La collezione permanente del Museo Nazionale di Arte Moderna Georges Pompidou di Parigi celebra le protagoniste della cultura contemporanea dedicando loro una nuova, grande ala espositiva da 20 mila metri quadri.
“Elles” è il titolo dell’enorme spazio tematico ospitante più di 500 opere di pittura, scultura, architettura, design, grafica, letteratura e fotografia realizzate da oltre 200 autrici dai primi del Novecento a oggi. Duecento donne - pittrici, scultrici, architetti, designer, grafici, fotografe - di tutto il mondo che hanno operato dal XX secolo ai nostri tempi. Intitolata «Elles@Centre Pompidou. Artistes femmes dans le collections du centre Pompidou», organizzata in un percorso dai suggestivi titoli («Pioniere», «Eccentriche», «Narrative», «Immateriali», etc) l’esposizione è un vero tributo da parte della prestigiosa istituzione a una tradizione artistica femminile per secoli nascosta, invisibile, inespressa.
Il famoso ritratto di Virginia Woolf scattato nel 1939 a Londra dalla fotografa Gisèle Freund e l’installazione Chambre 202, Hotel du Pavot dell’artista e poetessa americana Dorothea Tanning, moglie di Marx Ernst. Gli affascinanti autoritratti di Frida Kahlo e lo stupefacente mondo al femminile di Louise Bourgeois. I progetti di coraggiose pioniere dell’architettura come la francese Charlotte Perriand (1903) e l’olandese Margaret Kropholler (1891) e i lavori di celebrate archistar contemporanee come Zaha Hadid. Molto più che una mostra un gesto radicale, una vera sfida culturale. Per la prima volta al mondo un museo, il Centre Pompidou di Parigi, presenta in un enorme spazio, 20 mila metri quadri, le sue collezioni di 500 opere al femminile.
Tra le protagoniste dell’esposizione compaiono anche 7 italiane, conosciute in tutto il mondo per il loro talento. Si tratta di Gae Aulenti, Cini Boeri, Anna Castelli-Ferrieri, Carlotta De Bevilacqua, Lella Vigne, Milvia Maglione e Carla Accardi.
A Gae Aulenti, classe 1927, originaria di Palazzolo della Stella (Udine) è dedicata una sala della mostra. Laureatasi presso il Politecnico di Milano, la Aulenti inizia la sua attività professionale nella Milano degli anni Cinquanta, dove aderisce al movimento del Neoliberty. Gli anni successivi la vedono impegnata in una svariata gamma di attività: per 10 anni art director di "Casabella” (1955-1965) sotto la direzione di Ernesto Nathan Rogers; membro del direttivo della rivista "Lotus International" (1974-1979); docente per diverse istituzioni universitarie, tra cui il Politecnico di Milano, l'Accademia Nazionale di San Luca a Roma e l'Accademia di Belle Arti di Brera - Milano; progettista e designer per Olivetti, Fiat, Zanotta, Iguzzini Illuminazione (per cui nel 1985 ha ideato un sistema di illuminazione per il Palazzo Grassi di Venezia, detto sistema Cestello).
Tra le sue opere più importanti la Riqualificazione della Stazione d'Orsay (Laloux) e l’allestimento del Museo d'Orsay di Parigi (1980/86), l’Allestimento del Museo Nazionale d'Arte moderna presso il Centre Georges Pompidou di Parigi (1982/85); il Museo nazionale d'arte catalana di Barcellona (1985/2004), la Ristrutturazione di Palazzo Grassi Venezia (1985- 86); il Padiglione italiano all'EXPO '92 a Siviglia; la Piazza antistante la ex-stazione Leopolda a Firenze (1996) e la Ristrutturazione delle ex-scuderie papali al Quirinale a Roma (1999); l’Arredo urbano di Piazzale Cadorna e la ridefinizione della facciata della sede delle Ferrovie Nord a Milano (2000); il restauro del Castello Estense di Ferrara (2003); la Riqualificazione di piazza San Giovanni a Gubbio (2006), l’Istituto di Cultura Italiana aTokyo (2006) e l’ampliamento e adeguamento Museo di arte orientale "Edoardo Chiossone" di Genova.
Come Gae Aulenti, si formano presso il Politecnico di Milano anche Cini Boeri (1927), Anna Castelli-Ferrieri (1920) e Carlotta De Bevilacqua. Boeri e Castelli-Ferrieri sono state tra i primi architetti donna d’Italia. Divise tra docenza universitaria, architettura, ricerca e design industriale le due progettiste possono essere considerate pioniere di quella creatività e di quel gusto tradotti in “forma e tecnica”, che hanno reso l’Italia nota in tutto il mondo.
“Architetto, designer, imprenditore e docente”, così si definisce Carlotta de Bevilacqua, nota soprattutto per le attività di ricerca e sperimentazione nel importante nel campo del lighting e interior design, oggi a capo di una factory “focalizzata sulla qualità ambientale con continua ricerca nel campo del design contemporaneo e dello spazio dell’uomo”.
Tra le donne architetto in mostra non si può fare a meno di ricordare anche l’anglo-irachena Zaha Hadid, unica donna vincitrice del Pritzker Prize (2004), con la sua architettura parametrica.
Tenacia, talento, originalità e poliedricità sono le caratteristiche possedute da tutte le protagoniste della mostra, cui viene reso un giusto e doveroso tributo.
Info http://www.centrepompidou.fr/
2 commenti:
Era ora che si facesse qualcosa per le protagoniste femminili delle nostre società.
Io sono stato sempre convinto che loro superano noi maschi in molti campi perchè secondo me sono più intelligenti.
Ben detto, Monticiano.
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