mercoledì 10 febbraio 2010

ARMATEVI E PARTITE

Una volta tanto ha detto la verità: l’Italia nuota nella crisi economica con una sicurezza sconosciuta al resto d’Europa. Povera Londra, potenza armata, costretta a tagliare le spese di guerra, arsenali che invecchiano mentre il nostro governo...

...ordina 131 caccia bombardieri Joint Strike Fighter, ultima generazione, 14 miliardi e 500 milioni.
Più di una Finanziaria. Gli operai che perdono le fabbriche e si arrampicano sui tetti per far sapere della disperazione alle tv distratte; prof. precari fuori dalle scuole ridotte in miseria dalla modernità della ministra Gelmini; carceri, formicai disumani perché istituti di pena fiammanti, costruiti e mai inaugurati, decadono nell’abbandono, niente soldi per assumere guardiani; volanti della polizia inchiodate in caserma senza benzina; quei pensionati che non arrivano alla terza settimana, insomma la metà degli italiani deve mantenere la calma. Il ministro La Russa sta trattando un piccolo sconto. Resta il problema su chi dobbiamo bombardare. La Costituzione proibisce di incendiare paesi vicini e lontani. Solo operazioni di pace per militari missionari. Il piano segreto potrebbe essere un altro: scatenare i gioielli della morte in arrembaggi interni, circoscritti e intelligenti. Magari eliminare il terrorismo nascosto nelle moschee. Sul venerdì della preghiera il lampo di due Joint Strike e le paure svaniscono in un piccolo falò. Con qualche disturbo per gli italiani del quartiere, effetti collaterali inevitabili, non facciamone un dramma. Senza dimenticare che i super aerei possono raggiungere in un soffio le barche minacciose dei clandestini. Tic, tac: radar che non sbagliano. E l’Italia della Lega si rasserena. Più delicato l’impiego contro le mafie. Bruciare la casa di un boss è il tirassegno facile: da anni Israele si addestra nella Striscia di Gaza. A differenza dei palestinesi in gabbia, le reti mafiose avvolgono palazzi insospettabili, qualche onorevole del governo ha preso casa: come si fa? Racconta Giancarla Codrignani che 20.000 pacifisti hanno firmato un appello contro i miliardi per i cacciabombardieri. Volevano consegnarla al presidente del Consiglio. Oppresso da legittimo impedimento non li ha ricevuti. E non li ha ricevuti Gianni Letta, ombra del comandante supremo e gentiluomo di Sua Santità, insomma, uomo di pace. L’elenco è arrivato per posta. Non si sa se il plurimandatario ha aperto la lettera. Può anche essere che i bombardieri abbiamo solo doveri di rappresentanza nelle esercitazioni militari Nato. Come la portaerei ancorata ad Haiti. Da mesi dondolava davanti a La Spezia per mancanza di carburante. Improvvisamente rifornita e lucidata per debuttare nella buona società delle potenze armate ancorate all’isola della disperazione. Fiore all’occhiello: l’Italia c’è. Italia che non solo compra, ma vende armi. A Tortolì, Sardegna di Arbatax si collaudano i droni Polluce, telecomandati e senza pilota, volano nelle regioni insanguinate con impegni un po’ diversi dalla Croce Rossa. Ma sono le armi leggere l’orgoglio superstar: autorizzata la vendita all’estero per 4 miliardi e 300 milioni. Fucili, mitragliette, pistole. Anche se costretti a rinunciare al monopolio delle mine-uomo (che hanno tagliato le gambe a una generazione di bambini afghani), nel 2008 il boom è del 220 per cento. L’anno appena chiuso annuncia nuove prosperità. Chi le compra? I fabbricanti (privati e di Stato) rispondono che servono solo alla difesa; se se ne fa uso “improprio “ la loro innocenza non viene sfiorata. Ilaria Alpi aveva messo il naso in questa innocenza, via vai tra Napoli e Somalia di cannoni e immondizie proibite. Curiosità perversa punita. E le inchieste e i testimoni e i responsabili della sua morte, svaniti nei labirinti di servizi che restano segreti solo per i giornalisti che fanno solo i giornalisti.
di Maurizio Chierici

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