Riuniti sul Lago Titicaca, 6500 delegati delle organizzazioni rappresentative dei popoli indigeni originari di 22 paesi dell'Abya Yala e di popoli fratelli provenianti da Africa, Stati Uniti, Canada, Circolo Polare ed altre parti del mondo, con la partecipazione di 500 rappresentanti ed osservatori di diversi movimenti sociali, decidiamo congiuntamente quanto segue:
- Proclamare che assistiamo ad una profonda crisi della civiltà occidentale capitalista alla quale si sovrappone una crisi ambientale, energetica, culturale, alimentare, di esclusione sociale, che è espressione del fallimento dell'eurocentrismo e della modernità colonialista nata dall'etnocidio indigeno, e che ora porta all'umanità intera al sacrificio.
- Offrire un'alternativa di vita di fronte alla civiltà della morte, riprendendo le nostre radici per proiettarci al futuro, coi nostri principi e le nostre pratiche tradizionali, che mirano all'equilibrio tra uomini, donne, Madre Terra, spiritualità, culture e popoli; una alternativa che denominiamo Buon Vivere / Vivere Bene. Una diversità che conta su migliaia di civiltà con più di 40 mila anni di storia che furono invase e colonizzate da chi, appena cinque secoli dopo, sta portando al suicidio l'intero pianeta. Occorre difendere la sovranità alimentare, dando priorità alle economie locali e alle coltivazioni native, favorire il consumo interno e forme di economia comunitaria. Diamo mandato affinché le nostre rispettive organizzazioni approfondiscano le forme di Buon Vivere e le esercitino attraverso i nostri governi comunitari.
- Ricostituire i nostri territori ancestrali come fonte della nostra identità, spiritualità, storia e futuro. I popoli ed i territori originari sono un cosa sola. Intendiamo respingere tutte le forme di lottizzazione, privatizzazione, concessione, depredazione ed inquinamento da parte delle industrie e dei governi. Esigeremo la consultazione ed il consenso previo, libero ed informato, pubblico, in lingua propria, in buona fede, esercitato attraverso le organizzazioni rappresentative dei nostri popoli, non solo per l'approvazione di progetti produttivi o estrattivi ma per ogni politica di sviluppo nazionale. Esigeremo la depenalizzazione della foglia di coca.
- Ratificare e lanciare l'organizzazione della Minga / Mobilitazione Globale in difesa della Madre Terra e dei Popoli, contro la mercificazione della vita e di terre, boschi, acqua, mari; contro agrocombustibili, debito estero, inquinamento, transnazionali estrattive, istituzioni finanziarie internazionali, transgenici, pesticidi, consumo tossico, e criminalizzazione dei movimenti indigeni e sociali, che si realizzerà dal 12 al 16 di ottobre.
- Costruire un Tribunale per la Giustizia Climatica che giudichi le imprese transnazionali ed i governi complici che depredano la Madre Natura, saccheggiano i nostri beni naturali e vulnerano i nostri diritti, come primo passo verso una Corte Internazionale sui Crimini Ambientali.
- Organizzare durante la Conferenza sul Cambiamento Climatico di Copenhagen, nel dicembre 2009, un Vertice Alternativo in difesa della Madre Terra per fare pressione affinchè si adottino misure effettive, davanti all'ecatombe climatica, come il consolidamento dei territori indigeni, il buon vivere e la consulta e consenso previo, individuati come strategie per salvare il pianeta.
- Affrontare e sconfiggere la criminalizzazione dell'esercizio dei nostri diritti, la militarizzazione dei territori, l'imposizione di basi straniere, gli sfollamenti forzati e i genocidi nei nostri popoli attraverso il rafforzamento delle alleanze e un'ampia mobilitazione per l'amnistia di tutti i nostri leader e dirigenti processati ed imprigionati, specialmente per i difensori di diritti umani che lottano per il rispetto della libertà e della vita e che si trovano in prigioni negli Stati Uniti e del mondo.
-Appoggiare ed ampliare le denunce presentate davanti alla Commissione Interamericana di Diritti umani ed al Comitato per l'Eradicazione della Discriminazione Razziale dell'ONU. Spingere verso giudizi internazionali i governi di Colombia, Perù e Cile; il governo di Álvaro Uribe Vélez per il genocidio dei popoli indigeni colombiani; lo Stato cileno per l'applicazione della legge antiterrorista e le persecuzioni delle lotte dei fratelli mapuche, i crimini commessi contro i leader indigeni e la milititarizzazione dei territori (wallmapu); il governo di Alan García per aver emanato 102 decreti pro TLC per privatizzare i territori indigeni e per aver perseguiti e processato migliaia di leader indigeni.
- Implementare i nostri diritti, esigendo che si dia rango di Legge Nazionale alla Dichiarazione sui Diritti dei Paesi Indigeni dell'ONU, seguendo l'esempio – tra gli altri - della Bolivia, Australia, Messico, Venezuela. E che include il diritto alla comunicazione dei popoli indigeni. Se Barack Obama vuole fare cambiamenti nel disastro imperiale, deve incominciare da casa sua, ed approvare come legge negli Stati Uniti la Dichiarazione dell'ONU sui Popoli Indigeni.
- Mobilitare le nostre organizzazioni in difesa della lotta dei popoli indigeni dell'amazonía peruviana contro le norme che privatizzano territori e beni naturali. La loro lotta è la nostra. Organizzare nella prima settimana di giugno piantoni e manifestazioni di fronte alle ambasciate del Perù in ognuno dei nostri paesi, esigendo una soluzione ragionata e non la repressione per i nostri fratelli. In tal senso, le organizzazioni indigene e contadine del Perù accordano un immediato Sollevamento Nazionale dei Paesi del Perù in giugno del 2009 per la derogatoria dei decreti lesivi dei diritti degli indigeni creati ad hoc per il TLC con gli Stati Uniti.
- Respingere i Trattati di Libero Commercio che Stati Uniti, Europa, Canadà, Cina ed altri paesi tentano di imporre alle nostre economie debili, come nuove catene di sottomissione e nuovi meccanismi di saccheggio della madre Terra. Respingiamo la manovra dell'Unione Europea insieme ai capi di stato di Perù e Colombia per distruggere la Comunità Andina ed imporre il TLC.
- Mobilitare le nostre organizzazioni e movimenti sociali dei rispettivi paesi in difesa del processo di de-colonizzazione iniziato in Bolivia, respingere i tentativi golpisti, separatisti e razzisti dell'oligarchia locale, commessi con la complicità dell'impero nordamericano. Respingere gli asili politici concessi dal governo peruviano ai colpevoli dei genocidi boliviani. Il tal senso realizzare la V Cumbre di Paesi Indigeni dell'Abya Yala il 2011 nel Qollasuyu / Bolivia.
- Rafforzare il nostro sistema di educazione intercultural bilingue e di salute indigena, per avanzare nella de-colonizzazione del sapere, e specialmente, fermare la biopiratería, difendendo il nostro regime speciale di patrimonio intellettuale di popoli indigeni, che ha carattere collettivo e trans generazionale.
- Appoggiare la lotta dei paesi del mondo contro i poteri imperiali, che include la sospensione dell'embargo contro Cuba, l'uscita di Israele dai territori palestinesi, i diritti collettivi dei paesi Masai, Mohawk, Shoshoni, Same, Curdo, Catalano e Basco, tra altri.
- Costruire paradigmi di vita alternativi alla crisi della civiltà occidentale e alla sua modernità coloniale, attraverso un Foro sulla Crisi della Civiltà Occidentale, De-colonizzazione, Buon Vivere, etc. da realizzarsi nella città di Cuzco dal 26 al 28 di marzo del 2010.
- Globalizzare le nostre lotte attraverso la realizzazione del I Vertice di Comunicazione Indigena nel 2011, nel Cauca, Colombia; il I Vertice Indigeno dell'Acqua; lil II Vertice Continentale di Donne Indigene il 2011 nell'ambito del V Vertice dei Popoli Indigeni di Abya Yala.
- Costituire il Coordinamento di Popoli e Nazionalità Indigene dell'Abya Yala, continuando il processo di integrazione dal basso, conformando commissioni di donne, adolescenti, bambini, giovani e comunicatori indigeni, curando in maniera particolare l'articolazione regionale in Nordamerica. Il Coordinamento dell'Abya Yala dovrà vigilare sull'Organizzazione degli Stati Americani e sull'Organizzazione di Nazioni Unite, affinchè venga finalmente superata la loro subordinazione al potere imperiale e qualora non fosse possibile costituire l''Organizzazione delle Nazioni Unite dell'Abya Yala e del Mondo.
La terra non ci appartiene, noi le apparteniamo!
Il condor e l'aquila volano insieme un'altra volta
Lago Titicaca, 31 maggio 2009
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3 commenti:
Ecco uno di quei momenti in cui condividerei al 100% tutte le tesi di questa dichiarazione, addirittura abbamdonamdo la cosiddetta società civile. Un saluto.
Guarda catone, se io penso che l'informazione canonica evita di parlare di certe cose, mi sento pure peggio. Grazie.
Meravigliosa Dichiarazione ...
Ciao Catone.
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