Le parole di questa persona non mi riguardano, né tanto meno le sue idee. La vita non può essere regolata per legge. La vita è mia, non dello Stato, le cui leggi variano a seconda delle forze politiche che lo governano, né della Chiesa, a cui non appartengo. Esiste un diritto alla vita e un diritto alla morte e non permetto che Stato e Chiesa invadano la mia sfera personale togliendomi la libertà di scegliere una vita e una morte dignitose.
Vita e morte, ciclo naturale di ogni essere vivente, sono un tutt’uno e non temo la mia unica meta certa, la morte, parte speculare della mia vita. Perciò questa è la
mia personale dichiarazione anticipata di trattamento (detta anche testamento biologico)
“Vorrei invecchiare e avere tutti i capelli bianchi.
Vorrei tenere sulle ginocchia i miei nipoti e commuovermi e piangere come solo da vecchi si riesce a fare senza vergogna.
Vorrei diventare saggio e camminare con difficoltà mentre discuto una volta ancora di politica, filosofia, letteratura e scienza.
Vorrei vedere il mondo intorno a me cambiare velocemente e gioirne o lamentarmene. Lamentarmi dei ragazzi di oggi, che sono e non sono come eravamo noi alla loro età.
Vorrei scoprirmi inadeguato di fronte alle nuove tecnologie e alle nuove diavolerie.
E se, disgraziatamente, non potessi veder avverati questi desideri, non vorrei vivere una vita che non sia vita secondo il mio personale modo di concepirla.
Non vorrei vivere privato dei più basilari aspetti che rendono un’esistenza tale: la possibilità di socializzare, conoscere, imparare, interagire, essere d’aiuto per gli altri e godere della loro compagnia.
Non vorrei che il mio cuore continuasse a battere mentre sono immobilizzato su di un letto, incapace di parlare, capire e avere consapevolezza della mia stessa esistenza.
Vorrei che chi mi sarà vicino in quel momento, di fronte all’irreversibilità della situazione (una irreversibilità dettata dalle conoscenze mediche e scientifiche del momento e non di quelle che probabilmente arriveranno da lì a dieci anni) mi lasci morire.
Vorrei concludere la mia esistenza di essere senziente liberato da una esistenza falsa di essere non senziente: lascio agli abeti ed alle mimose quel compito dal momento che da millenni lo svolgono egregiamente senza sentire il bisogno che io mi associ a loro e al loro mondo.
Vorrei che nessuno, per nessun motivo, sia esso religioso o laico, culturale o filosofico, si senta in diritto di discutere la mia scelta, una scelta che coinvolge unicamente me e la mia esistenza.
Vorrei che rammentassero la tolleranza e il rispetto che sempre ho dimostrato, e che per sempre spero di conservare, per chi ha differenti modi di intendere e di pensare: i credenti in un dio che non era il mio dio, in una politica che non era la mia politica; coloro che hanno amato amori che non erano miei amori.
Perché io, alla massima “Non condivido ciò che dici, ma darei la vita affinché tu possa dirlo”(che sia di Voltaire o meno poco conta) ho sempre e fermamente creduto.
A tutti voi non chiederò di sacrificare la vita per difendere le mie idee.
Chiederò solo di restare in rispettoso silenzio.
Perché questo è ciò che voglio per me stesso.”
La Morte disse alla Vita
di dire ai vivi
che loro sono siamesi
e che nessun chirurgo
potrà dividerle mai
perché Vita con Morte
divide ogni respiro.
Marcel Proust, Le Côté de Guermantes
4 commenti:
Ma Berlusconi non sa nemmeno di cosa parla. Per lui è solo un mostrarsi un vincente.
E queste parole sono lesive della democrazia, e fanno capire solo che è un personaggio inadatto a governare un paese. Sotto nessun punto di vista.
Non ha l'umiltà per poter capire il senso dell'umore popolare.
e umore popolare non è cavalcare la rabbia e la frustrazione creando untori quali immigrati, comunismo, e cavolate del genere.
"La vita è mia me la gestisco io". Anch'io sono su questa linea, ma so bene che non è del tutto così. Tante di quelle volte ognuno di noi è costretto a fare e/o scegliere azioni e comportamenti mai desiderati che ci impone il sistema sociale "democraticamente eletto" ma cieco ad ogni istanza individuale che emerge dalla massa. Nemmeno la rivoluzione è libera da pastoie. Nemmeno dare la vita, occorre l'assenso di uno dei due, a meno che non si ricorra alla violenza sessuale. E il suicidio, che dovrebbe essere l'ultima arma di autodifesa, strettamente personale, questo sistema cattofascista vorrebbe togliermi. Ecco, almeno sul suicidio, che nessuno me lo tocchi, dopo che tutte le altre istanze da te citate sono state forzosamente escluse. A presto.
Malgrado certo siamo in fondo d'accordo, trovo in ogni caso limitativo iscrivere la questione del testamento biologico nella libertà di scelta individuale. Quando io scelgo, se posso certo, tra la vita e la morte, non lo faccio nel vuoto pneumatico, ma in una società storicamente determinata, con la sua specifica cultura e con i suoi specifici mezzi di informazione e condizionamento.
Su questa questione, a mio parere, si combvatte una questione ben più complessa che riguarda cosa intendiamo per vita e per morte. Se riescono cioè a far passare il distacco del sondino come se si trattasse di un omicidio, come faremo allora a rivendicare questa possibilità? Pensare che la questione della vita e della morte si possa sottrarre al condizionamento collettivo, questo mi sembra impossibile. Per questo dissi in un post, e vorrei qui ripeterlo che la nostra posizione sul coma irreversibile è quella giusta, e il massimo che possiamo fare è consentire loro, malgrado abbiano torto al prolungamento del trattamento sanitario con sondino.
Catone ora mi hai commossa tu...
Non chiedi null'altro che difendere la tua dignità d'uomo!
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