"Almeno 250 civili tamil uccisi in una settimana". Per questi pochi civili tamil portati in salvo, altri 250 mila rimangono però intrappolati nei 300 chilometri quadrati di giungla, paludi e palmeti ancora in mano alle Tigri tamil, sotto le bombe dell'esercito che continuano a cadere anche sulla piccola 'zona di sicurezza'. Ieri, mentre le truppe governative continuavano la loro lenta ma inesorabile avanzata conquistando il villaggio di Visuamadu, altri 23 civili sarebbero morti e 121 sarebbero rimasti feriti nei bombardamenti dell'artiglieria singalese. Il dottor Thurairajah Varatharajah, responsabile sanitario governativo del distretto di Mullaitivu, ha dichiarato che i civili tamil uccisi nell'ultima settimana sono "tra i 250 e i 300" e i feriti 1.140.
Il governo di Colombo critica Onu e Croce Rossa. Gli allarmi umanitari lanciati negli scorsi giorni da Croce Rossa Internazionale e Nazioni Unite - a cui oggi fanno eco Human Rights Watch e Amensty International - hanno suscitato seccate reazioni da parte del governo di Colombo. "Non dico che loro (Onu e Icrc, ndr) dicano bugie, ma esagerano", ha dichiarato il ministro della Difesa Gotabaya Rajapakse (fratello del presidente nazionalista, Mahinda), escludendo ogni possibilità di una tregua umanitaria. Rajiva Wijesinha, ministro per la Gestione dei Disastri e i Diritti Umani, è stato ancora più duro, soprattutto verso la Croce Rossa Internazionale: "Le dichiarazioni di Ginevra (che invitavano entrambe le parti alla tutela dei civili, ndr) suggeriscono ignoranza dei fatti o ingenuità. Il principio di neutralità cui la Croce Rossa si attiene non può vuol dire mancare di obiettività e generalizzare così da mettere il governo in cattiva luce".
Enrico Piovesana
Vedi anche qui
Nessun commento:
Posta un commento