sabato 7 febbraio 2009

MALAWI: EPIDEMIA DI COLERA

Esacerbata dalle scarse condizioni igieniche e dalle inondazioni della stagione delle piogge, l’epidemia di colera è scoppiata nella capitale Lilongwe il 17 novembre, espandendosi rapidamente in due delle bidonville densamente abitate della capitale dove non c’è acqua corrente. L’epidemia ha ora coperto oltre il 30% dei distretti nel paese, con la concentrazione più alta a Lilongwe e nei suoi dintorni.

Acqua1


Sono già morte 39 persone per il colera e oltre 1140 sono i casi registrati. La situazione è estremamente preoccupante poiché la malattia continua a diffondersi e il numero dei contagiati aumenta”, afferma il dottor Moses Massaquoi, coordinatore medico di MSF in Malawi. "Ogni giorno piove a dirotto e le persone che non hanno accesso all’acqua potabile sono costrette a bere acqua dagli acquitrini o da pozzi non protetti nelle bidonville. Essendo il paese uno dei più poveri al mondo, i livelli di acqua e igiene sono molto bassi. Inoltre, le inondazioni fanno traboccare le latrine e così si mescolano i liquami con l’acqua che viene poi bevuta”.
Le equipe di MSF stanno allestendo unità di isolamento nelle zone più colpite di Lilongwe, stanno costruendo latrine e hanno messo a disposizione letti appositi per i pazienti e teli di plastica per rispondere all’epidemia.
“Le autorità stanno facendo il possibile per cercare di contenere l’epidemia”, continua il dottor Massaquoi. “Tuttavia la situazione è molto difficile. In tempi normali il paese soffre di una grave carenza di operatori sanitari, un’epidemia di colera come questa comporta un peso ulteriore su un sistema sanitario in difficoltà e su operatori sanitari già oberati di lavoro”.
“Le persone hanno dimenticato la velocità con cui si diffonde il colera”, dice il dottor Massaquoi. “In questo momento non ci sono abbastanza operatori sanitari in Malawi con l’esperienza necessaria per rispondere a una seria epidemia di colera. Il tempo è prezioso, è necessario agire rapidamente, ma le persone giungono in ospedale troppo tardi. Anche le pratiche tradizionali contribuiscono al preoccupante aumento dei casi, poiché le persone continuano a lavare i corpi dei morti prima della sepoltura, curano e visitano i malati, e mangiano insieme durante i funerali”.
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