martedì 27 aprile 2010

IN BRASILE VA DI SCENA AVATAR

Indios contro il governo per difendere la foresta

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Ricordate Avatar? Attorno al cantiere per la realizzazione della mastodontica centrale elettrica di Belo Monte, in Amazzonia, potrebbe ripetersi la storia di un popolo indigeno in lotta per la difesa del suo ambiente e del suo mondo. Stavolta piu che in “3 d”: nella realtà. Un giudice federale brasiliano infatti spianato la via alla realizzazione del progetto, dopo che per due volte un tribunale regionale aveva cercato di bloccarlo. Ma gli indios dello Xingu’ non ci stanno e hanno annunciato che occuperanno la zona dove sorgerebbe la mega centrale idroelettrica che li sloggerebbe dalla loro riserva e causerebbe ingenti danni all’ambiente.

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Il progetto della diga di Belo Monte

Ad annunciare in televisione che la misura è colma e che loro, come già negli anni ottanta, sono sul piede di guerra è stato il cacicco (capo) Luiz Xipaya. “Stiamo tirando fuori le barche e ci attendiamo che domani tutto il territorio sia occupato da 150 dei miei uomini. Costruiremo un villaggio permanente che entro la fine del mese sarà abitato da almeno 500 persone che diventeranno presto mille. E non usciremo da lì finché il progetto non sarà posto all’ordine del giorno del governo e cancellato” ha annunciato Xipaia.

Gli Xipaya e gli Arara sono le due tribu’ che rischiano la ‘deportazione’ dall’area che abitano attualmente, che sarebbe in parte inondata dal bacino di 516 chilometri quadrati formato dalla diga. Quando sara’ ultimata, Belo Monte sara’ la terza idroelettrica al mondo, dopo Itaipu’ in Brasile e Sette Gole in Cina. ”Costruiremo sul posto un villaggio permanente, e non ne usciremo finche’ il progetto non sara’ radiato”, ha detto Xipaya. Gli Xipaya e gli Arara hanno l’appoggio delle altre etnie dello Xingu’ (la seconda maggior riserva indigena del Brasile, dove vivono decine di tribu’), di enti ambientalisti brasiliani e internazionali e persino di personalita’ dello spettacolo ingaggiate nella lotta ecologica come _ non a caso _ il regista di Avatar James Cameron e l’attrice Sigourney Weaver.

La diga, fortemente voluta dal presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, sarà la terza del mondo dopo quella delle Tre Gole in Cina e quella di Itaipu, al confine tra Brasile e Paraguay. Se la forte opposizione degli ambientalisti e degli indigeni non ostacolerà i lavori, la diga di Belo Monte, nello stato ammazonico di Parà, entrerà in funzione nel 2015. Avrà una capacità teorica di 11.233 megawatt, che _ secondo uno studio alternativo _ nella stagione secca scenderanno ad un mero 10% e mediamente nell’anno garantiranno 4 mila e 400 Mw: il 39% della potenza nominale.

Il progetto, che costerà 16 miliardi di dollari, più 2 e mezzo per le linee di trasmissione, sarà realizzato per conto della compagnia energetica statale Electronorte e risale agli anni settanta. E’ diventato uno dei principali impegni assunti da Lula, che non ha intenzione di terminare il suo secondo mandato, alla fine dell’anno, senza averlo messo in moto.

Gli ambientalisti sostengono che la costruzione della diga creerà un invaso da 516 chilomnetri quadrati e comporterà l’inondazione di 400 chilometri quadrati di foresta e il trasferimento forzato di circa 25.000 indios che vivono nei pressi del fiume Xingù, nel municipio di Altamira, dove sorgerà l’invaso. Gravi le conseguenze per la biodiversità, in particolare nell’area del rio Xingù si trovano alcune specie di pesci di acqua dloce come lo Zebra Pleco e il Sunshine Pleco che sono endemiche e non si sa se supererebbero la perdita dell’habitar flvuviale e di foresta semisommersa nel quale vivono.

Fonte

E addio a tutto questo…

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