venerdì 3 giugno 2011

PRECARIATO. ASPETTANDO UNA "PUERTA DEL SOL" DEI "BIAGIZZATI"

Anche il Papa ha ritenuto di spendersi contro il precariato che "sottrae futuro e serenità ai giovani."


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Sono  oramai in molti ad esprimersi contro i guasti provocati dalla legge Biagi, ma nessuno si azzarda a proporre la sua abrogazione. Per  liberare dalle catene della schiavitù  milioni di persone costrette nelle gabbie del  precariato basterebbero due cose: abrogare la legge Biagi e fissare a 1.000 euro il salario minimo garantito. Stabilire inoltre che nessun lavoratore a qualsiasi titolo può essere privato dei diritti garantiti dalla Costituzione come il riposo, le ferie, la remunerazione dei giorni di malattia, la pensione, gli assegni familiari. Ma questa "riforma" non sarà mai fatta dal governo Berlusconi, nè potrà essere fatta da un eventuale governo di centrosinistra in gara con la destra per acquisire i favori della Confindustria. Il Pd condivide la legge Biagi ed ha costretto la Cgil a firmarla con gli accordi del 20 luglio 2007 con il governo Prodi.  A parte qualche lacrimuccia di circostanza che viene versata di tanto in tanto per la condizione di tantissimi giovani, non esiste una sola iniziativa per liberare l'Italia della legge Biagi e semmai viene agevolata la tendenza a farne la legge universale per l'avviamento al lavoro.
Per rimuovere questo grimaldello della giustizia sociale italiana ci vorrebbe o una rivolta dei "biagizzati"  o una iniziativa della magistratura che impugni la normativa.  La Cgil non alzerà mai un dito perchè essa stessa applica il precariato con i suoi dipendenti. La Cisl si vanta con Bonanni di avere addirittura immaginato e creato la legge nel 2003 con Maroni ministro del welfare. I partiti politici, le cooperative, i sindacati, le associazioni di produttori, gli enti bilaterali, migliaia e migliaia di enti applicano il precariato al loro personale e non faranno mai niente per sostituirlo con qualcosa di decente.
Il precariato è un flagello di tutte le famiglie ed in particolare di quelle della classe operaia.E' un vero e proprio shck per quanti, conseguita la laurea magari con ottimi voti, si vendono costretti a svendersi per pochi soldi e nessun diritto. Viene raccontata la favola di un mutamento intervenuto nel profondo dell'economia che incide sul mercato del lavoro. Non è vero: i posti di lavoro sono sempre quasi tutti stabili e fissi; cambia la loro erogazione che viene ora assegnata ad una manodopera a bassissimo costo e che deve essere ricattata.La condizione del lavoro precario è orami diffusa e penetrata in tutto il mondo del lavoro e tende a pervaderlo tutto. Il lavoro a tempo indeterminato è influenzato dal precariato dal momento che non ci vuole molto al padronato per inventarsi una ristrutturazione dalla quale fare uscire con le ossa rotte i dipendenti costretti ad accettare una nuova condizione precarizzata e deprezzata:  prendere o lasciare.
Nonostante tutto questo il  padronato italiano continua a dichiararsi insoddisfatto. Vuole ancora di più. Il presidente della Fiat, il giovane Elkan, ha rimproverato la Confindustria di non fare abbastanza per avere ancora più "flessibilità". La Marcegaglia ha attaccato il governo dichiarandosi insoddisfatta degli ultimi dieci anni italiani. Avrebbe voluto di più. Naturalmente Bersani è pronto a strizzare l'occhio alla Marcegaglia e fargli intendere che se al governo arriva lui ed il suo partito le condizioni per gli industriali saranno migliori. Più flessibilità, flessibilità ed ancora flessibilità
Forse è necessaria una manifestazione come quella spagnola di Puerta del Sol e forse bisognerà andare oltre verso un conflitto sociale di nuovo tipo.  La crisi dichiarata nella cantieristica ed il trasferimento della Fiat negli Usa lasciano intendere che l'Italia, nella divisione internazionale del lavoro, è stata destinata a perdere la manifattura pesante e l'industria di base. L'Italia viene immaginata dal capitalismo globalizzato come un'area senza  aziende importanti, senza leggi, senza diritti, dove fare investimenti mordi e fuggi, dove sfruttare eserciti di persone sottopagate. L'Italia ha bisogno di fuoriuscire da questa oramai finta democrazia governata dal bipolarismo e darsi un nuovo assetto. Ma in Germania e in Francia le classi imprenditoriali hanno avuto la mano più leggera. In Italia si è giunti all'assurdo di giovani costretti a pagare per lavorare... Non si può più continuare così
Pietro Ancona
già segretario della CGIL siciliana e membro del CNEL

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