confessare il suo fallimento finanziario e/o ammettere la demenziale irrazionalitá del sistema capitalista. Naturalmente, simili questioni metafisiche non sono la preoccupazione di noi indoamericani.
Esigiamo, peró, che si firmi una "lettera di intenti" che disciplini i popoli del vecchio continente e li responsabilizzi a mantenere gli impegni da loro assunti, mediante una svelta privatizzazione o riconversione dell'Europa, che consenta di consegnarcela integralmente come prima rata dello storico debito.
I pessimisti del vecchio continente asseriscono che il loro mondo versa in una bancorotta che impedisce loro di onorare gli obblighi finanziari e morali, ebbene..."


Giunto a questo punto della sua allocuzione, il cacique Guaicapuro Chuautemoc si sorprese nel constatare che la sua voce cessó di uscire ingigantita dal cilindro metallico che stava davanti alla sua bocca. Seguí leggendo a voce alta, senza risparmiare il fiato dei suoi polmoni. Tutto fu vano, e l'esposizione rimase mutilata.
Quattro corpulenti uomini dai tratti caucasici e dai modi marziali, si materializzarono alle spalle del cacicco, lo immobilizzarono, e sollevandolo dal suolo si avviarono verso una uscita. L'allibito cacicco fece appena in tempo ad osservare che gli illustri dignitari seduti attorno al tavolo ovale, che alla vigilia lo avevano gratificato di placche, medaglie e diplomi e che si compiacquero nel volersi far fotografare al suo lato, ora scomposti e gesticolanti esibivano comportamenti che non si confacevano alla maestá del loro rango. Abbondavano i visi contratti dalle severe espressioni torve o minacciose; vi furono taluni che levarono le braccia mostrando mani dalle dita raccolte e con il solo dito medio proteso all'aria; si levarono persino grida confuse e stridule e, su tutte, prevaleva una parola incomprensibile per il cacicco: "manicomio".
Guaicaipuro Chuautemoc uscí definitivamente di scena una volta richiusasi alle sue spalle la porta di sicurezza. L'incontro tra le due civiltá si concluse in un modo assolutamente insperato. Voglia il dio dell'Armonia e della Lungimiranza che non trascorrano altri cinque secoli prima che sia possibile riannodare il dialogo e l'intesa, uniche vie maestre che rendono saggi i popoli di tutti i mondi.
NdT
(1) Guaicaipuro, comandante militare indigeno che combatté le truppe spagnole, nel terroritorio che costoro ribattezzarono Nuova Granada, e che oggi si denomina Venezuela
(2) Chuautemoc, ultimo condottiero atzeca che si immoló nel tentativo di respingere l'invasione mercenaria di Cortes dell'attuale Messico
(3) Bartolomé de Las Casas, vescovo, fu la prima voce che condannó la schiavitú e peroró la causa della natura umana degli abitanti del nuovo mondo
(4) Arturo Uslar Pietri, scrittore venezolano contemporaneo, Premio Cervantes della letteratura, autore di molti romanzi, tra cui spicca "Le lance colorate".

Traduzione di Tito Pulsinelli

Non si sa se sia esistito veramente il cacique GUAICAIPURO CUATÉMOC e se ha veramente pronunciato questo discorso. Resta il fatto che le parole in esso contenute rispondono a verità storiche.


2 commenti:

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Ancora un post sul tuo blog che arricchisce le nostre conoscenze, o magari le rinfresca.
Ciao.

il cuoco ha detto...

Purtroppo non bisogna andare cosi indietro nei tempi e nel mondo per scoprire che qualcuno ci derruba con interessi altissimi (finanzierie e banche) e chè poi questifurti legalizzati servano per finanziare guerre e stragi in nome di furti ancora piu redditizi... diamanti e petrolio... Purtroppo la storia non ci ha insegnato mai nulla .... Guarda in italia ora sono tornate le SSS non servirebbero cento giulio cesare e 200 Mussolini a insegnarci quaslcosa... Come potrebbe riuscirci un povero re distrutto da invasori 600 anni fa?

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