domenica 30 ottobre 2011

IL TRENO DI MATTEO RENZI

Dalla Stazione #Leopolda il treno di Matteo Renzi parte a marcia indietro verso gli anni ‘90 (#occupypd)


clip_image001Dicono che sia bravo e simpatico Matteo Renzi, e buchi il video con la parlata fiorentina, la faccia da ragazzo e la mela della Apple come status symbol ostentato, estenuante fino a divenire pacchiano. Da San Giovanni a Santo Steve Jobs come se davvero, come nella pubblicità, anche per l’Italia di oggi bastasse un’App per ogni cosa.
Ho ascoltato con l’attenzione che merita la riunione messa insieme da uno dei possibili candidati del centrosinistra per le primarie alla Stazione Leopolda di Firenze. Ho ascoltato una quantità di idee e ideine di buon senso comune, che potevano far parte di qualunque programma politico, da Larussa a Grillo ma avrei stretto la mano a Renzi quando ha scandito: “chi nasce in Italia è italiano”.
Alla fine, e cerco di spiegare perché, ne ho ricavato tre sensazioni guida. La prima è che gli intervenuti cancellino a pié pari l’ultimo decennio e tornino agli anni novanta, a Bill Clinton, alla New economy (l’oblio per Barack Obama è assordante) per poter cancellare (seconda sensazione) tutti i fallimenti certificati del modello economico, a partire dalla crisi, e poter riproporre lo stesso pensiero unico come se il muro di Berlino fosse caduto ieri e non ventidue anni fa. La terza è la triste impressione del fashion per il fashion e di un marketing politico che dall’essere mezzo diviene il fine stesso della politica.
Va di moda il cervello in fuga e mettiamoci il cervello in fuga e non importa se calunniamo anche il giusto con il peccatore e chi l’Università la manda avanti tutti i giorni senza un Euro e ci è entrato senza raccomandazioni né essendo figlio di barone. È vecchia come il mondo l’arte di scegliere il nemico e bastonarlo per compiacere i propri. Vanno di moda le “startup” (nuove imprese) e non parliamo d’altro. Sono importanti, ma il mercato del lavoro è un po’ più complesso. Va di moda la banda larga (per carità, che ideona!) e qualcuno tra gli oratori sembra ancora credere che domani sarà tutto telelavoro. Forse perciò nessuno ha nominato i treni per i pendolari, il tessile di Prato, i mobili di Matera, la ceramica di Sassuolo, le scarpe di Montegranaro (do you know Della Valle, Renzi?), i cassintegrati cinquantenni. Che noia i cassintegrati cinquantenni, vero? Meglio nasconderli sotto il MacBook.
A volte la gioventù (insomma, 36 anni, mica 16…) fa perfino brutti scherzi. Ma è possibile riproporre “as is” le “tre ï”, Internet, Inglese, Impresa, senza neanche spiegare che sì, era il programma di Berlusconi del 2001, ma noi lo faremo (chissà perché), meglio? Si può parlare di meritocrazia con gli stessi foglietti dei ghost writer di Mariastella Gelmini? Ci si può spacciare per nuovi, per rottamatori, col programma di D’Alema del secolo scorso: “pensiero unico”, mercato, flessibilità, profitto, spolverandolo appena con un po’ di fotovoltaico e un  po’ di banda larga? Cosa vende ‘l Renzi, se non l’adesione piena al modello economico che ci ha portato al disastro, con Marchionne “senza sé e senza ma”, e con la lettera della BCE come programma politico –dichiarato- da applicare pedissequamente come se Trichet fosse Mosé?
Spero di sbagliare ma mi pare che nessuno abbia parlato di “beni comuni”. Come nessuno ha fatto riferimento agli “indignati” che dal Cairo a Madrid a Santiago fino a Wall Street (dove di banda larga ne hanno a pacchi e le startup nascono come funghi) stanno palesando quanto il modello economico dal quale Renzi non si differenzia mai non sia affatto –neanche negli Stati Uniti dove i neolaureati sono sepolti dai debiti- pensato per favorire i gggiovani e il merito, ma solo i ricchi e i ben nati. Non perché tu debba andare ad occupare Wall Strett, ma neanche puoi far finta che nulla sia successo nell’ultimo decennio, che la crisi non sia sistemica e che basta fare come in America per far rifiorire l’Italia… Sta roba, Matteo, andava bene al tempo di Clinton e della bolla della new economy, non dopo il 2008 e mi sa che quello vecchio qui sei tu.
Se è un’altra parrocchia lo si dichiari, senza infiocchettare il nulla, come ha fatto lo scrittore Alessandro Baricco. Ai più avvertiti quelle parole di Baricco avranno ricordato lo squallido esercizio retorico di Giampaolo Pansa, “e se lo dico io che sono di sinistra che i partigiani erano brutti e cattivi…”, “e se lo dico io che sono di sinistra –ha detto- che siamo  più conservatori dei conservatori…”. Non fatevi ingannare dal packaging. Quella frase non vuol dire nulla. Semplicemente suona bene: un mantra buono per Cicchitto come per Baricco, per Gelmini come per Renzi: “la sinistra è conservatrice e va buttata come acqua sporca insieme al bambino”. Alla Leopolda s’è ripetuto fino alla noia. Poi Renzi sfotte Pierluigi Bersani su Martin Aubry (la segretaria del PSF sconfitta alle primarie) e si sente François Hollande (il burocrate di partito che l’ha battuta) ma neanche sa chi è Arnaud Montebourg (il vero outsider, con un programma critico verso il neoliberismo). Candidati Renzi. Io ti voto contro.
#occupypd
Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it

2 commenti:

Mr.T. ha detto...

Buondì,

tutto bello, giusto e vero (mi verrebbe da dire ovvio), ma in fondo perchè stupirsi?
Renzi è uno dei tanti epigoni del nulla culturale, del cerchiobottismo, dell'accettazione supina del neoliberismo, della mancanza di pensiero (altro che pensiero unico; cerco di trovare contenuti, proposte ed idee in Pannella Veltroni, Vendola, Bertinotti...) che caratterizza questa infinita agonia della società occidentale e della sua sempre piiù scassata way of life, ed in generale di una mancanza di alternativa al capitalismo (pardon, oggi si chiama mercato), che sappiamo bene non poter funzionare senza le "solite" dinamiche (guerra, sfruttamento di masse di lavoratori senza diritti, etc.), e che la tanto vagheggiata middle class è la solita dai tempi della Regiona Vittoria ad oggi.
Non si tratta di uno dei soliti discorsi tardocomunisti alla Diliberto, ma se non hai una prospettiva che sia culturale, storica, ideologica (oddio, l'ho detto...), se non hai un riferimento che vada oltre la generica reazione all'ingiustizia, se non sei in grado di trovare parole chiave, puoi solo reagire e mai agire. Proletari di tutto il mondo unitevi è poi così datato? La globalizzazione non è forse; Finanzieri di tutto il mondo unitevi? La concezione marxista (e non le cagate dei nostri Komunisti da operetta, ancora ad inseguire le masse operaie che non ci sono più) che porta al superamento degli Stati non è forse la concezione della Finanza odierna?
E' inutile nogloballizzarsi,indignarsi, diventare viola, arancioni, occupare Wall Street; si fa un pò di casino, si protesta, si vuol cambiare questo o quel particolare, ma se non si è in grado di mettere in discussione il modello, inutile pensare di poterlo rendere più "umano", proprio come il socialismo dal volto umano non era possibile con il modello comunista alla sovietica.
La terza via clintoniana, blairiana & c. si è visto che spessore aveva, dopo è stato solo finanza & profitti.
Una sola nota; si parla poco di come il popolo islandese abbia reagito a questa crisi, forse perchè ci sono state poche (ma chiare) parole e tanti fatti molto ma molto pericolosi?
Sarà un caso che i vari indignati sono sempre in TV ma i vichinghi no?
D'altronde, siamo un paese di paraculi & servi, e la globalizzazione ha portato anche molti altri al nostro livello.
Un saluto.

catone ha detto...

@ Mr.T.
Ottima analisi.

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