sabato 1 maggio 2010

SONO AVVILITO, DELUSO E INCAZZATO


La storia del lavoro è la storia di tutti noi, anche se il lavoro non è il fine della vita, ma il mezzo del suo sostentamento. Il lavoro dipendente discende poi direttamente dalla schiavitù e, come essa, è determinante per arricchire sempre più il padrone.

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Chi erano i lavoratori ieri:

Compagni dai campi e dalle officine...
Così iniziava il ritornello di "Contessa" e tutti alzavano il pugno chiuso davanti a Paolo Pietrangeli che pestava sulla sua chitarra.

CONTESSA
(testo di P. Pietrangeli, rivisitata da Modena City Ramblers)
Che roba contessa all’industria di Aldo, han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti, volevano avere i salari aumentati, dicevano pensi, di essere sfruttati. E quando è arrivata la polizia quei quattro straccioni han gridato più forte, di sangue han sporcato i cortili e le porte, chissà quanto tempo ci vorrà per pulire.
Compagni dai campi e dalle officine
prendete la falce e portate il martello
scendete giù in piazza e picchiate con quello,
scendete giù in piazza e affossate il sistema.
RIT.:Voi gente per bene che pace cercate,
la pace per fare quello che voi volete,
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra,
vogliamo vedervi finir sottoterra.
Ma se questo è il prezzo l’abbiamo pagato,
nessuno più al mondo dev’essere sfruttato.
Sapesse contessa che cosa mi ha detto un caro parente dell’occupazione, che quella gentaglia rinchiusa là dentro di libero amore facea professione. Del resto, mia cara di che si stupisce, anche l’operaio vuole il figlio dottore e pensi che ambiente ne può venir fuori, non c’è più morale contessa.
Se il vento fischiava ora fischia più forte,
le idee di rivolta non sono mai morte,
se c’è chi lo afferma non state a sentire
è uno che vuole soltanto tradire.
Se c’è chi lo afferma sputategli addosso,
la bandiera rossa ha gettato in un fosso


Stessa tensione corale quando gli Inti Illimani attaccavano con "el publo unido jamas serà vencido".


La musica come una bandiera.

La speranza che univa nella lotta.

Chi sono i lavoratori oggi:

Disoccupati, cassaintegrati, part –time sfruttati, dipendenti a termine, dipendenti sottopagati di agenzie interinali, lavoratori invisibili, il cosiddetto “lavoro in nero” e co.co.co., chi.chi.chi. e poi anche cu.cu.cu.
Le fabbriche manifatturiere emigrano in paesi con basso costo del lavoro , l’industria agricola sfrutta il sudore dei poveri immigrati irregolari e gli operai di una volta si sono trasformati in tante partite IVA, aggrappate al solo loro mero interesse. E cercando di copiare gli squali dell’industria e delle finanza, finiranno divorati come tutti gli altri.
A causa di rappresentanti politici e sindacali omologatisi al sistema capitalista, siamo finiti così
E gli operai, chiusi nel circolo vizioso dell’ego, sono finiti così.

CHE AMAREZZA …

1 commento:

Matteo ha detto...

I lavoratori hanno perso la loro unità e la coscienza con cui hanno affrontato migliaia di lotte in passato.
Il Primo Maggio era una festa che serviva proprio per rivendicare i propri diritti, in particolare le otto ore di lavoro.
Si è perso però lo spirito autentico di questa festa, ridotta a semplice giornata non lavorativa (e spesso neanche quello).

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