giovedì 17 marzo 2011

150 NON SONO BASTATI PER UNIRLA

MAI COSÌ DIVISA…

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Il 17 Marzo è la festa dell'Italia. La sua istituzione è stata però accompagnata, tra le tante, da una serie di divisioni su un tema: non ci costerà troppo festeggiare la nostra unità? Le proteste di Confindustria erano basate su un dato di fatto: più feste vuol dire meno lavoro, meno produttività e meno ricchezza. Ma è poi vero? Il sito Lavoce.info ha analizzato i dati del rapporto tra giorni di festività e ore lavorate all'anno. Il risultato è questo: un giorno di festa in più corrisponde a 2,5 ore di lavoro in meno all'anno. E tra feste e produzione industriale non c'è correlazione.
[Leggi anche: 17 marzo, il giorno di festa lo pagheranno i lavoratori]
Il punto di partenza del ragionamento è questo: se per lo stesso stipendio, a marzo si lavorerà un giorno in meno, quelle saranno ore di produzione perduta. Ma questo discorso è valido anche nella direzione opposta, quella sfavorevole al lavoratore, quando un giorno di festa (come quest'anno il 25 aprile o il 1 maggio) cade di domenica. In quel caso, a parità di retribuzione, si lavora di più.
La seconda obiezione dei lavoratori al giorno di festa aggiuntivo è questa: una festa fa perdere tra lo 0,4 e lo 0,5 per cento della produzione annua, calcolata solitamente tra i 200 e 250 giorni di lavoro. La contro-obiezione è in questo caso ancora più semplice: nessuna azienda non riesce a evadere gli ordini per un giorno di festa, ma alzerà i ritmi produttivi nei giorni precedenti e successivi. Non si perderanno ordini o commesse a causa del 17 marzo, insomma.
Un'altra controprova consiste nel valutare la fluttuazione del numero delle feste effettive, che, come detto, avviene se alcune festività come Natale, Liberazione, Festa dei lavoratori, cadono di domenica. Lavoce.info ha analizzato la serie storica tra il 1950 e il 2010. Il confronto tra la variazione di questo numero e gli indici della produzione nazionale e manifatturiera ha portato a un dato interessante: un giorno di festa in più causa una riduzione delle ore di lavoro dello 0,1%, pari a 2,5 ore di lavoro nell'anno. E la correlazione con la produzione industriale è pari a zero. E in alcuni casi, sembra che ci sia l'effetto opposto: più feste, più produzione.
E gli effetti positivi invece? In questo caso ci si può appoggiare a una ricerca di Harvard sul 4 luglio, giorno in cui gli Stati Uniti festeggiano l'indipendenza. Lo studio ha mostrato che se un minorenne americano non festeggia la festa, quando sarà adulto parteciperà di meno alla vita politica e civile del suo paese. Per ogni 4 luglio festeggiato in più, aumentano dell'8-9 % le probabilità di votare alle elezioni. Quindi una festa non è soltanto tempo perso, ma anche un utile cemento alla vita pubblica di una nazione. Fonte

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La testata della Domenica del Corriere per la celebrazione dei 100 anni

e non parliam dei legaioli… sarebbero parole indirizzate al deserto di menti vacue…

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