Ho saputo la notizia quasi per caso e mi sembrava una delle solite voci che si diffondono in paese, ma che poi risultano prive di ogni fondamento. Ero incredulo, ma la telefonata che poi ho fatto a casa tua mi ha dato la conferma.
La mia mente rifiutava comunque la realtà.
Solo quando ti ho visto steso dentro la bara nella camera mortuaria mi sono reso conto che con te se ne era andato non solo il mio migliore amico, ma anche una parte di me stesso.
Davanti ai miei occhi, carichi di lacrime si affollano mille immagini nei vari momenti della tua vita in cui hai sempre dimostrato un carattere sanguigno, uno spirito combattivo , una vera integrità intellettuale da vero figlio della campagna, quale tu eri. Nondimeno amavi la buona compagnia, la buona tavola , le serate in allegria e il calcio della tua Inter.
Idee chiare, logiche, senza tentennamenti e senza compromessi sono state la caratteristica del tuo essere e del tuo agire.
Eri scherzosamente soprannominato l’”ebreo” dagli amici del bar per una tua supposta tirchieria, ma io posso dire che eri generoso, non sapevi dire di no, avevi un cuore grande, forse troppo grande ed è stato proprio quello che alla fine ti ha tradito.
Mi ricordo da ragazzo quando alle scuole medie battagliavi con la Mema. Mitiche erano le tue litigate con la prof. per eccellenza, famosa per essere un’ottima insegnante ma con un forte pregiudizio verso chi proveniva dai ceti bassi.
Ebbene tu sei stato l’unico studente , figlio di agricoltori ad essere sempre promosso.
Intelligente e dotato di una rara vivacità mentale, sei riuscito a farti strada nel mondo del lavoro senza tralasciare di portare avanti le tue idee politiche in ambito locale, senza mai vincere alcuna battaglia, ma vincendo la guerra, perché l’evolversi degli eventi ti ha dato ragione.
Mancherai tanto alla tua famiglia, ai tuoi colleghi delle Ferrovie, ai tuoi amici del bar, alla tua squadra di calcio amatoriale e mancherai tanto a me che ti consideravo il fratello che non ho mai avuto.
La mia mente rifiutava comunque la realtà.
Solo quando ti ho visto steso dentro la bara nella camera mortuaria mi sono reso conto che con te se ne era andato non solo il mio migliore amico, ma anche una parte di me stesso.
Davanti ai miei occhi, carichi di lacrime si affollano mille immagini nei vari momenti della tua vita in cui hai sempre dimostrato un carattere sanguigno, uno spirito combattivo , una vera integrità intellettuale da vero figlio della campagna, quale tu eri. Nondimeno amavi la buona compagnia, la buona tavola , le serate in allegria e il calcio della tua Inter.
Idee chiare, logiche, senza tentennamenti e senza compromessi sono state la caratteristica del tuo essere e del tuo agire.
Eri scherzosamente soprannominato l’”ebreo” dagli amici del bar per una tua supposta tirchieria, ma io posso dire che eri generoso, non sapevi dire di no, avevi un cuore grande, forse troppo grande ed è stato proprio quello che alla fine ti ha tradito.
Mi ricordo da ragazzo quando alle scuole medie battagliavi con la Mema. Mitiche erano le tue litigate con la prof. per eccellenza, famosa per essere un’ottima insegnante ma con un forte pregiudizio verso chi proveniva dai ceti bassi.
Ebbene tu sei stato l’unico studente , figlio di agricoltori ad essere sempre promosso.
Intelligente e dotato di una rara vivacità mentale, sei riuscito a farti strada nel mondo del lavoro senza tralasciare di portare avanti le tue idee politiche in ambito locale, senza mai vincere alcuna battaglia, ma vincendo la guerra, perché l’evolversi degli eventi ti ha dato ragione.
Mancherai tanto alla tua famiglia, ai tuoi colleghi delle Ferrovie, ai tuoi amici del bar, alla tua squadra di calcio amatoriale e mancherai tanto a me che ti consideravo il fratello che non ho mai avuto.
Ciao Rino.
2 commenti:
un saluto
Mi sembra inopportuna qualsiasi parola, di fronte al tuo dolore. Allora, solo un saluto.
Linda
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