mercoledì 23 dicembre 2009

GESÙ, FIGLIO DEL NOSTRO TEMPO

La figura del Nazzareno rispecchia le inquietudini di oggi.

Dice Giancarlo Gaeta l’ultimo e il più accurato tra i traduttori dei Vangeli (Einaudi), il curatore delle opere di Simone Weil (Adelphi), l’autore dei ritratti dei massimi pensatori religiosi del secolo scorso (Le cose come sono, Scheiwiller) nel suo recente studio su Il Gesù moderno (Einaudi, 140 pagine, 10 euro) che “la storia della ricerca moderna sulla vita di Gesù è stato il tentativo di ridisegnarne l’immagine tradizionale per portare alla luce ciò che essa cela: l’uomo del proprio tempo, un personaggio marginale vissuto nella Palestina del primo secolo che osò credere in un rivolgimento prossimo dell’esistenza del suo popolo a opera di Dio stesso, ma che pagò con la vita il suo sogno”.

bassorilievo in ceramica di Francesca Ciani


È dei nostri ultimi decenni un’attenzione mediatica quasi spasmodica sulla figura del profeta della Galilea, dimostrata da film e romanzi, da reclamate divulgazioni e da special televisivi, e arrivando fino a Dan Brown e a Corrado Augias, in risposta alla ripresa di interesse sulla figura del Gesù storico.
Esiste una scuola di studi “americana”, per esempio, che appare la più spregiudicata nell’affrontare Gesù fuori dalle convenzioni della religiosità europea sia protestante che, soprattutto, cattolica. Esiste perfino una scuola ebraica, che vede Gesù dentro il contesto della Palestina del suo tempo, e lo recupera alla propria storia. Ma soprattutto esiste una scuola europea, d’impianto ora più storico e ora più teologico (che significa, quest’ultimo, il riconoscimento della divinità di Gesù, figlio dell’uomo ma espressione di Dio, e a questa scuola si riallaccia infine la vita di Gesù scritta addirittura dal papa attuale) che ha aperto la strada con alcuni grandi, grandissimi studi a una visione di Gesù diversa da quella della cieca fede o del dettato positivista, dall’insistenza sulla sola umanità o sulla assoluta divinità, che si confronta con ciò che Gesù pensava di sé e della sua missione (dai Vangeli e altri testi) e con ciò che di Gesù hanno pensato i suoi primi seguaci.
Il “Gesù terreno” e il “Gesù della fede” (il Gesù che risorge) si incontrano in alcuni studiosi e si distanziano invece in altri, ma resta il fatto che con Gesù la nostra civiltà continua a fare i conti, e lo fa oggi in modi molto nuovi, grazie a ricerche ostinate e alle ardite letture dei loro risultati. Centrale in questa ricerca è l’approfondimento “del significato che la sua esperienza ha avuto per i suoi seguaci” ed è la comprensione della natura escatologica dei Vangeli, con la loro convinzione di una prossima trasformazione della propria storia a opera di Dio.

jesus_bbc1

Liberato dagli “abiti sfarzosi” del Monarca, Gesù veniva di nuovo vestito degli stracci del povero, diceva Albert Schweitzer, che fu uno di coloro che per primo, all’inizio del secolo scorso, ha studiato il Gesù vero, cercando tra i pochi, tra i pochissimi di seguirne l’esempio con il suo lavoro africano di medico dei lebbrosi, convinto che quell’insegnamento comportasse di conseguenza una mutazione molto concreta, non solo di idee ma di comportamenti, di vita.

jesus_bbc2

Liberato dagli “abiti sfarzosi” del Monarca, Gesù veniva tirato da tutte le parti secondo visioni estreme, anche semplicistiche, come un guru indianeggiante, un rivoltoso politico, l’antenato del moderno pacifismo o addirittura il profeta di una libera sessualità o, al contrario, di un ascetismo più narcisista e salutista che mistico. Di Gesù la nostra civiltà ha evidentemente ancora bisogno, alla ricerca di una guida nella disorientante oscurità dei tempi, di una giustificazione a comportamenti politici dubbi (il richiamo di comodo a una identità cristiana). È forse l’impossibilità di dire più di quel che già si sa della figura storica di Gesù che permette di tirarla in tante direzioni. Ma resta il fatto che il mondo contemporaneo sembra aver bisogno di Gesù più che mai, reinterpretandolo e non solo studiando fonti nuove, peraltro assai scarse. Di fatto, gli studiosi della vita di Gesù l’approfondiscono e ridiscutono a partire da ricerche collaterali: la Palestina del tempo, la cultura giudaica e quella ellenistica, il modo in cui i seguaci di Gesù hanno vissuto e scritto, interpretando i suoi atti e le sue parole a posteriori.
Numerosi gli studi, oggi, di ebrei che recuperano Gesù alla cultura ebraica vedendolo come ebreo tra ebrei anche con la sua aggiunta, la sua proposta.
In definitiva, le nuove letture della figura e del pensiero di Gesù, Uomo o Dio, sono pur sempre determinate dal nostro presente, e dalle sue inquietudini. E se è vero che “l’unica storia di Gesù che si può scrivere è quella della sua ricezione” e cioè di come ogni tempo ha “letto” la sua figura, è pur vero che quella storia continua a riguardarci, a giudicare dalle tante letture che va stimolando e alle loro ricadute sui media, all’interesse che Gesù continua a suscitare nell’uomo contemporaneo in risposta alle sue inquietudini, alle sue angosce, al suo sentimento di inadeguatezza, di insufficienza.

di Goffredo Fofi

E seguendo l'insegnamento di Gesù, pubblichiamo la parte finale dell'allocuzione che il Papa ha tenuto ai vescovi del sud del Brasile, in visita «AD LIMINA APOSTOLORUM» [..]


”In questo senso, cari fratelli, vale la pena ricordare che lo scorso agosto, ricorrevano 25 anni dall'istruzione Libertatis Nuntius della Congregazione per la Dottrina della Fede, su alcuni aspetti della teologia della liberazione, dove si sottolineava il pericolo comportato dall'adozione acritica, da parte di alcuni teologi, di opinioni e metodologie derivanti dal marxismo. Le cui conseguenze, più o meno visibili, fatte di ribellione, divisione, dissenso, offesa, anarchia, si fanno ancora sentire, creando nelle vostre comunità diocesane grande sofferenza e grave perdita di forze vive. Chiedo a tutti coloro che in qualche modo sono stati attratti, coinvolti ed interessati nel loro intimo da alcuni principi ingannevoli della teologia della liberazione, di confrontarsi di nuovo con la dichiarazione di cui sopra, accogliendo la luce benigna che essa offre a mano tesa; a tutti ricordo che "la regola suprema della fede [della Chiesa] proviene effettivamente dall'unità che lo Spirito ha creato tra la Sacra Tradizione, la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa, in una reciprocità tale che i tre non possono sopravvivere in modo indipendente" (Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Fides et Ratio, 55). Preghiamo affinché, nell'ambito degli organismi e comunità ecclesiali, il perdono offerto ed accettato in nome e per amore della Trinità, che adoriamo nei nostri cuori, ponga fine alle tribolazioni della amata Chiesa che che cammina in pellegrinaggio nella Terra di Santa Cruz. Venerati Fratelli nell'Episcopato, nell'unione con Cristo ci precede e ci guida la Vergine Maria, tanto amata e venerata nelle vostre diocesi e in tutto il Brasile. In Lei troviamo, pura e non deformata, la vera essenza della Chiesa e così, attraverso di Lei si impara a conoscere e ad amare il mistero della Chiesa che vive nella storia, ci sentiamo profondamente una parte di essa, diventiamo a nostra volta "anime ecclesiali", imparando a resistere a quella "secolarizzazione interna" che insidia la Chiesa e i suoi insegnamenti. Mentre chiedo al Signore di versare molta luce su tutto il mondo brasiliano della scuola, confido i suoi protagonisti alla protezione della Beata Vergine e imparto a voi, ai vostri sacerdoti, ai religiosi e religiose, ai laici impegnati, e a tutti i fedeli delle vostre diocesi, paterna Benedizione Apostolica.”
Fonte: Vatican.va.
http://blog.messainlatino.it/2009/12/il-papa-ai-vescovi-brasiliani-state.html

4 commenti:

NoirPink - modello PANDEMONIUM ha detto...

...chissà se lui si sarebbe scandalizzato dei due uomini nudi fotografati davanti alla spianata delle Moschee... Quando il dito indica la luna, il saggio guarda il culo

Anonimo ha detto...

Catone,
un caro augurio di Buon Natale e ancor di più, per un felice e prospero anno nuovo !

Alberto ha detto...

Un augurio di felici festività. E poi si ricomincia.

il monticiano ha detto...

Come sempre un blog dove leggere e imparare.
Buone feste caro amico.

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