venerdì 30 gennaio 2009

FAME e COLERA

Ha ormai superato i tremila morti e i 60mila casi di contagio l'epidemia di colera che dallo scorso agosto ha investito lo Zimbabwe. E la situazione è "fuori controllo". A dare l'allarme è l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha diffuso l'ultimo bilancio dell'epidemia: il numero delle vittime accertate è di 3.161, mentre quello degli episodi conclamati della malattia è di 60.401 . Rispetto all'ultimo aggiornamento di ieri, l'incremento è stato rispettivamente di 57 e di 1.579 unità, facendo registrare così la peggiore epidemia avvenuta in Africa negli ultimi quattordici anni.

Secondo l'Oms, quasi la metà dei 12 milioni di abitanti dello Zimbabwe rischia di contrarre la malattia a causa delle precarie condizioni di vita nel paese. L'epidemia ha già colpito anche i paesi vicini, in particolare il Sudafrica, dove sono stati registrati 2.600 casi di contagio e 31 decessi. Tra le cause dell'epidemia c'è il collasso del sistema snaitario nazionale, dovuto alla grave crisi economica che il paese sta attraversando, e il conseguente inquinamento delle acque.
Come se non bastasse, i 12 milioni di abitanti dell'ex granaio dell'Africa adesso si trovano a fare i conti anche con problemi di nutrizione quotidiana a causa di un governo fantasma che non si riesce a formare da sei mesi, oltre ad un'inflazione che ha raggiunto l'iperbolica cifra di 231 milioni per cento.

Sette milioni di abitanti, sostiene un allarmato rapporto del Pam, per sopravvivere dipendono da un aiuto alimentare. Hanno bisogno di assistenza, devono ricorrere agli aiuti degli organismi internazionali e delle ong che a fatica distribuiscono cibi primari e medicine di base. Il Pam, spiega il portavoce del Programma alimentare mondiale nell'Africa australe, Richard Lee, aveva inizialmente previsto che cinque milioni di abitanti dovevano essere sostenuti entro giugno di quest'anno. Ma la gravissima crisi economica e alimentare del paese ha fatto rivedere al rialzo questa stima e ad anticipare i tempi. Già oggi, a fine gennaio, il Pam è costretto a razionare gli aiuti per riuscire a sfamare tutta la popolazione bisognosa. Ogni famiglia riceverà solo 5 chili di cereali al mese, pari a solo 600 calorie al giorno, rispetto ai dieci ottenuti fino a dicembre scorso e ai 12 distribuiti nel 2008. Se a questo drammatico dato si somma anche il tasso di disoccupazione che ha raggiunto il 94 per cento della popolazione attiva, non è esagerato parlare di disastro umanitario. Soltanto 480 mila persone, su una popolazione di 12 milioni di abitanti, avrebbero un lavoro pagato. Male e poco, ma pagato. Il resto, praticamente la stragrande maggioranza, resta a zonzo tutto il giorno, spesso tappata in casa perché non è in grado di comprare niente. Molti hanno rinunciato al lavoro, come i docenti, gli infermieri e i medici, perché il biglietto del bus con cui si spostano ogni mattina costa più di quanto percepiscono ogni mese. Tra i sei e i sette milioni sono fuggiti nei paesi vicini.




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